Prima udienza per Alessia Pifferi, la sorella: “Deve pagare, Diana era la bimba più bella del mondo”

Oggi a Milano è andata in scena la prima udienza del processo per omicidio volontario pluriaggravato ai danni di Alessia Pifferi. Ecco cosa ha detto la sorella uscendo dal Tribunale.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Oggi a Milano è andata in scena la prima udienza del processo per omicidio volontario pluriaggravato ai danni di Alessia Pifferi, 37 anni, madre della piccola Diana, la bambina di 18 mesi abbandonata in casa per sei giorni e lasciata morire di stenti.

Il presidente della Corte di Assise Ilio Mannucci Pacini ha rinviato tutto all’8 maggio in modo da consentire al nuovo legale dell’imputata, Alessia Pontenani, di studiare gli atti. Anche perché la sua assistita rischia concretamente l’ergastolo. Il rinvio, infatti, è stato concesso dai giudici proprio data la “delicatezza e la complessità del procedimento”.

Le parole della sorella di Alessia Pifferi: “Deve pagare”

La zia della piccola Diana e sorella di Alessia Pifferi, Viviana Pifferi, ha esternato chiaramente il suo punto di vista su quanto accaduto uscendo dalla Corte di Assise di Milano. La donna, che si costituirà parte civile insieme alla madre (ovvero la nonna di Diana), ha detto che la bambina “aveva diritto di vivere, non di pagare per sua madre. In lacrime, ha ribadito che la sorella “deve pagare”.

Diana era la bimba più bella del mondo, non si meritava tutto questo, lei deve pagare per ciò che ha fatto”, queste le parole precise di Viviana Pifferi. Che si è presentata in Tribunale indossando una maglia con sopra stampata la foto della nipote.

Alessia Pifferi rischia l’ergastolo, ma la difesa potrebbe puntare su perizia psichiatrica

Alessia Pifferi è in carcere da fine luglio scorso nel contesto dell’inchiesta della Squadra mobile di Milano, coordinata dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro. La Procura di Milano, da parte sua, ha contestato nell’imputazione di omicidio volontario anche l’aggravante della premeditazione, dei motivi futili e abietti e del fatto che, ovviamente, la bambina che ha perso la vita fosse la figlia dell’imputata.

Motivo per cui oggi la 37enne rischia la condanna all’ergastolo (aveva provato a richiedere il rito abbreviato senza successo). Ora la difesa potrebbe puntare su un’istanza di perizia psichiatrica, in modo da valutare un possibile vizio di mente al momento dei fatti.

Prima udienza per Alessia Pifferi: cosa era successo nel luglio 2022

Nonostante la richiesta di perizia psichiatrica, la Procura è convinta che Alessia Pifferi sia “una persona priva di scrupoli e capace di commettere qualunque atrocità pur di assecondare i propri bisogni personali legati alla necessità di intrattenere, a qualunque costo, relazioni sentimentali e amorose con gli uomini”.

Stando a quanto scritto dai pm nell’imputazione, in quei terribili giorni del luglio 2022 la piccola Diana venne lasciata “priva di assistenza e assolutamente incapace, per la tenerissima età, di badare a se stessa, senza peraltro generi alimentari sufficienti e in condizioni di palese ed evidente pericolo per la sua vita, pure legate alle alte temperature del periodo”.

Il che causò “nella minore una forte disidratazione” che la portò alla morte. Dopo aver chiuso la porta di casa, la donna se ne era andata dal compagno (non padre della bimba) in provincia di Bergamo.

Leggi anche: Perché Alessia Pifferi ha abbandonato e lasciato morire da sola in casa la figlia di 18 mesi?

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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