Migranti, cambiano i criteri di distribuzione: “Aumenteranno in alcune regioni”

Nelle scorse settimane, il Viminale ha disposto una modifica dei criteri con cui le persone migranti sbarcate in Italia vengono distribuite nei centri di accoglienza delle varie regioni italiane.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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La questione migranti impensierisce e non poco il Governo Meloni. Gli sbarchi, oltre 102mila nel 2023, sono raddoppiati rispetto allo scorso anno (triplicati rispetto a tre anni fa) e la Premier e i suoi faticano a dare spiegazioni. Anche perché i numeri dimostrano quanto porti chiusi e indebolimento delle Ong non stiano funzionando.

Nelle scorse settimane, il Viminale, guidato dal ministro Piantedosi, ha disposto una modifica ai criteri con cui le persone sbarcate in Italia vengono distribuite nei centri di accoglienza delle varie regioni italiane, dopo il passaggio negli hotspot, strutture che si occupano della loro primissima accoglienza. Ecco le novità.

Cosa cambierà con i nuovi criteri di distribuzione

Finora, le persone sbarcate in Italia venivano distribuite nelle varie regioni in base alla popolazione di ciascuna, al PIL e al numero di individui già ospitati. Con una conseguenza: le regioni con più abitanti e quelle più ricche ospitano attualmente più delle altre. Con le nuove regole, illustrate in una circolare inviata ai prefetti, si dovrà invece tenere conto anche dell’estensione territoriale della regione.

Con la modifica, il criterio della distribuzione basato sulla popolazione delle regioni inciderà per il 70%, mentre il restante 30% sarà calcolato sulla base della superficie del territorio. Nei prossimi mesi, quindi, regioni estese ma con bassa densità abitativa registreranno un aumento del numero di persone da accogliere.

Il governatore della Basilicata contro le nuove regole: “Si rischiano forti tensioni”

Come spiega Il Post, per comprendere come i nuovi criteri cambieranno la distribuzione, basti pensare al caso di Basilicata e Sardegna, due regioni che attualmente ospitano poco più di 2mila persone migranti ciascuna. I numeri sono invariati da mesi, a conferma che i nuovi criteri non sono ancora entrati in vigore. Ma presto cambieranno.

Lunedì il presidente della Basilicata Vito Bardi, di Forza Italia, ha commentato con preoccupazione l’introduzione delle nuove regole da parte del Ministero dell’Interno. In un’intervista al Corriere della Sera ha detto che la revisione dei parametri per l’assegnazione ”penalizzerebbe eccessivamente” regioni come la Basilicata o la Sardegna.

Questo parametro – ha spiegato Bardi – innescherebbe gravi criticità in una regione come la Basilicata: 131 Comuni, moltissimi dei quali sotto i 5 mila abitanti. Così si rischierebbero anche forti tensioni”. Il goverantore lucano ha quindi promesso che parlerà della questione con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e che spera che il nuovo criterio venga applicato tenendo conto delle peculiarità di ciascuna regione: “Non si può applicare un principio uguale per tutti, perché non lo siamo”, ha concluso.

Quali regioni accolgono di più

In base agli ultimi dati forniti dal Viminale e risalenti al 15 agosto, in totale le persone accolte in Italia al momento sono 132.796. Ecco le regioni che ne ospitano di più:

  • Lombardia con 16.814 (pari al 13% del totale), il numero più alto d’Italia
  • Emilia-Romagna con 12.572 (pari al 9%)
  • Sicilia con 11.758 (9%, comprendenti anche i migranti negli hotspot)
  • Piemonte con 11.576 (9%).

Leggi anche: Salario minimo per pochi, solo a 60mila lavoratori: ecco quali

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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