New York e Usa avvolti dal fumo. Cosa succede e perché c’entra il cambiamento climatico

La Grande Mela è avvolta da inizio settimana da una densa coltre di fumo e il cielo fosco ha assunto tinte arancio-rossastro che ricordano quelle dei più noti film apocalittici.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Quelle che arrivano da New York sono immagini impressionati, che fotografano una situazione di emergenza non più ignorabile. La Grande Mela, infatti, è avvolta da inizio settimana da una densa coltre di fumo e il cielo fosco ha assunto tinte arancio-rossastro che ricordano quelle dei più noti film apocalittici.

L’allarme è stato lanciato su Twitter dal meteorologo Collin Gross, che ha spiegato come la sera del 7 giugno l’indice di qualità dell’aria ha raggiunto il preoccupante punteggio di 342, soglia considerata pericolosa per la salute di tutte le persone, specie però per i cardiopatici, per chi soffre d’asma, per gli anziani e per i bambini.

New York avvolta da fumo e cenere: colpa degli incendi in Canada

Quella in corso a New York è una vera e propria calamità, non a caso le autorità locali hanno provveduto ad annullare tutti gli eventi pubblici, specie quelli sportivi. In diversi distretti è iniziata la distribuzione (gratuita) di mascherine N95, corrispondenti alle nostre FFP3, tanto utilizzate durante la pandemia di Covid-19.

L’aeroporto di LaGuardia ha sospeso i voli in arrivo per la bassa visibilità dovuta al fumo e alla cenere. I media americani riportano che misure simili potrebbero essere prese anche per gli scali di Washington, Philadelphia e Charlotte.

Ma a cosa è dovuto tutto questo? In realtà, a eventi relativamente lontani da New York. La responsabilità è infatti di alcuni incendi boschivi che stanno letteralmente devastando alcune regioni del Canada (specie quella francofona di Quebec) e le cui conseguenze sono rese ancor più gravi dal cambiamento climatico, sebbene il collegamento possa non apparire immediato.

In Canada, al momento, si contano 400 incendi attivi, di cui circa 250 fuori controllo, nonostante l’intervento dei Vigili del fuoco e gli aiuti provenienti anche dall’estero. Il fumo e la cenere dei roghi sarebbero arrivati fino a New York, ma anche altre città della costa orientale degli Usa, come Boston e Philadelphia, hanno registrato un crollo della qualità dell’aria.

New York, l’allarme: la nube di fumo potrebbe spingersi anche verso Ovest

Ovviamente a soffrire non sono solo New York e gli Stati Uniti, ma anche città canadesi come Toronto, esposte a un’immensa cappa di fuliggine e fumo che la circolazione atmosferica sta trascinando verso Sud-Est. E le previsioni metereologiche dei prossimi giorni lanciano un ulteriore allarme: l’immensa nube potrebbe diffondersi anche più internamente e ad ovest.

Si tratta di un’emergenza non solo per la salute dei cittadini canadesi e statunitensi: le enormi emissioni di carbonio provenienti dal materiale organico bruciato hanno potenziali effetti gravi su scala globale. E questa catastrofe è collegata proprio ai cambiamenti climatici di cui, ultimamente, tanto si discute.

New York avvolta dal fumo: perché c’entra il cambiamento climatico

Come anticipato, la nube di cenere e fumo che avvolge New York (e non solo) è dovuta agli incendi scoppiati in Canada. Nel Paese nord-americano sono stati registrati più di 2.100 incendi, con oltre 3 milioni di ettari andati in fumo. Una cifra anomala e spaventosa, considerando che la media annuale degli ultimi 10 anni è di circa 1.600 incendi.

Va chiarito che il cambiamento climatico, da solo, non fa scoppiare i roghi. Ma contribuisce certamente a renderli più numerosi, vasti e devastanti. Questo è dovuto all’aumento delle temperature (col caldo la vegetazione si secca e diventa più infiammabile) e alla mancanza di pioggia (se piove poco l’umidità trattenuta dalle piante viene eliminata più velocemente dal calore e questo favorisce il propagarsi dei roghi).

Proprio le temperature anomale registrate ultimamente in diverse province canadesi e la siccità hanno portato al disastro degli incendi, scatenati nel concreto da alcune tempeste di fulmini e – si sospetta – da barbecue illegali o spenti male dai campeggiatori.

Il Governo canadese, in un documento ad-hoc, ha ipotizzato un raddoppio degli incendi nel Paese entro la fine del secolo. E l’allarme non è solo per il Canada, ma anche per il Mediterraneo. Le conseguenze dei cambiamenti climatici, infatti, prima o poi busseranno alle porte di tutti. Intervenire non sembra più una scelta, ma una direzione da seguire obbligatoriamente. E il prima possibile.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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