Papa Francesco, arriva l’autobiografia: dall’infanzia coi nonni italiani ai dettagli sulle dimissioni

Verrà pubblicata a breve l'autobiografia di Papa Francesco in cui ripercorre i suoi 87 anni, dall'infanzia ai primi amori, rivelando anche cosa ne pensa delle sue dimissioni.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Uscirà il 19 marzo sia in Europa sia in America l’autobiografia di Papa Francesco, intitolata Life. La mia storia nella Storia scritta in prima persona assieme a Fabio Marchese Ragona, vaticanista di Mediaset nonché suo amico.

Il Pontefice si racconta, ripercorrendo i suoi 87 anni di vita, dall’infanzia ai suoi primi amori, dall’esilio alla sua elezione, affrontando anche il tema della pandemia: “Quando in Vaticano arrivò la prima dose, io mi prenotai subito e poi feci anche i richiami e, grazie a Dio, non fui mai contagiato”.

Il “Corriere della Sera” ha pubblicato in anteprima alcuni estratti dal libro in cui non manca nemmeno il chiaro punto di vista di Papa Francesco a proposito delle sue dimissioni: “Non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico […] Non ho motivi talmente seri da farmi pensare a una rinuncia. Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere, ma, grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare”.

Papa Francesco, i nonni paterni e l’amore per l’Italia

Jorge Maria Bergoglio ha origini italiane da parte di padre. Suo nonno Giovanni e sua nonna Rosa, astigiani, sono stati fondamentali per la sua formazione tanto che, come ha rivelato lo stesso Pontefice: “Il piemontese è stata la mia prima lingua madre”.

I suoi nonni avrebbero dovuto imbarcarsi per l’Argentina nel 1927 dal Porto di Genova, ma Giovanni Bergoglio ha dovuto rimandare il viaggio a causa di ristrettezze economiche e la nave che li avrebbe portati in America del Sud è poi affondata durante il viaggio.

I Bergoglio sono poi riusciti a partire due anni dopo nel febbraio 1929 e il Papa racconta: Dopo due settimane arrivarono in Argentina e furono accolti all’Hotel de Inmigrantes, un centro d’accoglienza per migranti non troppo diverso da quelli di cui sentiamo parlare oggi“.

Papa Francesco è nato in Argentina, ma ha sempre mantenuto vivo il legame con l’Italia, specialmente attraverso il cinema: “I miei genitori mi portavano nel cinema di quartiere a vedere i film del dopoguerra. Li ho visti tutti. Ricordo in particolare Roma città aperta, anche Paisà o Germania anno zero. Il film che ho amato di più è La strada”.

Dalla prima fidanzata alla vocazione

Papa Francesco parla anche del suo rapporto con l’amore e della prima fidanzata che lavorava nel mondo del cinema per seguire poi la strada della Chiesa: “In seminario ebbi anche una piccola sbandata. Avevo già avuto una fidanzata in passato, una ragazza che lavorava nel mondo del cinema e che in seguito si è sposata e ha avuto dei figli. Questa volta invece mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. […] Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione”.

Dall’esilio all’elezione: Jorge Mario Bergoglio diventa Papa Francesco

Prima di diventare Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio è stato, fin da giovanissimo, capo dei gesuiti argentini, ma è poi caduto in disgrazia e inviato in esilio per punizione a Cordoba. Quello è stato un periodo di purificazione: “Ero molto chiuso in me in quel periodo. Mettersi al servizio dei più fragili, dei più poveri, degli ultimi è ciò che ogni uomo di Dio, soprattutto se sta ai vertici della Chiesa, dovrebbe fare, essere pastori con addosso l’odore delle pecore. A Cordoba ho riflettuto sugli commessi per via del mio atteggiamento autoritario, tanto da esser stato accusato di essere ultraconservatore.

Terminato l’esilio, Jorge Mario Bergoglio è diventato vescovo ausiliare di Buenos Aires, arcivescovo, cardinale e poi viene eletto come Papa Francesco nel 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI e nel libro affronta anche il rapporto avuto con il suo predecessore, rimanendo amareggiato per le polemiche sorte negli ultimi anni: Mi ha addolorato vedere, negli anni, come la sua figura di Papa emerito sia stata strumentalizzata con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa. […] le polemiche in dieci anni non son mancate e hanno fatto male a entrambi”.

La posizione sugli aborti e gli omosessuali

Papa Francesco affronta altri due temi, quello dell’aborto e quello degli omosessuali. A proposito del primo rivela: “Dobbiamo difendere sempre la vita umana, dal concepimento fino alla morte. È una sconfitta per chi lo pratica e per chi si rende complice. È fondamentale difendere e promuovere sempre l’obiezione di coscienza”. Apre, invece, alle unioni civili:

Immagino una Chiesa madre, che abbracci e accolga tutti, anche chi si sente sbagliato e chi in passato è stato giudicato da noi.

Penso alle persone omosessuali o transessuali che cercano il Signore e che invece sono state respinte o cacciate, è giusto che vivono il dono dell’amore e che possano avere una copertura legale come tutti.

Gesù andava spesso incontro alle persone che vivevano ai margini, ed è quello che la Chiesa dovrebbe fare oggi con le persone della comunità LGBTQ+, che all’interno della Chiesa sono spesso marginalizzate, farle sentire a casa, soprattutto quelle che hanno ricevuto il battesimo e sono a tutti gli effetti parte del popolo di Dio.

Chi non ha ricevuto il battesimo e desidera riceverlo, o chi desidera fare da padrino o madrina, per favore, che sia accolto.

Leggi anche: Papa Francesco: “Ho scelto il luogo della mia sepoltura, ma sarà il Signore a dire basta”

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