Milano, 18enne salvato da trapianto record ai polmoni: il Covid glieli ha bruciati

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Sta bene Francesco, il ragazzo che qualche giorno fa ha subito un delicatissimo trapianto per sostituire i polmoni completamente bruciati dal Covid. Grazie a un donatore anonimo, l’equipe del Policlinico di Milano ha potuto tentare un’operazione, mai avvenuta prima in Europa, per salvargli la vita. Il trapianto è durato 10 ore ed è stato particolarmente complesso dal punto di vista tecnico per i gravi esiti dell’infezione sul paziente. Complici anche le circostanze straordinarie in cui è avvenuto. Ha detto il professor Nosotti, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia toracica all’Università degli Studi di Milano:

I polmoni apparivano lignei, estremamente pesanti e in alcune aree del tutto distrutti. Ciò ha reso le manovre molto complesse da questo punto di vista. E poi eravamo bardati con dei caschi ventilati, tute impermeabili e tre paia di guanti, che rendono la manualità chirurgica più complessa. È difficile rimanere concentrati in quelle protezioni.

I danni irreparabili dell’infezione

La storia inizia il due marzo, quando Francesco appena diciottenne, in buona salute, senza alcuna patologia pregressa, accusa una febbre molto alta. Nel giro di pochissimi giorni viene ricoverato al San Raffaele di Milano, nel reparto di via Olgettina, e quasi da subito trasferito in terapia intensiva. Nonostante la ventilazione assistita le sue condizioni peggiorano ancora, al punto da rendere necessario il ricorso a una macchina ECMO per la circolazione extracorporea. È un caso di insufficienza respiratoria acuta grave. Il virus ha infettato i polmoni danneggiandoli irrimediabilmente. È metà aprile quando gli esperti di Chirurgia Toracica e Trapianti di Polmone del Policlinico di Milano, diretti da Mario Nosotti, decidono di tentare un’ultima strada, quella del trapianto, per donargli dei polmoni nuovi. Una cosa mai tentata prima in Europa e che gli stessi medici hanno definito ‘un salto nel vuoto’. Dice Nisotti:

Qui, oltre alle competenze tecniche, devo sottolineare la caparbietà e il coraggio dei colleghi del San Raffaele che, invece di arrendersi, ci hanno coinvolto in una soluzione mai tentata prima nel mondo occidentale.

Leggi anche: Il vaccino anti Covid-19 sarà obbligatorio per tutti?

La collaborazione dei medici cinesi

Gli esperti del Policlinico si preparano. Chirurghi toracici, insieme a pneumologi, infettivologi, rianimatori ed esperti del Centro Trasfusionale pianificano tutto nei minimi dettagli, anche grazie alla collaborazione del professor Jing-Yu Chen dell’ospedale di Wuxi in Cina. Infatti, un simile trapianto era stato tentato precedentemente soltanto lì, dove il virus ha iniziato a circolare prima. Segue il professor Nosotti, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia toracica all’Università degli Studi di Milano:

La nostra esperienza prende spunto da quella del professor Jing-Yu Chen dell’ospedale di Wuxi in Cina, che conosciamo personalmente e con quale abbiamo discusso alcuni aspetti tecnici, dal momento che per ovvi motivi si è trovato a fronteggiare il problema prima di noi.

E si mette in moto anche la macchina del Centro nazionale trapianti che, in sinergia con il Centro regionale trapianti della Lombardia e il Nord Italia, rende possibile trovare un donatore. Il 30 aprile il giovane viene inserito in lista d’attesa nazionale urgente. Ma le buone notizie arrivano solo due settimane fa. Viene individuato un organo compatibile e Francesco viene trasferito dal San Raffaele al Policlinico, nella sala operatoria dedicata agli interventi Covid.

Finalmente Francesco sta bene

L’intervento riesce perfettamente, nonostante le condizioni critiche del paziente. Dopo circa 12 ore viene scollegata anche la circolazione extracorporea. E in fase post-operatoria si sfrutta anche il plasma iperimmune. Francesco ha dormito per due mesi e si è risvegliato inconsapevole di cosa sia accaduto. All’intervento seguirà una lunga riabilitazione, per via dei molti giorni passati bloccato a letto, e la fisioterapia. Lentamente si sta staccando dal respiratore, ma il peggio sembra passato. Francesco è guarito dal coronavirus e pian piano ritroverà la sua normalità. Leggi anche: Plasmaterapia, il Prof De Donno: “Mi ha chiamato anche l’Onu, ma in Italia nessuno mi chiama” di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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