Patrick Zaki resta in custodia cautelare: il tribunale ha stabilito altri 45 giorni di detenzione

Un ormai caso diplomatico conclamato quello di Patrick Zaki, che sembra vedere il lieto epilogo ancora lontano.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Patrick Zaki resterà imprigionato nel carcere di Tora per altri 45 giorni, questo è quanto ha nuovamente stabilito il tribunale.

Un delicatissimo caso diplomatico internazionale che sembra non trovare soluzione, e che a questo punto è diventato un vero e proprio accanimento da parte dell’Egitto nei confronti dello studente.

A distanza di 18 mesi il governo italiano è riuscito a compiere 0 passi in avanti per favorire il rientro in Italia di Patrick Zaki.

Dopo un anno e mezzo Patrick Zaki resta imprigionato senza ancora un processo

Dopo un anno e mezzo Patrick Zaki resta imprigionato senza ancora un processo

Si discute ormai da mesi su quale sia la giusta strada per riportare Patrick Zaki a casa, ma siamo sicuri che sia stato fatto tutto? Il governo italiano sulla questione dello studente egiziano pare stia veramente andando a tentoni.

Conferire la cittadinanza italiana al ragazzo è un segnale forte, allora diamogliela, si ma concretamente non serve a riportarlo a casa, allora puntiamo sulla convezione Onu del 1984 contro la tortura, facciamola applicare, è considerato l’unico mezzo veramente efficace per porre fine alla questione, si ma intanto tutto tace da mesi.

Le istituzioni italiane parlino apertamente e dicano quali sono veramente le intenzioni riguardo al caso Patrick Zaki, perché è ormai chiaro che ne la via diplomatica ne la pressione internazionale abbiano fino a oggi funzionato.

L’esito della nuova udienza

L’ultima udienza di Patrick Zaki si è tenuta il 21 agosto, 2 giorni fa. L’esito è invece arrivato in queste ultime ore e ha stabilito il prolungamento della custodia cautelare di altri 45 giorni.

Come nelle ultime sessioni del tribunale tenutesi nei mesi scorsi, erano presenti fuori dall’aula rappresentanti delle ambasciate di alcuni paesi straniere, poiché è stato loro negato ancora una volta l’ingresso nell’aula senza un vero motivo dichiarato.

Patrick Zaki ha partecipato alla sessione e gli è stato permesso per la prima volta di parlare con il giudice e di difendersi. Patrick ha fatto ovviamente appello alle sue ragioni riguardo la sua ingiusta detenzione, affermando inoltre che la sua prigionia non ha nessuna base legale e che non c’è nessuna ragione concreta per cui debba stare rinchiuso in carcere come un prigioniero politico.

Ormai è lampante che l’accanimento del regime di al-Sisi su Patrick Zaki serva solo a politicizzare la sua detenzione. Ancora una volta, non c’è stata nessuna vera ragione logica dietro la decisione del tribunale e ancora meno chiaro capiamo perché sia negato l’ingresso e la partecipazione all’udienza ai rappresentanti delle ambasciate.

Secondo alcune indiscrezioni, la rappresentanza italiana sarebbe all’opera per sensibilizzare le altre ambasciate internazionali sul caso dell’attivista egiziano in carcere senza processo da più di un anno

Le reazioni sul rinnovo della custodia cautelare di Patrick Zaki

L’esito dell’udienza che ha prolungato la custodia cautelare di Patrick Zaki di ulteriori 45 giorni lo ha comunicato la sua legale, Hoda Nasrallah. 

L’avvocata ha detto di essere riuscita a ottenere la notifica dell’esito dell’udienza svoltasi domenica da alcuni cancellieri. Zaki si trova attualmente nel carcere a Tora, al Cairo con l’accusa di propaganda sovversiva su internet.

Tuona coì su twitter il deputato PD Filippo Sensi:

Un altro rinnovo, l’ennesimo, della tortura per Zaki. Il governo italiano deve mettere in campo tutto quello che può per liberare l’attivista da questo incubo. Il Parlameto ha parlato, ora tocca all’esecutivo.

Sull’ultimo rinnovo si è espressa anche Amnesty International Italia. Il presidente Riccardo Noury ha lanciato un appello tramite l’Ansa:

Quanto fatto finora è davvero poco. Chiedo al governo italiano di condannare il grave accanimento nei confronti di Patrick e di usare questi 45 giorni per fare tutte le pressioni necessarie sull’Egitto.

Finora il nostro Paese si è limitato a mandare osservatori alle udienze e puntualmente il Tribunale nega loro l’accesso all’aula. I parlamentari che hanno votato alla Camera e al Senato per la cittadinanza italiana all’attivista incalzino il governo Draghi e chiedano di agire con fermezza.

Leggi anche: Patrick Zaki compie 30 anni: in tutta Italia movimentazioni per chiederne il rilascio

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