La denuncia del padre di Nina: “Tanta solidarietà, ma non è cambiato nulla”

Alessandro Sorrentino, padre di Nina, ha ringraziato tutti per il moto di solidarietà, ma ha pure sottolineato come non sia cambiato molto rispetto alla situazione iniziale.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Alessandro Sorrentino, padre di Nina, la studentessa 19enne con sindrome di Down che non è stata ammessa agli esami di maturità a Bologna, ha ringraziato tutti per il moto di solidarietà che si è sollevato per la figlia, ma ha pure sottolineato come non sia cambiato molto rispetto alla situazione iniziale.

La situazione non si è sbloccata – ha detto l’uomo a Fanpage.it – è rimasta esattamente quella che era: Nina quindi è ancora a casa, studia, fa le sue cose, ma non ci sono prospettive per il diploma. Ci fa piacere ricevere così tanta solidarietà e che ci siano ragazzi della sua età che si muovono sì al suo fianco, ma anche per una scuola più inclusiva, che dovrebbe essere l’obiettivo di tutti”.

Il padre di Nina Sorrentino al presidio organizzato dal collettivo Osa

Il padre di Nina Sorrentino è tornato sulla vicenda della figlia in occasione della manifestazione organizzata dal collettivo Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa) proprio a pochi metri del liceo Sabin di Bologna, lo stesso che Nina ha frequentato fino a metà marzo.

Al presidio in questione erano presenti circa cinquanta persone che, sul finale, dopo alcuni interventi, si sono lasciate andare alla musica (una delle più grandi passioni di Nina). A sventolare, oltre a quelle di Osa, anche le bandiere di Potere al Popolo e di altri collettivi, nell’ottica di una più ampia denuncia del sistema scolastico italiano e dell’inaccessibilità del diritto allo studio per alcune persone.

Il padre di Nina: “L’inclusione scolastica è un tema importante”. La preside: “Ho rispettato la legge”

Ripeto, mi fa piacere: l’inclusione scolastica e nella società è un tema molto importante”, ha ribadito il padre di Nina ascoltando alcuni interventi. La preside del Liceo Sabin, Rossella Fabbri, non ha invece voluto rilasciare interviste, pur chiarendo di “aver semplicemente rispettato la legge”. Mentre Miriam Calcagnile, giovane portavoce di Osa, ha sottolineato:

Esprimiamo la nostra solidarietà ad una studentessa che ha deciso di lottare, senza fermarsi di fronte al diniego di sostenere gli esami di maturità.

Come suoi coetanei non possiamo sottrarci nell’opporci a tutto quello che sta succedendo e a questo sistema scolastico. Quindi abbiamo deciso di essere presenti, ma anche di lanciare un’agitazione nazionale studentesca in solidarietà di Nina.

Nonostante Bologna sia una roccaforte per il Partito Democratico, usando belle parole di inclusività e diritti civili, qui ci sono istituzioni locali che ancora non si sono espresse su quanto accaduto.

E poi sono i primi a portare avanti un modello fatto di tagli all’istruzione, con una vera e propria scuola-gabbia che per noi studenti è solo opprimente.

Purtroppo è però una questione che va avanti da decenni, non è una cosa nata ieri, è frutto di una serie di controriforme operate sia dai partiti di centrosinistra che di centrodestra.

La decisione della madre e del padre di Nina di ritirare la figlia da scuola

La madre e il padre di Nina Sorrentino, qualche giorno fa, avevano deciso di ritirare la figlia dal liceo Sabin, dove seguiva il programma differenziato. Già al terzo anno, infatti, i genitori avevano richiesto il passaggio al programma degli obiettivi minimi, che avrebbe permesso alla ragazza di prendere la Maturità e non solo la “certificazione delle competenze”.

Ma il rifiuto del Consiglio di classe era stato categorico, soprattutto perché quel passaggio richiedeva di sostenere esami integrativi. Da qui, la decisione dei genitori di ritirare Nina da scuola, nonostante con un giorno di presenza in più avrebbe potuto ottenere la certificazione delle competenze, che però le avrebbe impedito di prendere la maturità.

Leggi anche: Prima udienza per Alessia Pifferi, la sorella: “Deve pagare, Diana era la bimba più bella del mondo”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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