Diritti LGBTQ+, il Parlamento dichiara l’Europa “zona di libertà”: 492 i voti a favore

Giovedì 11 marzo, i deputati hanno dichiarato l'UE "zona di libertà LGBTQ+" in risposta all'arretramento sui diritti civili in alcuni Paesi UE, in particolare in Polonia e Ungheria.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Diritti LGBTQ+. A a due anni dalla prima zona esente dichiarata su territorio polacco da parte delle autorità, arriva finalmente una risoluzione adottata giovedì: 492 i voti favorevoli contro i 141 contrari e le 46 astensioni.

Il testo della Commissione Europea presentato in parlamento giovedì, ha dichiarato l’UE “zona di libertà per le persone LGBTQ+”.

Obiettivo principale, denunciare le forme di violenza e discriminazione che si basano sull’orientamento sessuale. Una riforma che fa parte del piano Strategia UE per l’uguaglianza LGBTQ+ 2020-2025.

L’Europa tutela i diritti LGBTQ+: un messaggio forte mandato a Polonia e Ungheria

sui diritti LGBTQ+ in europa

I governi di Polonia e Ungheria non sono di certo famosi per essere tolleranti riguardo la libertà, intesa come diritto sacrosanto dell’uomo. Questo come linea generale, se poi “scivoliamo” sul tema della libertà d’espressione sessuale apriti cielo.

Varsavia e Budapest rappresentano il baluardo sovranista di una forte retorica anti-gay e questo preoccupa fortemente l’Europa. Una retorica che va ad aggiungersi alle già fortemente ribadite opposizioni nei confronti di migranti e ONG.

A partire da marzo 2019 in Polonia più di 100 comunità tra contee e comuni hanno dichiarato, adottando anche delle soluzioni a riguardo, di essere totalmente distanti dall’ideologia LGBTQ+. Senza dimenticare le rappresaglie violente che spesso e volentieri la polizia applica su questi manifestanti.

L’Ungheria di Orbán non è da meno. Nel novembre 2020, la città ungherese di Nagykáta ha adottato una risoluzione che vieta la ”diffusione e la promozione della propaganda LGBTQ+”.

Un mese dopo, il Parlamento ungherese ha dato vita a emendamenti costituzionali che limitano ulteriormente i diritti delle persone LGBTQ+. Emendamenti che non tengono conto della loro esistenza in quando individui attivi nell’attività del Paese e che limitano il loro diritto a una vita familiare.

Il messaggio forte riportato da tutti i deputati che hanno votato a favore è stato che:

le persone LGBTQ+ ovunque nell’UE dovrebbero godere della libertà di vivere e mostrare pubblicamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere senza temere intolleranza, discriminazione o persecuzione.

Le autorità a tutti i livelli di governo in tutta l’UE dovrebbero proteggere e promuovere l’uguaglianza e i diritti fondamentali di tutti, comprese le persone LGBTQ+.

Questa battaglia per i diritti LGBTQ+ rientra all’interno di una strategia voluta e incominciata mesi fa: Strategia UE per l’uguaglianza LGBTIQ 2020-2025.

Il piano 2020-2025 per tutelare i diritti dei cittadini sarà sviluppato e messo in atto non solo sul territorio dell’Unione Europea ma anche oltre i suoi confini.

La vicepresidente Jourová ha inoltre aggiunto che nel 2021 l’elenco dei crimini previsti dall’UE verrà ampliato includendo omofobia e incitamento all’odio anche online. Duro attacco a Ungheria e Polonia.

Diritti LGBTQ+, Lega e Fratelli d’Italia contro la decisione dell’Europa

Europa comunità LGBTQ+

Il testo della Commissione Europea presentato in parlamento giovedì, oltre a dichiarare l’UE “zona di libertà per le persone LGBTQ+”, mira a denunciare tutte quelle forme di violenza e discriminazione che si basano sull’orientamento sessuale di qualcuno.

Verso la fine del testo sono inserite anche le dichiarazioni finali che presentano le risoluzioni in cui sono contenute le prese di posizione contro Polonia e Ungheria, e non solo.

Anche Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro. Secondo il Carroccio la colpa dell’Ue questa volta è quella di aver usato i diritti degli omosessuali per attaccare Ungheria e Polonia.

Spiace che, come purtroppo già avvenuto in passato, Bruxelles cerchi di utilizzare un tema nobile come quello dei diritti come strumento per colpire gli avversari politici dell’attuale maggioranza in Ue: questo è un modus operandi che non possiamo condividere.

Questo è quello che hanno anno spiegato in una nota le eurodeputate leghiste Annalisa Tardino, Simona Baldassarre e Isabella Tovaglieri.

Non si è fatta attendere la risposta di Pd e M5s, prima con il capodelegazione del Pd all’Eurocamera Brando Benifei:

E’ una vergogna oltre ogni limite che dimostra per l’ennesima volta il vero volto della compagine salviniana e la loro idea di Europa e di diritti.

A questa dichiarazione ha fatto eco quella di Laura Ferrara del M5s:

per loro e per i sovranisti europei quella di oggi è una dura sconfitta A tutti quelli che contestano la promozione dei diritti fondamentali dei cittadini europei, oggi dovremmo indicare la porta di uscita.

Non si può governare con la caccia alle streghe e promuovendo le persecuzioni delle minoranze che ricordano i tempi oscuri del secolo scorso.

Quello che è certo sicuramente è che il percorso per favorire le minoranze, in Europa, è qualcosa che negli ultimi anni ha subito, a favore, una profonda accelerazione.

Le opposizioni anche se ci sono, probabilmente sono destinate a diventare una debole fiammella destinata a spegnersi nei prossimi anni.

Leggi anche: Attivista Lgbt picchiato a Trieste, il consigliere leghista: “Ha litigato con il fidanzato per la vaselina”

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