Moby Prince, a 30 anni dalla strage si apre una seconda commissione d’inchiesta parlamentare

Il disegno unico proposto da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Lega verrà votato per l'approvazione alla Camera tra il 26 e il 28 aprile.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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A trent’anni dalla strage della Moby Prince, e dopo le numerose inchieste che a oggi ancora non hanno individuato un colpevole, la Camera voterà l’approvazione di una nuova commissione d’inchiesta parlamentare per far luce sugli eventi di quel tragico giorno. Un testo voluto da Movimento 5 Stelle, PD e Lega.

Alle ore 22:03 del 10 aprile 1991, il traghetto Moby Prince, in servizio di linea tra Livorno e Olbia, mollò gli ormeggi per la traversata. A bordo era presente l’intero equipaggio, formato da 65 persone agli ordini del comandante Ugo Chessa, e 75 passeggeri.

Il traghetto, durante la percorrenza del cono di uscita del porto, colpì con la prua la petroliera Agip Abruzzo, penetrando all’interno della cisterna numero 7, contenente circa 2700 tonnellate di petrolio. Dall’incidente, scaturì l’incendio che causò la morte di tutte le 140 persone a bordo

Sono passati trent’anni e ancora i familiari delle vittime sono in attesa della verità.

Andrea Romano (PD): “La nuova commissione d’inchiesta sul caso Moby Prince sarà monocamerale”

Moby Prince, Andrea Romano (PD): "La nuova commissione d'inchiesta sul caso  sarà monocamerale"

Su questa nuova commissione si discute già da settimane. I parenti delle vittime caldeggiavano per la costituzione di una commissione bicamerale, mentre il disegno che verrà votato tra il 26 e il 28 aprile alla Camera sarà per istituire una commissione d’inchiesta parlamentare monocamerale.

A tal proposito Andrea Romano PD, primo firmatario della proposta ha dichiarato:

Lo strumento monocamerale è quello più adatto, ed è il modo più rapido per far partire la commissione senza il rischio di non riuscire a crearla.

In questo caso la differenza tra una commissione monocamerale e bicamerale sta di fatto nella durata di tale commissione una volta costituita.

La prima ha una durata limitata alla legislatura vigente, quindi nella migliore delle ipotesi, tra iter di approvazione, nomina dei commissari e audizioni, resterebbe attiva per 12 mesi.

La soluzione bicamerale invece è quella sui cui i familiari delle vittime della strage Moby Prince hanno insistito maggiormente. Se la commissione fosse bicamerale la sua durata non sarebbe vincolata dalla durata di un anno ma potrebbe andare oltre questo ostacolo e restare operativa anche dopo lo scioglimento delle Camere, tentando di dare una risposta a quesiti trentennali.

Gli obiettivi della nuova commissione parlamentare sul disastro del Moby Prince

Gli obiettivi della nuova commissione parlamentare sul disastro del Moby Prince

I tre principali filoni d’inchiesta saranno: le cause della collisione, le ragioni del mancato coordinamento del soccorso rivolto alle 140 persone rimaste a bordo del traghetto e le reticenze, i depistaggi ed errori nei processi degli anni 90 di Livorno e Firenze, ma anche una totale assenza di soccorsi che avrebbero potuto salvare vite umane.

Numerosissimi I quesiti su cui ancora oggi si cerca insistentemente di fare chiarezza come la vicenda dei traffici illegali d’armi tra Italia e Somalia o della presenza di navi militari “targate” USA sulla scena dell’incidente.

Ci sono poi altre incognite che sono emerse negli anni. L’ipotesi che si potessero trovare immagini e dati sullo scontro tra le due imbarcazioni negli archivi satellitari americani e in quelli delle basi NATO, ipotesi he ebbe per qualche tempo una certa risonanza, ma fu successivamente categoricamente smentita.

Moby Prince, il mistero della nave Theresa

Resta inoltre da valutare il ruolo della famosa nave Theresa, la cui reale esistenza è stata accertata nel gennaio del 2008, ma di cui restava una misteriosa traccia audio registrata alle 22,45 della notte dello scontro. Si sente:

This is Theresa, this is Theresa for the ship one in Livorno anchorage, i’m moving out, i’m moving out…

(Questa è Theresa, questa è Theresa per la nave 1 a Livorno ancoraggio, mi muovo fuori, mi muovo fuori…)

Nei registri del porto di Livorno di quella notte non risulta essere mai stata presente Theresa, né si chiarì mai a chi comunicò l’imminente abbandono (la nave uno) del porto in tutta fretta.

Un’ulteriore anomalia è data dalla circostanza secondo cui il traghetto, contabilizzato nel bilancio dello stesso 1991, per un valore pari a circa 7 miliardi di lire, fu assicurato per 20 miliardi, somma liquidata nel febbraio 1992 quando le indagini preliminari non si erano ancora concluse.

Caso Moby Prince: Agip Abruzzo proveniva da Genova e non dall’Egitto

L'Agip Abruzzo proveniva da Genova e non dall'Egitto

Un altro elemento connotato da forte opacità nel caso Moby Prince riguarda la navigazione della petroliera: secondo Snam all’epoca armatore di stato e proprietaria della petroliera, Agip Abruzzo sarebbe giunta direttamente dall’Egitto dopo 5 giorni di viaggio.

Il sistema di controllo della Lloyd List Intelligence (il servizio di informazioni commerciali specializzate dedicato alla comunità marittima globale) evidenziò invece che, prima di Livorno, la petroliera avrebbe effettuato soste a Fiumicino e a Genova. La relazione finale della Commissione parlamentare del 2018 a pagina 63 conferma che l’Agip Abruzzo era proveniente da Genova e non da Sidi El Kedir, in Egitto.

Le indagini della nuova commissione verranno coordinate insieme al procuratore di Livorno, Squillace Greco. Proprio Squillace Greco conduce da tre anni insieme alla dottoressa Sabrina Carmazzi la nuova inchiesta sulla vicenda, nel massimo riserbo e in relazione diretta con la Dda di Firenze, dopo l’ipotesi di strage e le rivelazioni del pentito di ‘ndrangheta Filippo Barreca, che avrebbe inquadrato il porto di Livorno sotto il totale controlla della mafia calabrese in quegli anni.

Leggi anche: Corrado Augias: “L’assassinio di Giulio Regeni è ferita sanguinosa e un insulto per noi italiani”

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