Svolta nell’omicidio di Nada Cella: indagata una donna dopo 25 anni

Dopo 25 anni dall'omicidio di Nada Cella si potrebbe arrivare ad identificare l'assassino. In questi anni il caso era stato chiuso perché le piste a disposizione erano insufficienti.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Potrebbe esserci una svolta nell’omicidio di Nada Cella, la segretaria trovata morta nel 1996 a Chiavari, nello studio commercialista dove lavorava.

I tre ad aver ricevuto un avviso di garanzia e su cui la procura di Genova ha indagato sono: una donna, Annalucia Cecere, l’anziana madre, Teresa Bucchioni, per false dichiarazioni, e il commercialista presso cui lavorava Nada, Marco Soracco. Il genetista Emiliano Giardina, noto per essere arrivato all’Ignoto 1 nel caso di Yara Gambirasio, oggi eseguirà degli esami sui reperti di Dna trovati sulla scena del crimine.

A capo delle indagini ci sono gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto.

Nada Cella, gli elementi per la riapertura del caso

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Grazie alla tenacia della famiglia di Nada, aiutata dall’avvocato Sabrina Franzone, e al ruolo decisivo della criminologa Antonella Pesce, sono state riaperte le indagini sull’omicidio dell’allora 25enne Nada Cella. Sarebbero stati presi in considerazione alcuni spunti trascurati all’epoca dei fatti.

Secondo gli investigatori Annalucia Cecere si sarebbe invaghita di Marco Soracco, commercialista e datore di lavoro della vittima. I due si erano conosciuti ad un corso di ballo per poi rivedersi durante alcune serate in discoteca. La donna, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato di prendere il posto di Nada. La mattina dell’omicidio Marco Soracco potrebbe aver visto uscire dal suo ufficio la donna, oggi 53enne, e non aver detto nulla in tutti questi anni.

La Cecere, dopo essere stata in un primo tempo indagata, si era trasferita in Piemonte. Per un periodo avrebbe lavorato come maestra elementare per poi essere licenziata nel 2017 a motivo di un provvedimento disciplinare.

A suo svantaggio oggi nelle indagini ci sono alcuni elementi, come l’aver trovato nella sua casa dei bottoni di una giacca maschile di valore, uguali a quelli ritrovati sotto il corpo della vittima. E anche il fatto che due persone l’abbiano vista sulla strada dello studio del commercialista Soracco, proprio la mattina in cui è stato trovato il corpo senza vita di Nada Cella.

Nada Cella, un omicidio irrisolto

Nada Cella è stata uccisa in 6 maggio del 1996, in un appartamento di via Marsala a Chiavari, sede dello studio commercialista presso cui la giovane 25enne lavorava. Ad ucciderla sarebbe stato un colpo alla testa con un oggetto pesante, forse un posacenere o un fermacarte che non è stato mai ritrovato.

Il primo ad essere sospettato fu il datore di lavoro della ragazza, il commercialista Marco Soracco, che si ipotizzò essere un amante respinto. Ma nel 1998 fu scagionato insieme alla madre di Nada, Teresa Bucchioni, che in un primo tempo si ritenne avesse coperto l’uomo.

All’epoca furono indagati anche due muratori legati ad un giro di prostituzione e una condomina del palazzo, affetta da disturbi psichiatrici, ma non si trovarono riscontri per nessuna pista.

Leggi anche: Claudio Lasala, ucciso a 24 anni per un cocktail negato: fermati un 20enne e un 18enne

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