Opzione Uomo: in cosa consiste il piano di Giorgia Meloni per andare in pensione a 58 anni

Fratelli d’Italia propone Opzione Uomo che costerebbe meno di quota 41 previsto dalla Lega e sindacati: quali sono i requisiti e quanto si prende?

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Giorgia Meloni sta valutando Opzione Uomo, l’ipotesi di estendere il ritiro dal lavoro anticipato anche per gli uomini, così come accade per le donne.

Secondo quanto riportato da Repubblica l’idea di Giorgia Meloni sarebbe quella di anticipare la pensione a 58-59 anni con 35 di contributi e ricalcolo dell’assegno contributivo in cui l’importo da percepire sarà ridotto dal 13 al 31%. Opzione Uomo non è che un’estensione di Opzione Donna, che dovrebbe scadere il 31 dicembre insieme a Quota 102, Ape sociale e canale per i precoci.

Opzione Uomo: la Legge Fornero e le ipotesi sul nodo pensioni

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A gennaio 2023 dovrebbe tornare in vigore la Legge Fornero che prevede andare in pensione a 67 anni d’età con almeno 20 anni di contributi o dopo 42 anni e dieci mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne), con le uniche eccezioni per i lavoratori appartenenti a determinate categorie ritenute particolarmente usuranti. Affinché ciò non accada occorre trovare un’alternativa. Sulla questione pensioni però il nuovo Governo non sembra avere un parere condiviso.

Se da una parte la Meloni mira a congelare l’età a 67 anni l’età d’uscita di vecchiaia, non tenendo in considerazione il variare dell’aspettativa di vita, Berlusconi invece auspica il raggiungimento delle pensioni minime, tutte a 1000 euro, mentre Salvini spinge per Quota 41.

Opzione Uomo: quali sono i requisiti e quanto si prende?

Fratelli d’Italia propone Opzione Uomo che costerebbe meno di quota 41 previsto dalla Lega e sindacati.

Con la proposta della Meloni in pratica anche i lavoratori uomini, come accade oggi per le lavoratrici, potrebbero accedere alla pensione a 58-59 anni e con 35 anni di contributi, a patto che accettino per intero il calcolo contributivo del trattamento.

Il taglio può andare dal 15 al 30 per cento sull’importo variabile, a seconda degli anni di lavoro precedenti al 1995. Ricordiamo che Opzione Uomo non rappresenta una novità ma una soluzione molto vicina a “Opzione Tutti”, l’idea del premier uscente Mario Draghi.

Leggi anche: Stipendi e pensioni: di quanto aumenteranno dopo il decreto Aiuti Bis

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Michela Sacchetti
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