Farina di grillo nei supermercati italiani, poi tocca alle larve di verme

Farina di grillo negli scaffali dei supermercati: da oggi è possibile. Il 26 gennaio, invece, toccherà alle larve congelate, in pasta, essiccate o in polvere di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore).

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Farina di grillo negli scaffali dei supermercati: da oggi è possibile. L’Unione Europea, infatti, ha concesso il via libera alla farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico), che potrà essere utilizzata per produrre pane, pizza, pasta, biscotti e così via. Il 26 gennaio, invece, toccherà alle larve congelate, in pasta, essiccate o in polvere di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore).

Si tratta di provvedimenti presi sulla scia della liberalizzazione da parte dell’Ue di prodotti a base di insetti degli ultimi anni. Già nel giugno del 2021, infatti, la Commissione Europea aveva dato l’ok alla larva essiccata del tenebrione mugnaio. Poi, il via libera nel marzo 2022 alla commercializzazione dei grilli in polvere, congelati, in pasta ed essiccati. Nelle stesse forme, da fine 2021, si vende pure la locusta migratoria e, da marzo 2022, la larva gialla della farina.

Farina di grillo, ok dell’Ue. Già altre 8 domande in lista d’attesa, ma preoccupa l’allergenicità

L’ok dell’Ue alla farina di grillo e alle larve di verme della farina minore potrebbe essere seguito da altri via libera. Sono già otto le domande in lista d’attesa, per le quali quali l’Ue sta verificando l’idoneità ai requisiti. Il più stringente riguarda l’etichettatura relativa all’allergenicità, dato che le proteine derivanti da insetti potrebbero causare reazioni in individui già allergici a crostacei, acari della polvere e, in alcuni casi, molluschi.

Tanto che l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha sconsigliato ai minori di 18 anni di consumare il verme della farina minore, un parere scientifico, questo, che risulta inserito nel regolamento Ue che ha autorizzato la commercializzazione del prodotto.

Farina di grillo e gli altri cibi a base di insetti: perché rispondono agli obiettivi dell’Ue

Mettendo da parte la questione allergenicità, che è quella che preoccupa di più, il via libera da parte dell’Ue alla farina di grillo e alle larve di verme della farina minore risponde perfettamente agli obiettivi di Bruxelles, che vede nelle proteine derivate dagli insetti un valido sostituto alle proteine animali, il cui costo è in aumento e il cui impatto ambientale è certamente maggiore. Senza considerare come l’allevamento di insetti potrebbe in futuro ridurre di molto le emissioni di gas serra.

Cibi derivati da insetti, inoltre, rappresentano un’ulteriore garanzia per fronteggiare l’insicurezza alimentare e la crescita della popolazione, fattore quest’ultimo che ha portato a una sempre maggiore domanda di proteine da parte delle classi medie.

Si tratta del cosiddetto Novel Food, termine con cui si intendono sostanzialmente cibi nuovi, o “cibi del futuro”, o cibi alternativi. Insomma, in qualsiasi modo li si voglia chiamare, parliamo di alimenti destinati al consumo umano ma nuovi per i consumatori europei o, comunque, mai consumati in maniera significativa dalla popolazione europea finora. È questo il caso degli insetti, ma anche delle alghe e dei superfood.

Farina di grillo e gli altri cibi a base di insetti: che ne pensano gli italiani?

Nonostante lo studio delle proteine derivate da insetti sia considerato uno dei più importanti da parte del programma Orizzonte Europa, che sostiene finanziaramente la ricerca nei Paesi Ue, i consumatori europei non sembrano essere colpiti dalla farina di grillo e prodotti simili. Men che meno gli italiani: circa il 54%, secondo un sondaggio di Coldiretti Toscana, si è dichiarato contrario agli insetti a tavola, mentre il 26% è indifferente, il 16% è favorevole e il 6% non risponde. L’associazione dei conusmatori toscana ha concluso:

Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea.

Al di là della normale contrarietà dei cittadini italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari.

Leggi anche: Novel Food, gli insetti arrivano davvero a tavola: ecco di cosa si tratta

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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