Padova, nipoti salvano la vita alla zia con un doppio trapianto di fegato: “Prima volta in Europa”

Il merito di questa impresa va all'équipe d'eccellenza dell'Azienda ospedaliera di Padova, formata da 50 professionisti e diretta dal professor Umberto Cillo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Nipoti salvano la zia. Ha dell’incredibile quanto accaduto all’Azienda ospedaliera di Padova. Qui – per la prima volta in Italia e in Europa – è stato eseguito un intervento ai limiti del miracoloso, ovvero un trapianto di fegato da due donatori viventi per salvare la vita di una donna di 52 anni, loro zia, affetta da metastasi da adenocarcinoma del fegato.

Il merito di questa vera e propria impresa va alla squadra che ha realizzato l’intervento, un’équipe d’eccellenza formata da 50 professionisti diretta dal professor Umberto Cillo, luminare del settore.

Nipoti salvano zia: la complessità dell’intervento

Nipoti salvano la zia: la donna e i due fratelli, di 28 e 30 anni, risiedono fuori dal Veneto. Ma per questo complicato intervento si sono rivolti al maggior esperto sulla piazza, da qui la scelta di Padova.

L’operazione è perfettamente riuscita e i due giovani donatori sono stati dimessi dopo quattro giorni. La zia, invece, è tornata a casa dall’ospedale dopo due mesi.

L’intervento è stato a dir poco complesso, oltre che raro. I due lobi sinistri – prelevati ai ragazzi – potranno rigenerarsi in quattro settimane. Uno dei due è stato rovesciato chirurgicamente per una migliore risposta dell’organismo. Tra l’altro, l’operazione ha pure richiesto un’accurata selezione del paziente e dei donatori.

Nipoti salvano la zia donando il 25% del loro fegato

Nipoti salvano la zia donando il 25% del loro fegato

Nipoti salvano la zia: alla donna non erano bastate tre linee di chemioterapia per guarire. Così la famiglia si è subito messa a disposizione per il trapianto di fegato. Quattro i parenti volontari, due quelli indicati per la donazione. Alla fine, ognuno dei due nipoti ha donato il 25% del suo fegato, non il 65% come avviene in operazioni che coinvolgono un singolo donatore.

Motivo per cui, per i due donatori, l’impatto dell’intervento è stato di molto inferiore rispetto a una donazione parziale, che tradizionalmente è più efficace. “Cinque anni fa ho mostrato la mia idea al presidente del Veneto Zaia e ho ricevuto subito il massimo supporto – ha spiegato il professor Cillo – Siamo arrivati a questo risultato con sei ricostruzioni vascolari, utilizzando tre sale operatorie in contemporanea, con 15 chirurghi, 4 anestesisti, 3 coordinatori, 30 infermieri”.

Nipoti salvano zia con trapianto di fegati, Zaia: “Nuova prospettiva per la sanità veneta”

Proprio il governatore veneto Luca Zaia, che ha seguito da vicino l’evolversi dell’intervento, ha così commentato la buona riuscita dell’operazione:

Dopo aver varcato una nuova frontiera nella cardiochirurgia, con tre trapianti di cuore da donatore a cuore fermo a Padova e Verona, oggi per la sanità veneta si apre una nuova prospettiva, che potrà ridare speranza ai malati che attendono un trapianto di fegato.

Con un intervento di 20 ore, oltre 50 professionisti dell’Azienda Ospedale Università Padova, guidati dal professor Umberto Cillo, hanno effettuato il primo trapianto in Italia e in Europa di due fegati, di due donatori viventi, in un unico ricevente. Questo si chiama ‘miracolo veneto’.

Un ulteriore dettaglio che vorrei sottolineare è che nell’equipe del prof. Cillo, luminare che la nostra sanità annovera tra le proprie indiscusse eccellenze, c’erano tanti medici giovani. Una bella prospettiva per il progresso e il futuro della Sanità veneta.

E ringrazio i veneti: qui, l’opposizione alla donazione degli organi in media è del 20%, contro il 29% a livello nazionale. La donazione è diventata cultura.

Leggi anche: Trapianto record a Verona, organi espiantati con cuore fermo da 1 ora: “È la prima volta”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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