Trapianto record a Verona, organi espiantati con cuore fermo da 1 ora: “È la prima volta”

Si è trattato di un'operazione ai limiti del miracoloso, ritenuta impossibile dalla comunità scientifica fino a poco tempo fa.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Un trapianto record è andato in scena nel reparto di Cardiochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona. Si è trattato di un’operazione ai limiti del miracoloso, ritenuta impossibile dalla comunità scientifica fino a poco tempo fa.

Invece è tutto vero: l’8 giugno, un team multidisciplinare ha eseguito un intervento di espianto multi-organi da un paziente di 29 anni deceduto al Polo Confortini. In breve, sono stati trapiantati cuore e polmoni insieme dopo 52 minuti dal momento in cui l’organo cardiaco aveva smesso di battere.

Trapianto record a Verona: si apre frontiera espianti da morte cardiaca

Il trapianto record ha realizzato un doppio primato, visto che ha coinvolto cuore e polmoni insieme, e di fatto ha aperto la frontiera degli espianti da morte cardiaca. Come anticipato, a realizzare l’operazione è stato un team multidisciplinare di cardiochirurghi, chirurghi toracici, chirurghi esperti in trapianto di fegato e rene (anch’essi prelevati al paziente), e anestesisti e rianimatori.

Non va dimenticato il ruolo fondamentale del Centro di Coordinamento dei trapianti gestito dalla dottoressa Marilena Casartelli Liviero, dei tecnici di perfusione cardiocircolatoria e le diverse equipe infermieristiche”, ha precisato Leonardo Gottin, l’anestesista direttore della Terapia intensiva cardio-toraco-vascolare, che insieme al professore Giovanni Battista Luciani, direttore di Cardiochirurgia dell’Università, raccontano l’eccezionalità del trapianto realizzato.

Trapianto record: “Prima volta in Italia e nel mondo”

Sono proprio le parole dei proffessori Gottin e Luciani a spiegarci concretamente quanto il trapianto record sia stato qualcosa di profondamente avanguardistico e innovativo, oltre che un’eccellenza tutta italiana. Negli ultimi quattro mesi, infatti, sono stati eseguiti già quattro trapianti di cuore fermo per circa 40 minuti, prima a Padova, poi a Torino e, infine, a Verona. Qui però si è raggiunto un altro primato: sono stati raggiunti i 52 minuti di ischemia cardiaca e prelevati cuore e polmoni in contemporanea.

Non era mai stato dimostrato che da morte cardiaca del paziente si potessero preservare così a lungo cuore e polmoni insieme – ha spiegato Luciani – L’intervento di Verona, eseguito con successo, visto che tutti e cinque i riceventi stanno bene, è stato il primo in Italia, ma si può dire anche al mondo, poiché negli altri Paesi dove si esegue l’espianto cuore-polmoni, lo si fa dopo pochi minuti e dunque senza la necessità di applicare la perfusione prolungata degli organi”.

Questo perché in Italia dal 1993 vige la legge che impone si certifichi la morte per arresto cardiaco con la registrazione continua dell’elettrocardiogramma per un periodo non inferiore a 20 minuti, mentre all’Estero è di soli 5 minuti. Con un tempo così dilatato tutti gli organi non vengono irrorati da sangue ossigenato e ciò può determinare la comparsa di danni tali da non renderli più idonei al trapianto. Questo è particolarmente importante per il cuore”, ha concluso Gottin.

Leggi anche: Endometriosi dovuta a batteri e curabile con gli antibioitici: lo studio rivoluzionario

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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