“Pandora Papers”: la più grande inchiesta giornalistica della storia fa tremare i sistemi finanziari

Pandora Papers è la più grande inchiesta giornalistica sui sistemi finanziari della storia, coinvolti oltre 600 giornalisti da tutto il mondo grazie al ICIJ (Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi). Tra i nomi eccellenti degli indagati: Tony Blair, re Abdallah di Giordania, il premier ceco Andrej Babiš e decine di altri personaggi famosi della politica.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Cosa sono i “Pandora Papers”? Sono la più grande inchiesta giornalistica mai realizzata nella storia: 600 giornalisti provenienti da 117 paesi di tutto il mondo. I dati sono stati ottenuti dall’ICIJ (International Consortium of Investigative Journalists-Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi) di Washington DC, che ha lavorato con più di 140 organizzazioni media alla più grande indagine globale di sempre sui sistemi finanziari.

Le cifre dell’inchiesta sono da record: 6,4 milioni di documenti, quasi tre milioni di immagini, più di un milione di e-mail e quasi mezzo milione di fogli di calcolo per un totale record di 2,94 terabyte di dati. Qualcosa da far sembrare i Panama Papers un libretto per le istruzioni.

BBC, Panorama e il Guardian hanno condotto le indagini nel Regno Unito.

L’inchiesta internazionale “Pandora Papers” attacca le fondamenta dei sistemi finanziari ombra in tutto il mondo

L'inchiesta internazionale "Pandora Papers" attacca le fondamenta dei sistemi finanziari ombra in tutto il mondo

L’inchiesta giornalistica internazionale ha raccolto un enorme raccolta di documenti confidenziali che sono stati divulgati nelle ultime ore. Il lavoro investigativo realizzato dall’ICIJ rivela paradisi fiscali tra i più redditizi al mondo per alcune delle figure più ricche e potenti sul pianeta, si va dal re di Giordania all’ex primo ministro britannico Tony Blair, si parla di grandi celebrità internazionali della musica pop come Shakira, e persino di un mercante d’arte clandestino le cui collezioni sarebbero state addirittura esposte al Met (Metropolitan Museum of Art) uno dei più importanti e famosi musei mondiali.

Soprannominati i “Pandora Papers”, per ovvi motivi, i documenti analizzati attestano nel dettaglio l’evasione fiscale puntuale e sistematica da parte di 14 aziende finanziari di importanza internazionale che utilizzano conti bancari offshore per nascondere le fortune e beni di centinaia di clienti facoltosi. I Pandora Papers sono già stati definiti “la più grande fuga di documenti riservati mai vista”.

Fanno scalpore i conti offshore risalenti a ben 35 attuali ed ex leader mondiali, tra cui il re di Giordania Abdullah II, che aveva nascosto 106 milioni di dollari riguardanti l’acquisto di ville a Malibu in California, questo secondo un rapporto  del Washington Post. Tra le sfarzose ville acquistate sul celebre litorale di Malibu c’è anche una mega villa che si affaccia su un tratto di costa dove è stata girata la famosa scena finale del colossal del 1968 “Il pianeta delle scimmie”.

Le società affiliate ad Abdullah hanno speso quasi 70 milioni di dollari in case di lusso nel sud della California tra il 2014 e il 2017, ma hanno evitato le tasse sugli acquisti lussuosi, secondo il rapporto. Il suo impero immobiliare si estende da Malibu a Washington DC con condomini e proprietà di lusso situati anche Londra.

Anche Putin nella lista?

All’interno dei Pandora Paper parrebbe anche esserci una vecchia conoscenza, Vladimir Putin. Il presidente russo in realtà non è esplicitamente citato nei registri non è nominato direttamente nei registri. Lo sarebbe invece la sua presunta amante, riguardo la quale si è risaliti a un importo di $ 100 milioni in “ricchezza segreta” depositati in una banca delle Isole Vergini.

Inoltre, secondo il Washington Post, proprio una società fittizia delle Isole Vergini avrebbe acquistato un lussuoso appartamento a Monaco nel 2003 per tale Svetlana Krivonogikh per la “modica” cifra di 4,1 milioni di dollari.

Secondo quanto riferito, Krivonogikh avrebbe avuto una relazione con “lo zar” durata anni, relazione dalla quale sarebbe anche nato un figlio. Rimaniamo nell’est Europa, dove proteggere i loro beni dalle tasse c’erano anche il primo ministro ceco Andrej Babis, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

I Pandora Papers hanno toccato anche il continente africano, in particolare gli interessi del presidente keniano Uhuru Kenyatta e di un certo Douglas Latchford, un mercante di antichità già incriminato in passato per aver trafugato manufatti cambogiani. Le cui collezioni d’arte sono state esposte al Metropolitan Museum of Art di New York. Douglas Latchford avrebbe usato i conti offshore per nascondere i profitti del commercio clandestino di opere d’arte.

Latchford è stato accusato nel 2019 di  aver venduto illegalmente manufatti inestimabili dell’antico Impero Khmer  falsificando fatture e altri documenti. 

Nella lista degli evasori anche Tony Blair e Shakira

Tony Blair, il primo ministro britannico più longevo, ha evitato di pagare più di 580.000 dollari in tasse sul trasferimento di proprietà acquistando una villa londinese da 11 milioni di dollari. Blair avrebbe acquistato la proprietà attraverso azioni di una holding delle Isole Vergini britanniche.

La cantante  colombiana Shakira, che è già in difficoltà fiscali  con l’accusa di non aver pagato le tasse in Spagna, ha istituito entità offshore nelle Isole Vergini britanniche per nascondere i propri beni, secondo i Pandora Papers.

I documenti evidenziano anche 700 milioni di dollari di proprietà londinesi appartenenti alla famiglie reale dell’Azerbaigian, gli Aliyev. La figlia del leader Ilham Aliyev, Leyla, che viene  evidenziata nei rapporti sui Pandora Papers , era precedentemente sposata con Emin Agalarov, la rockstar nata a Baku figlio di uno sviluppatore miliardario che ha avuto stretti legami con Putin e Donald Trump. Emin Agalarov e Leyla, ad oggi separati, hanno passato del tempo a crescere i loro due figli in una villa ad Alpine, nel New Jersey.

Leggi anche: Evasione fiscale: sequestrati 500mila euro al Papeete, centro della movida romagnola

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