La Regione Puglia sostiene il social freezing. Per la prima volta in Italia è stato varato un provvedimento a sostegno della crioconservazione degli ovociti e prevede un contributo economico fino a 3.000 euro per le donne di età compresa tra i 27 e i 37 anni.
La fertilità viene riconosciuta come diritto e non come dovere: le richiedenti potranno infatti congelare i propri ovuli e posticipare il momento in cui desiderano diventare madri.
Lo conferma anche Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, come riporta “Il Sole 24 Ore”: “Sostenere il social freezing significa riconoscere che la fertilità oggi ha una dimensione sociale e che le istituzioni hanno il dovere di accompagnare le donne nelle loro decisioni, senza giudizi e senza condizionamenti”.
Cos’è il social freezing e perché una donna sceglie di congelare i propri ovuli?

Il congelamento degli ovuli è un procedimento medico che consente di prelevare e conservare le cellule uovo, gli ovociti, di una donna che si trova in età fertile. Queste ultime potranno poi essere utilizzate in futuro, anche molti anni dopo dal congelamento, attraverso la fecondazione assistita.
Sono molte le ragioni per cui una giovane potrebbe decidere di congelare i suoi ovuli tra cui:
- la precarietà in ambito lavorativo
- l’impossibilità di conciliare la vita professionale con quella famigliare
- l’instabilità di una relazione
- una storia o più storie famigliari di menopausa precoce
- in caso di malattia o assunzione di farmaci che potrebbero compromettere la fertilità
- il senso di inadeguatezza di fronte alla maternità in un determinato periodo della vita
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Social freezing, cosa prevede nel dettaglio il provvedimento varato dalla Regione Puglia?
La Regione Puglia ha varato un contributo una tantum fino a 3.000 euro per coprire i costi elevati delle spese mediche per la crioconservazione. Come anticipato poco sopra, il bonus è riservato alle donne che hanno tra i 27 e i 37 anni e per fare domanda devono essere soddisfatti alcuni requisiti specifici:
- le richiedenti devono risiedere in Puglia da almeno 12 mesi
- l’ISEE deve essere pari o non superiore a 30.000 euro
- la misura è riservata agli interventi che avranno luogo presso Centri di Procreazione Medicalmente Assistita, PMA, sia pubblici sia privati, inseriti nel Registro Nazionale autorizzato dal Ministero della Salute
Nella misura promossa dalla Regione Puglia sono esclusi vitto, alloggio, l’acquisto dei farmaci e le spese per gli esami diagnostici preliminari.
Come e dove presentare la domanda per il congelamento degli ovuli?
Tutte le donne interessate devono presentare la domanda presso la propria ASL di riferimento entro il 3 luglio 2025, fornendo la documentazione relativa all’ISEE.
Successivamente, entro 60 giorni dalla richiesta, l’azienda sanitaria comunicherà se è stata presa in carico. Qualora la risposta fosse affermativa, la donna che vorrà congelare i suoi ovuli potrà avviare il percorso clinico.
Una volta terminato l’iter medico, la richiedente dovrà fare una rendicontazione delle spese sostenute per poter ottenere il rimborso.
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