Questa mattina a Roma la Direzione investigativa antimafia ha scoperto una propaggine della ‘ndrangheta nella Capitale. La DIA ha realizzato 43 misure cautelari portando alla luce varie attività, mentre dai carabinieri di Reggio Calabria sono stati eseguiti altri 34 arresti, tra cui anche il sindaco di Cosoleto, Antonino Gioffrè, accusato di scambio elettorale politico-mafioso.
Diverse persone sono state ritenute coinvolte in quella che si è rivelata un’organizzazione che non mirava a un controllo sul territorio ma a investimenti e riciclaggio, e nello specifico nel settore commerciale e della ristorazione.
“Noi a Roma siamo una propaggine di là sotto”, è una frase di un’intercettazione dell’operazione “Propaggine” che conferma la dipendenza con la ‘ndrangheta calabrese.
Attualmente sono ancora in corso persecuzioni e sequestri.
Cosa faceva la ‘ndrangheta nella Capitale
A Roma diverse attività economiche, quali quelle ittiche, di panificazione, pasticceria, facevano conto a intestazioni fittizie e rappresentavano un distaccamento autonomo della ‘ndrangheta nella Capitale.
Si tratta, nello specifico, della cosca di Antonio Carzo e Alvaro di Sinopoli (RC) che aveva dato vita nella Capitale ad una vera e propria propaggine, da cui prende il nome stesso dell’operazione. I soggetti arrestati sono accusati di associazione mafiosa, favoreggiamento nell’agevolare attività di stampo mafioso, detenzione e vendita di armi da sparo, anche da guerra.
La ‘ndrangheta nella Capitale, operante a Roma dal 2015 quando Carzo ricevette l’autorizzazione per costituire una struttura operante sul territorio, è radicata e controlla diverse attività economiche, oltre ad essere infiltrata in alcune amministrazioni locali.
Tra gli indagati c’è anche un dipendente bancario e un commercialista. Pare inoltre che i clan della ‘ndrangheta abbiano esportato nella Capitale anche tutti i riti e i linguaggi della cosca calabrese.
Operazione sulla ‘ndrangheta nella Capitale: l’apprezzamento di Zingaretti e del prefetto di Roma
Nicola Zingaretti, ha così commentato il lavoro svolto dalla DIA:
Grazie alla Dia e alla Dda di Roma per la più importante operazione mai fatta nella Capitale contro la ‘ndrangheta.
Le mafie sono un pericolo per la democrazia. Insieme possiamo combatterle.
Anche il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, ha espresso il suo apprezzamento per l’operazione:
Ringrazio gli uomini della Dia e delle forze dell’ordine ed i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Roma.
In coordinamento con i colleghi di Reggio Calabria, hanno segnato oggi un altro importante punto nella lotta alla criminalità organizzata, ribadendo il forte impegno delle Istituzioni nel contrasto alle consorterie malavitose.
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