Neonato salvo a Torino dopo intervento unico al mondo: “Rischiava di non respirare più, ora sta bene”

Una storia a lieto fine arriva dall'Ospedale Regina Margherita di Torino. Qui è stato portato a termine un intervento mai tentato prima al mondo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Una storia a lieto fine arriva dall’Ospedale Regina Margherita di Torino. Qui è stato portato a termine un intervento mai tentato prima al mondo. Protagonista dell’operazione, un neonato di 3 mesi affetto da mielomeningocele nasale, una malattia molto rara che comporta la chiusura difettosa della base del cranio e che può provocare – nel corso della vita del feto – la discesa di una piccola parte di cervello all’interno del naso.

Insomma: il caso era più che complesso. E i medici sono stati costretti a prendere una decisione rischiosa: quella di operare subito in sala operatoria, invece di aspettare che il piccolo raggiungesse gli 8 mesi di vita come invece suggerito dalla letteratura medica. Una scelta, questa, in verità quasi obbligata, visto che le condizioni del neonato erano in rapido peggioramento.

Intervento miracoloso all’Ospedale Regina Margherita: la scelta obbligata dei medici

Il neonato operato all’Ospedale Regina Margherita non era solo a rischio meningite. Il problema più grande era il fatto che presentasse un foro nella parte posteriore del naso. E una porzione di cervello (molto voluminosa) stava per scendere nel naso, ostruendo così in modo preoccupante il transito dell’aria e provocando nel piccolo una respirazione sempre più affannosa.

Il programma canonico sarebbe stato quello di aspettare il compimento degli otto mesi per procedere poi con l’operazione, ma le condizioni respiratorie del neonato erano troppo gravi e in continuo peggioramento. Così, raggiunto il terzo mese di vita, si è deciso di intervenire. Il rischio di un blocco totale della respirazione era troppo alto e, tra l’altro, per rimediare sarebbe stato necessario un complesso intervento di tracheostomia. Da qui, il via libera dei genitori all’operazione.

L’intervento in endoscopia unico al mondo all’Ospedale Regina Margherita

Dopo che il team dell’Ospedale Regina Margherita ha spiegato nel dettaglio la situazione del piccolo, i genitori hanno quindi accettato che si procedesse con l’intervento. A seguito di alcuni colloqui con i neonatologi, si è deciso di intervenire in endoscopia, nonostante non ci fosse alcun tipo di precedente a livello mondiale in letteratura medica su interventi del genere eseguiti su bambini al terzo mese di età.

Il piccolo è stato quindi operato con un intervento tecnicamente complicatissimo dal dottor Paolo Tavormina (responsabile dell’Otorinolaringoiatria pediatrica), assistito dalla dottoressa Federica Peradotto e dal dottor Paolo Pacca, aiuto della divisione di Neurochirurgia pediatrica diretta dalla dottoressa Paola Peretta.

A descrivere nel dettaglio le modalità di intervento del team medico dell’Ospedale Regina Margherita è il quotidiano La Stampa, che riporta: “I chirurghi del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino (diretto dalla professoressa Franca Fagioli) sono entrati attraverso il nasino del bimbo con fibre ottiche di diametro di 2,7 millimetri che hanno permesso di monitorare in video la procedura nel punto cruciale. Quindi si è fatto ricorso a micro-strumenti, che hanno permesso di chiudere, tramite la mucosa stessa del paziente, il foro alla base del cranio”.

L’intervento, fortunatamente, è riuscito e oggi il bambino sta bene e presenta un normale sviluppo psico-intellettivo.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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