Draghi telefona a Putin, nella speranza di trovare un canale diretto per risolvere alcune questioni di fondamentale importanza. Suo principale interesse per il momento è quello di sbloccare il grano fermo nei depositi ucraini, scongiurando una crisi umanitaria senza precedenti.
La telefonata è avvenuta ieri, in concomitanza con l’intervento del ministro degli Esteri russo Lavrov, che demolisce il piano di pace elaborato dalla Farnesina e consegnato da Di Maio all’Onu:
I politici seri che vogliono ottenere risultati e non sono impegnati nell’autopromozione di fronte al loro elettorato non possono proporre questo genere di cose.
Draghi telefona a Putin, cosa si sono detti: la nota del Cremlino

Draghi telefona a Putin e non affronta il discorso di Lavrov ma mira a risolvere l’urgente problema delle tonnellate di frumento ferme nei depositi ucraini, e che marciranno se non si renderanno agibili i porti del Mar Nero, minati dagli stessi ucraini per evitare che le navi russe possano accedervi.
Occorre una collaborazione da entrambe le parti, con Kiev affinché sminino i porti, e con Mosca perché si impegni a non effettuare attacchi. Draghi telefona a Putin ma a rendere nota la notizia del colloquio telefonico è stato lo stesso Cremlino che ha voluto precisare come sia stato il presidente italiano a telefonare per primo specificando che la richiesta di sbloccare grano e fertilizzanti sarà accolta a patto che vengano revocate le sanzioni.
Anche per quanto riguarda il gas la Russia si impegna a continuare a garantire forniture ininterrotte, ai prezzi fissati dai contratti.
Draghi telefona a Putin: la conferenza stampa
Draghi poi nella conferenza stampa svoltasi ieri sera ha voluto fornire la propria versione dei fatti, sottolineando come la chiamata sia stata effettuata per risolvere questioni gravi e che non c’è la sicurezza che quanto dichiarato da Putin si verificherà poi nei fatti, anche perché non vi è margine di revocare le sanzioni che la Russia ha giustamente meritato attaccando l’Ucraina.
Draghi ha inoltre specificato che il tema del gas è stato il presidente russo a proporlo e che dovrà sentire Zelensky per capire se possa esserci un avvicinamento tra Mosca e Kiev almeno sulla questione del grano, mentre sulla guerra “spiragli per la pace non ne vedo”, avrebbe concluso il premier. Anche se la situazione appare molto tesa, considerando quanto ha dichiarato qualche giorno fa da Davos il ministro degli esteri ucraino. Kuleba ha rimproverato all’Europa di comprare ancora gas dalla Russia, in modo da permetterle di far soldi e investire in macchine da guerra, e ha richiesto l’invio di armi più potenti.
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