Chi è Neila, la donna che si finge 13enne per dar la caccia ai pedofili

Neila è un esempio virtuoso di lotta alla pedofilia. La donna si finge 13enne ed è contattata da uomini attratti da ragazzine minorenni. Vediamo in cosa consiste il suo lavoro nello specifico.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Neila, attraverso un finto profilo Facebook si finge 13enne, e fa arrestare decide di pedofili, predatori online. Ad intervistarla, in un quartiere residenziale della periferia di Lione, è stato il settimanale Vice. La donna si è presentata vestita di nero, con alcune ciocche rosse che spuntavano da sotto il cappuccio e un pacchetto di Marlboro rosso in mano.

Neila non è l’unica a dar la caccia ai pedofili. Vediamo cosa ha raccontato la donna e a chi si è ispirata.

Si finge 13enne: come nasce l’hobby virtuoso di Neila

Neila di giorno fa la donna delle pulizie mentre di notte dà la caccia ai pedofili su internet. Ha raccontato come sia stato fondamentale in questo suo cambio di rotta la visione di un documentario in cui si narra la vicenda di un caso di pedopornografica venduta on line da un uomo residente nei Paesi Bassi. Da quel momento in poi la sua vita è cambiata, non riuscendo più a rimanere impassibile senza combattere da vicino i pedofili.

Dopo alcune ore di ricerche in rete sull’abuso dei minori Neila si è imbattuta in un uomo che usa lo pseudonimo di Steven Moore e va a caccia di pedofili su internet. Dopo aver creato un profilo Facebook finto, con il nome di Alisia e utilizzando i dati di sua figlia, ha adescato diversi criminali, che attratti lo hanno dapprima contattato per poi mandare dei messaggi sessualmente espliciti.

A questo punto Moore fa degli screenshot e mette tutte le prove in un fascicolo che contiene l’identità degli interlocutori, per poi consegnare il materiale alla polizia.

Che cos’è il Team Moore

Neila decide di unirsi a lui e così nasce il Team Moore, che oggi conta 50 membri tra Francia, Canada, Belgio, Réunion e Mauritius. Si tratta di persone normali, tra cui ingegneri, avvocati e segretari, che dal 2019 hanno contribuito a 65 arresti e 26 condanne.

Il collettivo utilizza foto proprie di quando erano adolescenti, tramite un’applicazione per ringiovanire i loro volti, in modo che nessuno possa accusarli di falsa identità. Il loro obiettivo, come spiegato dalla loro pagina Facebook, è quello di compromettere digitalmente i pedofili, in modo da assicurarli alla giustizia, utilizzando se stessi come esche.

L’idea alla base è che il cacciatore stesso possa essere cacciato. I membri del team sono molto attenti, inoltre, quando intraprendono una conversazione con un presunto pedofilo non provocandolo ma è sempre l’autore del reato a fare il primo passo.

Occorre specificare che il loro lavoro si poggia sull’articolo 227.22.1 del codice penale francese, secondo il quale il solo fatto di fare proposte sessuali a un minore può portare a due anni di reclusione. La pena, in caso di incontro fisico, sale a cinque anni di carcere.

Leggi anche: Muore di parto e danno la neonata in adozione, i fratelli 30anni dopo: “Vogliamo solo riabbracciarla”

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