Pensione part-time, cos’è la misura al vaglio del Governo: “Aiuterà neo-assunti”

La pensione part-time, misura attualmente in vigore nei Paesi scandinavi (Svezia e Norvegia), potrebbe essere nei piani del Governo Meloni. Ecco di cosa si tratta.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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La pensione part-time, misura attualmente in vigore nei Paesi scandinavi (ovvero in Svezia e in Norvegia), potrebbe essere nei piani del Governo Meloni. L’esecutivo è al momento impegnato nel trovare la quadra sulla questione previdenziale, molto spinosa viste pure le risorse limitate a disposizione per la nuova legge di bilancio.

E la nuova idea sul tavolo soddisferebbe anche un’altra esigenza: quella di lasciare libera la strada ai giovani all’interno delle aziende. Insomma, il ragionamento è semplice: lasciare uscire in anticipo chi è prossimo alla pensione renderebbe più che mai necessarie le assunzioni di giovani under-35.

Come funziona la pensione part-time in Svezia

Ma come funziona esattamente la pensione part-time in Scandinavia? In breve, si tratta di un mix tra pensione e lavoro. Il dipendente, infatti, non smette del tutto di lavorare, ma subisce una progressiva riduzione delle ore fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Fatto, questo, che facilita di molto il trasferimento delle competenze di generazione in generazione.

In Svezia, ad esempio, il datore di lavoro approva la richiesta di una pensione parziale dal mese in cui il dipendente compie 61 anni fino al mese precedente a quello in cui compie 65 anni, età in cui può andare regolarmente in pensione.

Un dipendente pubblico svedese può richiedere vari livelli di pensione parziale, dal 10% fino al 50% dell’orario previsto dal suo contratto. Dunque, l’importo che il dipendente riceve in termini di pensione parziale e di stipendio dipende da quanto lavora.

Pensione part-time, il Governo Meloni ci pensa

Pensione part-time, il Governo Meloni ci pensa

La pensione part-time sul modello scandinavo sarebbe ora al vaglio del Governo Meloni. La Premier sembrerebbe intenzionata a ridurre l’orario di lavoro (fino a un dimezzamento) a chi sta per raggiungere la pensione in un orizzonte di due-tre anni.

Il dipendente riceverebbe così metà stipendio e metà pensione, mentre i contributi continuerebbero a essere versati interamente, in modo di arrivare a 67 anni (termine previsto per la pensione ordinaria dalla legge Fornero) con la pensione piena.

Questo tipo di prepensionamento evita quindi i ricalcoli e le decurtazioni dell’assegno previste da Quota 103 e da Opzione donna. Resta però l’ostacolo delle piccole imprese, che di certo avrebbero più difficoltà a gestire la flessibilità nei turni di lavoro.

Pensione part-time e non solo: il destino di Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale

Lasciando da parte la possibilità della pensione part-time, altre misure potrebbero essere protagoniste della nuova riforma. Opzione donna, Ape sociale e Quota 103 scadranno il 31 dicembre 2023. E, al momento, non si sa nulla di certo sul loro futuro.

Dovrebbe essere riconfermato senza problemi Ape sociale, una modalità di pre-pensionamento che si rivolge ad alcune categorie di lavoratori come fragili, disoccupati da tempo e con almeno 63 anni di età o 30 e 36 di contributi in base alla categoria di appartenenza.

Opzione Donna potrebbe essere a rischio. La Lega di Matteo Salvini starebbe spingendo per la sua eliminazione completa, dopo il grosso ridimensionamento messo in atto dalla Premier Meloni. Tanto che, attualmente, Opzione Donna è in vigore soltanto per poche lavoratrici (60 anni, 35 anni di contributi, invalide, caregiver o licenziate/dipendenti in aziende in fallimento).

Si va invece verso la riconferma di Quota 103, in attesa di trovare le risorse per finanziare Quota 41, caldeggiata dalla Lega. Non ci sarà quindi modo (né denaro) per una riforma sistematica del sistema previdenziale, motivo per cui si ripiegherà su Quota 103, introdotta dal Governo Draghi. La conferma su questo punto è arrivata pure dal sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon, in un’intervista per Il Tempo.

Leggi anche: Nuove regole fiscali: cosa cambia per partite Iva, Flat tax e fusioni

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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