Nato: “Prepararsi a lungo scontro con la Russia”. Come fermeremo Putin?

Dopo le dichiarazioni di Stoltenberg (Nato), sorge spontanea una domanda: come si può fermare Putin? Non esiste un modo sicuramente efficace, ma ecco le ipotesi in campo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Come fermare Putin? Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, nell’aprire il Consiglio atlantico al livello dei ministri degli Esteri, si è espresso sul conflitto in Ucraina con parole chiare e inequivocabili. Ha detto: “Dobbiamo essere pronti ad un lungo confronto con la Russia, per questo dobbiamo mantenere le sanzioni e rafforzare la difesa”.

Una dichiarazione, questa, che non fa altro che infiammare ulteriormente un clima già parecchio teso con Mosca, specie a seguito delle polemiche sui crimini di guerra perpetrati dai russi in Ucraina e le conseguenti reazioni dell’Onu. La domanda sorge spontenaea: Putin può essere fermato? E, se sì, in che modo?

Come fermare Putin? Il piano in 6 punti di Boris Johnson

Come fermare Putin? Non esiste un modo sicuramente efficace per bloccare l’azione del presidente russo. Ognuno, dall’inizio degli scontri, ha dato la propria opinione: giornalisti, analisti internazionali, esponenti politici. Ad esempio, il premier britannico Boris Johnson ha pubblicato sul New York Times un piano in sei punti per fermare il presidente russo. Ecco quali sono:

  • Creare una coalizione umanitaria internazionale;
  • Fare di più per aiutare l’Ucraina a difendersi;
  • Aumentare la pressione economica sul regime di Putin;
  • Smettere di considerare lecito o normale qualsiasi intervento della Russia in Ucraina, come fatto in passato con Georgia e Crimea;
  • Rimanere sempre aperti alla diplomazia e lavorare per mitigare ogni escalation a patto però che il governo ucraino abbia piena autonomia;
  • Agire per rafforzare la sicurezza euro-atlantica, sia intervenendo sul confine orientale della Nato, sia sostenendo altri paesi come la Moldavia, la Georgia o i Balcani occidentali.

Boldrini: “Non armi, ma sanzioni e un’azione politica comune”

Accanto a chi come Johnson ritiene che foraggiare l’Ucraina con armi e sostegni bellici sia la cosa giusta da fare, ci sono pure coloro che, come Laura Boldrini, credono che inviare strumenti di guerra a Kiev non sia la scelta più saggia. In un editoriale pubblicato da Domani, l’ex presidente della Camera ha scritto:

La guerra è il terreno di Putin, in Cecenia come in Georgia, nel Donbass, in Siria e altri luoghi. Per questo motivo, pur votando alla Camera la risoluzione di condanna per l’aggressione all’Ucraina, mi sono astenuta sul punto che riguarda i rifornimenti bellici. Altrettanto penso che farò sul decreto che ci accingiamo a votare nei prossimi giorni.

Ritengo che le sanzioni siano lo strumento da utilizzare con sempre maggiore vigore perché sulla difesa dei principi democratici e della sovranità di uno Stato non possono essere fatti sconti a nessuno. All’aspetto economico va poi affiancato il piano politico.

Ritengo che vada urgentemente messa in campo un’azione comune, di cui l’Ue dovrebbe farsi portatrice, che coinvolga tutti i leader mondiali, così da mettere Putin alle strette e indurlo ad accettare il negoziato.

L’Ue vuole fermare Putin con l’intervento strategico della Cina

Come fermare Putin? Il piano in 6 punti di Boris Johnson

Come fermare Putin? Molti analisti internazionali hanno fatto notare che una delle strategie più efficaci per bloccare l’azione di Putin sia spingere la Cina ad intervenire con questo scopo. Pechino si è mantenuta finora piuttosto neutrale, ma tale mancato interventismo non piace a Bruxelles. L’Ue vorrebbe un’azione della Cina che convinca Vladimir Putin a far tacere le armi.

In questo senso, le istituzioni Ue hanno ricordato che “la dipendenza cinese dall’Europa è più forte di quella europea dalla Cina, che nel 2021 ha esportato beni per 472 miliardi di euro verso l’Ue a fronte dei 223 miliardi ricavati dal commercio dall’Europa verso la Cina”.

L’ipotesi della cospirazione dell’élite russa contro Putin

Come fermare Putin: accanto alle strategie fatte di sanzioni, armi o alleanze strategiche, c’è anche la possibilità di un piano interno all’élite russa. L’ufficio del Direttore dell’Intelligence del Ministero della Difesa ucraino, citato dai media di Kiev, ha affermato che sarebbe sul tavolo la possibilità di una cospirazione da parte degli esponenti politici e imprenditoriali contrari alla guerra.

Dunque, come fermare Putin nel concreto? Tre sarebbero le strategie in campo: un possibile avvelenamento, un (finto) incidente durante i brevi spostamenti dello zar, e ancora l’ipotesi di un’aggressione fisica vera e propria da far passare ufficialmente come “malattia improvvisa”. In ogni caso, gli scontri in Ucraina non sembrano ancora sul punto di fermarsi.

Leggi anche: Hunter Biden, la bella vita dei servizi segreti: 30mila dollari al mese per proteggerlo

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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