Oscar, vincitori, italiani partecipanti e Everything Everywhere All at Once che resterà nella storia

Le premiazioni nella notte degli Oscar hanno superato ogni aspettativa, con vincitori sconosciuti ai più. Delusione per i candidati italiani, che non hanno ottenuto nessun riconoscimento.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Ieri sera si è tenuta a Los Angeles, al Dolby Theatre, la 95esima edizione dei premi Oscar presentata da Jimmi Kimmel. Come previsto Everything Everywhere All at Once è stato il film che ha vinto più premi, con sette statuette sulle undici nomination che aveva ottenuto.

La scelta di non premiare i grandi nomi, quali Spieelberg e McDonagh, ma coloro quali si rispecchiano in una sorta di ‘nomadismo identitario’ è evidente. L’impostazione che si vuole dare di recente, anche nei Festival del cinema nostrani, ad esempio, è quella di privilegiare l’anti-divo, colui il quale a fatica si fa strada in un mondo che non gli appartiene. Pensiamo a Marcello Fonte, che da sconosciuto nel mondo del cinema, a parte delle piccole particine, vince a Cannes, come miglior attore protagonista con il film Dogman.

Oscar: i vincitori, lontani da ogni logica di divismo

Le statuette della 95esima edizione degli Academy Award sono 23. Dopo Everything Everywhere All at Once il secondo film più premiato è stato il tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale. Altri due film che hanno ricevuto molte candidature, come The Fabelmans di Steven Spielberg ed Elvis di Baz Luhrmann, sono rimasti senza premi.

Tutti i vincitori destinati alla recitazione non avevano mai vinto un Oscar, e fino a pochi anni fa le loro carriere sembravano molto lontane da questo riconoscimento. È il caso di Ke Huy Quan, il quale dagli anni Ottanta ha recitato in una manciata di film, e Brendan Fraser che oggi compie 54 anni ed era sparito dalle scene per quasi un decennio dopo aver recitato in diversi successi tra gli anni Novanta e Duemila, come la Mummia.

Le due vincitrici femminili vengono invece da carriere di successo e più longeve. Jamie Lee Curtis ha vinto il suo premio Oscar a 64 anni, dopo aver recitato in una cinquantina di film dal 1978 fino a oggi. La stessa cosa vale per Michelle Yeoh, la quale a 60 anni è diventata la prima attrice asiatica a vincere l’Oscar come migliore protagonista.

Oscar: la delusione dell’Italia, che non porta a casa nessuna statuetta

Oscar_Alice Rohrwacher_

Tanta la delusione per l’Italia, che non riesce ad ottenere nessun risultato. Alice Rohrwacher era tra i favoriti con il cortometraggio ‘Le Pupille’. In nomination anche l’hair stylist Aldo Signoretti per il look del biopic Elvis, nella categoria Miglior trucco e acconciatura, l’attore Lorenzo Zurzolo tra i protagonisti del film EO, una co-produzione polacco-italiana candidata nella rosa dei Migliori film stranieri, e il brano Applause, usato per l’episodio girato da Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy nel film corale ‘Tell It Like a Woman’, e in gara come miglior canzone originale.

Il corto della Rohrwacher è una sorta di favola natalizia ispirata da una lettera che la scrittrice Elsa Morante ha inviato a un suo amico, Goffredo Fofia, in cui si racconta una giornata molto speciale nella vita di un gruppo di ragazzine, ambientata in Italia nel periodo fascista. 

Oscar: Everything Everywhere All at Once trionfa con 7 statuette

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Il film più premiato è stato Everything Everywhere All at Once, che ha ottenuto lo straordinario risultato di vincere il miglior film, miglior regia e tre delle quattro principali categorie: come migliore attrice protagonista a Michelle Yeoh e migliori attori protagonisti a Jemie Lee Curtis e Ke Huy Quan. Quest’ultimo ha tenuto il discorso più toccante della serata dicendo:

Il mio viaggio è cominciato su una barca, ho passato un anno in un campo profughi e sono finito qui sul palco più importante di Hollywood.

Dicono che le storie così sono solo per il cinema, ma sono reali, è questo il vero sogno americano.

Leggi anche: Chi è Stefano Veneruso, nipote di Massimo Troisi e regista di “Da domani mi alzo tardi”

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Michela Sacchetti
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