I paesi baltici adesso temono di finire nel mirino di Mosca

Gli Stati Uniti cercano di calmare i timori tra i governi dei paesi baltici che adesso temono seriamente che Putin non possa fermarsi alla sola Ucraina.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Tremano i paesi baltici che temono seriamente un’invasione russa, avendo l’attacco all’Ucraina fatto saltare tutte le carte sul tavolo degli equilibri geopolitici europei. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ieri durante un incontro con gli alleati baltici di Washington ha cercato di rassicurare tutte le governance dell’est che adesso cominciano a manifestare paure circa il fatto che Vladimir Putin non si fermerà all’Ucraina, nel tentativo di ridisegnare i confini dell’Europa.

Blinken ha trascorso il fine settimana nei vicini dell’Ucraina: Polonia, Moldavia, Lituania, Lettonia ed Estonia, membri della NATO (Moldavia esclusa) che un tempo erano governati da Mosca e temono di poter affrontare un’invasione russa che potrebbe voler significare un non ritorno assoluto negli equilibri tra Occidente e Russia. Il peggior scenario possibile.

I paesi baltici potrebbero finire nel mirino russo, Moldavia il paese più esposto: non è membro di NATO e UE

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Durante gli incontri tenuti nei paesi baltici dal Segretario di Stato americano negli ultimi 3 giorni, rivolgendosi a Blinken, il presidente lituano Gitanas Nauseda, ha avvertito che:

L’aggressione sconsiderata della Russia potrebbe portare a una terza guerra mondiale. La deterrenza non è più sufficiente e abbiamo bisogno di una difesa avanzata qui sul posto perché altrimenti sarà troppo tardi, signor segretario. Putin non si fermerà in Ucraina se non verrà fermato – ha detto Nauseda.

La Russia definisce la campagna lanciata il 24 febbraio una “operazione speciale” che, a suo dire, non è progettata per occupare il territorio ma per distruggere le capacità militari del suo vicino e catturare quelli che considera pericolosi nazionalisti. Blinken ha poi incontrato lunedì a Riga il ministro degli Esteri lettone Edgars Rinkevics, nonché il primo ministro e presidente. Rinkevics ha chiesto una presenza permanente delle truppe statunitensi nei paesi baltici:

Non abbiamo più illusioni sulla Russia di Putin, non vediamo davvero alcuna buona ragione per presumere che la Russia possa cambiare la sua politica – ha detto Rinkevics in una conferenza stampa congiunta con Blinken.

Intervenuto anche in Polonia, a Vilnius, Blinken ha detto che la NATO rivede continuamente la sua posizione di difesa, anche esaminando schieramenti più permanenti, come richiesto dai paesi baltici:

Nessuno dovrebbe dubitare della nostra prontezza, nessuno dovrebbe dubitare della nostra determinazione – ha detto – L’impegno degli Stati Uniti per la garanzia dell’articolo 5 della NATO di difesa reciproca tra gli Stati membri è stato sacrosanto – ha poi aggiunto.

La corsa agli armamenti delle nazioni baltiche

I paesi della NATO hanno intensificato la loro presenza nei paesi baltici e in questi giorni pare siano in arrivo più truppe e attrezzature nei paesi che temono un’invasione russa. Circa 400 soldati statunitensi della prima squadra di combattimento della brigata corazzata sarebbero arrivati ​​in Lituania nei prossimi giorni, ha detto Blinken.

Il governo lituano ha successivamente annunciato un accordo per aumentare la spesa militare quest’anno, con fondi aggiuntivi da spendere per armi anticarro Javelin, droni da battaglia, mirini ottici e altri equipaggiamenti, nonché aggiornamenti alle sue basi militari e in quelle dei restanti paesi baltici. La Lituania si è anche unita al presidente ucraino, Volodymyr Zelenskiy, nel chiedere un embargo sull’energia russa. Blinken ha detto domenica che gli Stati Uniti e gli alleati europei stanno esplorando il divieto delle importazioni di petrolio russo:

Le fonti di energia che importiamo pagano per l’operazione militare russa. Non possiamo pagare petrolio e gas con il sangue dell’Ucraina – ha detto il ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis in una conferenza stampa congiunta con Blinken.

Tuttavia, il gas russo non può essere facilmente sostituitoLa Norvegia, il secondo fornitore più grande d’Europa, sta già operando alla massima capacità e i terminali GNL esistenti in Europa hanno una capacità disponibile limitata per assorbire la fornitura extra. Blinken in precedenza ha detto al personale dell’ambasciata americana a Vilnius che l’invasione russa dell’Ucraina ha messo in discussione i principi di base progettati per mantenere la pace tra le nazioni.

Leggi anche: Profilo psicologico di Putin: “Un bullo, un uomo insicuro e fragile, un padre anaffettivo”

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Tommaso Panza
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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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