Padre Rupnik e le accuse delle suore abusate. I gesuiti: “Denunciate in qualsiasi lingua”

Rupnik, sacerdote e artista noto per i suoi mosaici collocati nelle chiese di tutto il mondo, è ora al cento dell'attenzione mediatica per casi di abusi fisici e psicologici.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Padre Marko Ivan Rupnik, il gesuita sloveno di 68 anni, teologo coltissimo e autore dei mosaici che hanno impreziosito le chiese di tutto il mondo, negli anni Novanta è stato accusato di abusi fisici e psicologici che hanno portato a una scomunica, poi ritirata.

Attorno alla figura di Rupnik si è aperto di recente un vero e proprio caso. Altre testimonianze hanno arricchito l’intricata questione di nuovi elementi: una prima testimonianza raccolta da Federico Tulli e pubblicata su Left e una seconda pubblicata su Domani. Quest’ultima fa riferimento alla testimonianza di un’ex consacrata che accusa il gesuita sloveno di abusi fisici e psicologici.

Dopo giorni di indiscrezioni la vicenda è divenuta pubblica il 5 dicembre con una nota, datata 2 dicembre, nella quale la Compagnia di Gesù informava che nel 2021 il Dicastero per la Dottrina della Fede aveva ricevuto una denuncia di abusi sessuali e psicologici ai danni di suore di Lubiana, in Slovenia. Queste facevano parte di una Comunità fondata, alla fine degli anni Ottanta, da una religiosa che aveva come “padre spirituale” proprio Rupnik.

Rupnik e il caso della scomunica ritirata

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In seguito però sono emersi ulteriori dettagli in merito alla scomunica, resi noti dalla stessa Compagnia di Gesù che ha pubblicato la cronologia delle indagini. Pare che già nel 2020 la Congregazione per la dottrina della Fede aveva emesso un decreto di scomunica per Rupnik. Gli veniva contestata “l’assoluzione di un complice in un peccato contro il Sesto comandamento”.

In sostanza il gesuita aveva confessato e assolto una suora di cui aveva abusato, per poi costringerla a mantenere il silenzio. Si tratta di uno dei delitti canonici più gravi, punito proprio con la scomunica. Occorre precisare che questa non risulta essere una condanna a vita, ma può essere tolta se la persona si pente. Nello specifico il pentimento è avvenuto in fretta perché nello stesso mese la scomunica è stata revocata dall’ex Sant’Uffizio.

Inoltre la Compagnia di Gesù ha invitato a essere contattata, qualora fosse necessario:

Chiunque voglia fare una nuova denuncia o che voglia discutere di denunce.

Padre Johan Verschueren SJ, delegato del padre Generale e superiore maggiore delle Case internazionali dei gesuiti, ha dichiarato che la sua “principale preoccupazione in tutto questo è per coloro che hanno sofferto”, specificando che da una prima ricostruzione delle indagini si tratta di due casi distinti: le accuse di abusi riguardanti membri della Comunità di Loyola e l’assoluzione del complice in un peccato contro il sesto comandamento, per cui Rupnik ha ottenuto la scomunica.

Leggi anche: In Spagna viene approvata la legge contro gli abusi sessuali, “Solo sì è sì”. E in Italia?

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Michela Sacchetti
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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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