Paola Cortellesi: “In C’è ancora domani racconto le donne a cui hanno fatto credere di essere invisibili”

Paola Cortellesi fa l'exploit al botteghino: "Volevo raccontare i diritti delle donne. Ho ascoltato le storie delle nonne e me le immaginavo così, cercando di usare, talvolta, l'ironia come forma di autodifesa".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Il successo di Paola Cortellesi non si arresta: il suo capolavoro C’è ancora domani, già nella Top 5 dei cinque film italiani più visti al cinema, ha superato anche gli incassi di Barbie, con quasi 33 milioni di euro.

Eletta ieri l’italiana dell’anno da “Famiglia Cristiana”, Paola Cortellesi rivela ulteriori dettagli al “Corriere della Sera” a proposito del suo film: “Ho ascoltato tanti racconti di nonne e bisnonne che hanno vissuto quel tempo. Per questo il film è in bianco e nero, perché quando parlavano immaginavo così le loro storie. Volevo raccontare i diritti delle donne“.

Cosa rivela Paola Cortellesi sul successo del suo film?

Paola Cortellesi si racconta: nata in una famiglia lontana dal mondo dello spettacolo ― suo papà era un ispettore di commercio e sua mamma una sarta ― l’attrice e regista ha deciso di iscriversi a Lettere, per poi lasciare il corso e studiare teatro. Continua:

Volevo fare questo, nella vita. Ma per la mia famiglia era una scelta bizzarra, non era il nostro mondo.

Sembrava solo un sogno e i miei volevano solo proteggermi da eventuali delusioni.

Ma non mi hanno mai tarpato le ali, anzi, seguendomi sempre con affetto e discrezione.

Quel sogno Paola Cortellesi l’ha sempre coltivato e ha già una lunghissima carriera alle spalle sia da attrice sia da sceneggiatrice. E adesso, con il debutto come regista in C’è ancora domani non si aspettava tutto questo incredibile successo:

Speravo che si diffondesse, magari crescendo nel tempo.

Quello che sognavo erano sale piene e grande partecipazione emotiva.

Quando lo abbiamo scritto, con Giulia Calenda e Furio Andreotti, ci siamo detti quanto fosse perfetto l’ equilibrio tra i registri ne La vita è bella di Roberto Benigni, un film che ho molto amato proprio per la capacità di raccontare la più spaventosa tragedia dell’umanità attraverso la leggerezza.

Quella di cui parla Italo Calvino, “Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.

E poi da piccola, quando ascoltavo i racconti delle nonne, mi sembrava che ci fosse una contraddizione, come uno stridere, tra la drammaticità del racconto di queste donne schiacciate dai mariti violenti e il tono che usavano, quasi leggero.

Ho cercato di usare l’umorismo come forma di autodifesa.

Paola Cortellesi dà voce alle donne che si sono sentite invisibili

Secondo Paola Cortellesi, “Non è vero che non cambia mai nulla, ma è vero che c’è sempre qualcosa da cambiare”. E spiega:

Tante vite di donne si sono svolte “come se niente fosse”, come quel ceffone preso a inizio della giornata.

Nella mia carriera da attrice ho dato voce a donne gigantesche come Nilde Iotti o Maria Montessori.

Invece, in C’è ancora domani ho voluto raccontare la vita delle donne a cui è stato fatto credere di essere delle nullità, usando un registro è ironico, talvolta surreale.

Cosa si augura la regista di C’è ancora domani per il 2024?

Con C’è ancora domani Paola Cortellesi continua a dare un messaggio universale: bisogna ripensare alla cultura, eliminando quell’ottica maschilista che ha rappresentato nel suo film.

Ma è fiduciosa per il futuro, e soprattutto dopo il caso di Giulia Cecchettin ha notato “un risveglio delle coscienze e in moltissimi si stanno mettendo in discussione. Mi sembra che si stia imparando a coltivare le parole giuste e lo si faccia insieme, donne e uomini”.

Ecco cosa si augura per il nuovo anno: “Spero che le parole prendano il sopravvento sulla violenza, che le si allevi insieme, perché sono lo strumento principale capace di assicurare a tutti una vita comune”.

Leggi anche: Paola Cortellesi: “Un affetto travolgente per il mio film, celebro le donne e la loro forza”

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