Fin dalla sua elezione, Papa Leone XIV ha posto al centro dei propri discorsi la pace. E lo è stato anche questa volta, in risposta a una mamma preoccupata per il futuro dei bambini, nel caso in cui scoppiasse una guerra mondiale.
Il Santo Padre, infatti, ha scritto una riflessione, pubblicata sulla rivista Piazza San Pietro, in cui afferma l’importanza di un dialogo costante, su tutti i livelli, che possa garantire una situazione di pace “autentica e durevole”.
“Che ne sarà dei sogni dei bambini?“
Zaira Mainella è una mamma che ha espresso in una lettera, indirizzata a Papa Leone, la sua preoccupazione per il futuro dei bambini. Il testo è stato pubblicato sulla rivista Piazza San Pietro:
Caro papa Leone XIV,
Le scrivo di seguito una breve riflessione sul bisogno di pace che abbiamo tutti in questo momento storico.
Che ne sarà dei sogni dei bambini se scoppia una guerra mondiale?
Che ne sarà dei sacrifici dei loro genitori per comprare una casa, farli studiare e risparmiare per il loro futuro?
Paolo vorrebbe diventare un dottore, per imparare a curare chi sta male; Manuela ama gli animali alla follia e le piacerebbe essere un giorno una veterinaria.
Gabriele desidera spegnere gli incendi da grande e Valeria, invece, infiammare i cuori dei bambini scrivendo per loro storie di fantasia.
La lettera prosegue con una riflessione ancora più particolareggiata di quelle che sarebbe le conseguenze se ci si ritrovasse effettivamente coinvolti in una guerra mondiale:
Che ne sarà dei sogni dei bambini se le bombe distruggeranno le loro case?
Se i genitori, gli amici, e forse loro stessi moriranno senza neanche avere il tempo di rendersene conto?
Se un bel mattino il governante di un Paese si sveglia col desiderio di conquistare una terra non sua e sottometterne gli abitanti, che ne sarà del futuro della gente?
Di chi ha progettato di girare il mondo e ancora non parte, di chi aspetta un figlio, di chi sta per sposarsi… che ne sarà di tutta questa umanità?
La pace è un diritto fondamentale, perché lo abbiamo dimenticato?
Zaira Mainella.
Leggi anche: Prima udienza del Papa con Giorgia Meloni: si è parlato di pace e temi sociali
La risposta di Papa Leone

Papa Leone, quindi, ha risposto alla signora Zaira facendo appello, innanzitutto, all’amore che Dio nutre per ogni persona. Questo è sinonimo di fede, di quella energia che spinge ad agire:
Cara Zaira, Il suo è un grido che arriva al cuore di Dio.
E Dio ci raggiunge sempre nei luoghi anche più difficili e tragici dove noi stiamo.
Questa è la nostra fede e la nostra speranza che non viene meno nemmeno nelle realtà più drammatiche.
Possiamo avere momenti di smarrimento, di spaesamento, ma anche in quegli spazi dell’anima e dei territori, Dio — che è amore — non ci abbandona mai.
Non dobbiamo mai dimenticarlo e dobbiamo testimoniarlo a tutti, a cominciare dalla famiglia in cui viviamo.
Questo non significa rimanere immobili o inerti.
Al contrario, il fuoco dell’amore di Dio, attraverso l’incontro con Gesù Cristo vivo nell’Eucaristia, ci richiama continuamente ad agire per il bene e per l’unità della famiglia umana.
Il Pontefice ha ripreso, poi, un discorso pronunciato lo scorso maggio, in occasione del primo incontro con il Corpo Diplomatico accreditato, incentrato sulla costruzione della pace, che risiede in ogni individuo:
Come ho detto nel primo incontro con il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede (16 maggio 2025), la pace nella prospettiva cristiana — come anche in quella di altre esperienze religiose — è anzitutto un dono, il primo dono di Cristo: «Vi do la mia pace» (Gv 14,27).
«Essa è però un dono attivo — dicevo in quell’occasione —, coinvolgente, che interessa e impegna ciascuno di noi, indipendentemente dalla provenienza culturale e dall’appartenenza religiosa, e che esige anzitutto un lavoro su se stessi.
La pace si costruisce nel cuore e a partire dal cuore, sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi».
In questo senso evidenziavo il contributo fondamentale delle religioni per favorire con il dialogo contesti di pace.
Leggi anche: Prima intervista mondiale di Papa Leone XIV: cosa ha detto?
Un dialogo che promuova la pace
Papa Leone, in risposta a Zaira Mainella, si è soffermato sull’importanza di purificare il cuore, così da creare un luogo confortevole in cui accogliere la pace:
Certo, per rispondere alla sua domanda, la situazione appare talora priva di vie d’uscita con i rischi conseguenti di aggravamento, ma è per questo che siamo chiamati tutti con urgenza a compiere quella purificazione del cuore per costruire relazioni di pace.
Per questa ragione dobbiamo rafforzare la nostra preghiera al Dio della pace.
Quanto tempo dedichiamo alla preghiera comunitaria e anche personale per invocare ogni giorno la pace?
Inoltre, il Santo Padre ha ribadito la necessità di creare dei dialoghi che possano portare a una pace continua, a cui i bambini hanno diritto. In questo modo la guerra non avrà la meglio:
Contemporaneamente insistiamo per il dialogo ad ogni livello, per promuovere una vera cultura dell’incontro e non dello scontro, e anche della limitazione del potere, come chiedeva sempre il mio amato predecessore papa Francesco.
La sfida è saper coniugare la preghiera con i gesti coraggiosi necessari e con la pazienza faticosa dei piccoli passi.
La guerra non avrà il sopravvento.
E i bambini hanno il diritto a una pace autentica, giusta e durevole.
Aiutiamoci nel cammino comune in questo Giubileo fondato sulla speranza che non delude. Grazie Zaira per la sua riflessione.
Benedico Lei e la Sua famiglia!