Morto Raffaele Cutolo, De André gli dedicò la celebre “Don Raffaè”

È morto nel carcere di Parma il Boss della NCO, Raffaele Cutolo, il personaggio controverso e misterioso cui il noto cantautore italiano dedicò uno dei suoi più celebri pezzi.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img

Raffaele Cutolo, il boss mafioso, noto fondatore della Nuova camorra organizzata, è morto recluso in regime di 41 bis in un reparto dell’ospedale di Parma, scontando numerose condanne all’ergastolo.

Settantanovenne, personaggio controverso, al centro di moltissimi misteri ancora insoluti della Prima Repubblica, Cutolo, secondo la relazione della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle mafie, sarebbe stato a capo di un clan di oltre 7 mila affiliati nonché protagonista delle più sanguinose e feroci guerre tra le cosche della criminalità organizzata.

Raffaele Cutolo muore all’ospedale di Parma dopo aver chiesto più volte i domiciliari

Nato a Ottaviano, in provincia di Napoli nel dicembre del 1941, Raffaele Cutolo aveva 79 anni ed era ormai da molti mesi recluso in regime di 41 bis in ospedale.

Aveva più volte chiesto il trasferimento ai domiciliari per via di gravi problemi di salute, ma invano, le sue richieste erano state sempre respinte.

L’ultima, quella di tre giorni fa, con la quale domandava un’attenuazione del regime detentivo, cioè l’eliminazione delle restrizioni del 41 bis, non era ancora stata esaminata.

Tuttavia, sappiamo che sua moglie, Immacolata Iacone, ricevuto il consenso per un colloquio straordinario, si stava invece preparando per andarlo a trovare. La chiamata con cui è stata annunciata la morte del boss è arrivata però prima che le valige fossero pronte.

Leggi anche: Rebibbia, pochi sanno che in carcere si fa il Caffè Galeotto

Chi è Raffaele Cutolo?

Chi è Raffaele Cutolo?

Raffaele Cutolo fonda e capeggia la Nuova Camorra Organizzata, un’organizzazione che già nel 1980 conta su circa 10.000 affiliati e che, non senza ragione, veniva e viene ancora oggi considerata una delle mafie italiane più potenti della storia.

Arrestato per la prima volta nel 1963, nel 1977 viene trasferito per presunta infermità mentale nel manicomio criminale di Aversa, da cui, con una carica di nitroglicerina che squarcia le mura del carcere, riesce a evadere l’anno successivo grazie all’aiuto di Giuseppe Puca.

Latitante, riprende i rapporti con la criminalità, ma viene nuovamente catturato in un casolare nella provincia di Salerno.

Coinvolto anche nella vicenda del 17 giugno 1983, che vide impegnati in un maxi blitz più di 10 mila agenti di polizia e carabinieri e che erroneamente si conclude con l’arresto di Enzo Tortora, Raffaele Cutolo ha sempre rifiutato qualsiasi forma di collaborazione con la giustizia. E oggi, con sé nella tomba, porta pochi o forse tanti segreti che collegano la camorra napoletana alla vecchia DC, ai palazzi della politica di Roma e alla banda della Magliana, a Vallanzasca, all’omicidio del professor Semeraro e probabilmente al caso Moro.

Criminale, astuto e misterioso, intorno alla sua figura sono molti ancora gli enigmi da risolvere. Nel sequestro dell’assessore regionale Ciro Cirillo, rapito dalle Brigate Rosse nel 1981, Cutolo sembra aver avuto un ruolo di primo piano. E lo stesso sembrerebbe nella distribuzione degli appalti per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia.

Quando dietro la spinta del Presidente della Repubblica Sandro Pertini viene trasferito nel carcere dell’Asinara, inizia il tramonto della sua parabola criminale.

Protagonista della guerra di Camorra degli anni Ottanta, il boss della NCO ha ispirato non solo Fabrizio De André nella sua Don Raffaè, ma anche Giuseppe Marrazzo nella creazione del libro “Il Camorrista”, da cui nel 1986 Giuseppe Tornatore realizza l’omonimo film.


In un’intervista del 2005 a Repubblica, Cutolo consiglia a tutti i lettori e soprattutto ai giovani di studiare e lavorare senza avventurarsi in imprese criminali.

Mai pentito davanti ai giudici, inizia tuttavia un percorso di redenzione personale con la guida del vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaro.

Per quanto i social si scatenino, come al solito, in opinioni più o meno opportune, non si può negare la portata mediatica della carriera criminale di Cutolo.

Leggi anche: 40 anni dal Terremoto in Irpinia: non dimenticheremo mai quel 23 novembre 1980

E “quell’uomo sceltissimo e immenso” cui il brigadiere Cafiero di De André chiedeva consenso?

Raffaele Cutolo, "quell'uomo sceltissimo e immenso" cui il brigadiere Cafiero di De André chiedeva consenso.

Proprio nel giorno in cui si annuncia la scomparsa del boss mafioso e che Fabrizio De André avrebbe compiuto 81 anni, è inevitabile ripensare a quell’ironia con cui il cantautore genovese denunciava la drammatica situazione delle carceri italiane e cantava di quello ‘uomo geniale’.

Negli anni Ottanta persino l’agente della polizia penitenziaria guarda quasi con riverenza, venerazione i malavitosi e chiede piaceri a ‘Don Raffaè’.

Non solo fuori, ma anche all’interno dei penitenziari di quegli anni gli equilibri sono in mano alle organizzazioni criminali e persino le forze dell’ordine si inchinano al loro potere.

Così il brigadiere Pasquale Cafiero, con in mano una bella tazza si caffè, si consulta proprio con “quell’uomo sceltissimo e immenso”, il fondatore della NCO, per chiedergli consigli, un cappotto per un matrimonio e persino un posto di lavoro per il fratello.

Si sa che tra il cantautore genovese e Cutolo c’è stato un breve carteggio, quest’ultimo ha ringraziato De André per la canzone e più volte ha manifestato meraviglia per il modo in cui sono stati colti molti aspetti, veritieri, non solo della vita in prigione, ma anche della sua stessa persona.

Il Faber non ha mai confermato la vera ispirazione dei suoi versi, ma l’allusione appare innegabile.

spot_img

Correlati

La Canzone della Terra, di cosa tratta il film e perché è evento dell’anno

È uscito nelle sale italiane il film “La Canzone della Terra”, Songs of Earth,...

Chi era Salvatore Liguori, direttore dell’Accademia Totò di Napoli scomparso a 37 anni

Salvatore Liguori, direttore dell'Accademia delle Arti Teatrali del Teatro Totò, nel cuore di Napoli,...

Tatami – Una donna in lotta per la libertà, di cosa tratta il film e perché è così attuale

Oggi recensiamo Tatami – Una donna in lotta per la libertà, il film diretto...
Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
spot_img