Mee Too italiano: tante le attrici che denunciano molestie da registi e produttori

L'associazione Amleta ha raccolto in un anno oltre 100 denunce di attrici, intenzionate a voler far esplodere anche in Italia il Mee Too come negli Stati Uniti.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Mee Too italiano. L’associazione di promozione sociale Amleta, il cui scopo è quello di contrastare disparità, violenza di genere e molestie nel mondo dello spettacolo, ha raccolto sotto l’hashtag #apriamolestanzediBarbablù una serie di denunce e molestie ad attrici da parte di attori, registi e produttori, che stanno proseguendo.

Non solo Fioretta Mari, ma tante altre attrici hanno avuto esperienze simili. Quindi non può considerarsi quello di Mee Too solo un fenomeno dell’altra parte dell’oceano ma anche italiano.

Cos’è Amleta che sta sdoganando il Mee Too italiano

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L’associazione è stata fondata da 28 attrici distribuite sul territorio nazionale. Si tratta di un collettivo che punta i riflettori sulla presenza femminile nel mondo dello spettacolo. Ciò che emerge è uno scenario che si ipotizzava ma fino ad ora non ha avuto modo di emergere in tutta la sua veridicità come oggi, e come accaduto per il Mee Too statunitense. Sulla pagina online del gruppo si legge:

La violenza e gli abusi nel mondo dello spettacolo sono subdoli e per la quasi totalità sommersi. Amleta si impegna a renderli visibili e creare sinergie con altri soggetti in grado di offrire un netto contrasto sul piano fattuale e nuovi strumenti sul piano culturale.

Per questo, si avvale della collaborazione delle avvocate e esperte di violenza di genere dell’associazione Differenza Donna per i casi che richiedono un intervento sul piano penale o civile.

Amleta inoltre mira a una maggior rappresentanza femminile nel mondo dello spettacolo: “Sin dalla sua fondazione, Amleta ha avuto la sensazione di una schiacciante inferiorità numerica delle presenze femminili impiegate nel mondo della cultura rispetto alla presenza maschile ma, consapevole che le sensazioni non sono basi sufficientemente solide da cui partire, ha deciso di tradurle in numeri, dati incontrovertibili e inconfutabili. Le percentuali raccolte hanno confermato quella sensazione iniziale e costituiscono una fotografia del reale che ci serve da trampolino di lancio per invertire la rotta”.

Mee Too italiano Amelia: cosa hanno raccontato le attrici

Dai racconti di Repubblica le testimonianze delle attrici sono chiare e lasciano poco all’immaginazione: “Un collega approfittava, in una scena, per toccarmi il sedere. Quando l’ho affrontato ha cercato di farmi passare per pazza visionaria”. Oppure: “Alla fine di un provino un regista mi fa: “Sei brava, e hai un bel culo”. Ogni notte mi chiamava anche alle 4”. Un’altra: “Mi ritrovai sola con il regista, mi fece sedere sulle ginocchia e m’infilò la mano sotto il vestito per afferrarmi il seno”. Racconta così Valentina Melis, attrice e conduttrice:

Avevo vent’anni quando andai nell’ufficio del direttore che ne aveva 60. “Secondo te perché ti rinnovo il contratto?”, mi chiese. “Perché sono brava”, risposi.

Si alzò, mi prese per le spalle e mi tirò a sé. Lo spinsi, aprii la porta e scappai via in lacrime.

Giulia Manzini invece dice: “Un regista mi chiamò, voleva uscire a cena. Rifiutai. Non mi chiamò più per nessun altro lavoro”. Barbara Giordano, volto della tv e del teatro ha raccontato di aver subito molestie da un professore, poi licenziato: “Secondo anno di Accademia di arte drammatica, il professore mi aiutava a sentire dove fosse il diaframma, non riuscii a realizzare subito che mi aveva infilato una mano nelle mutande per masturbarmi”. Invece Valentina Acca, una delle interpreti de L’amica geniale: “Un regista al provino mi sfiorò i capelli, il viso, mi mise una mano su una coscia palpandomela, per poi dirmi “secondo me qui lei si lascia andare, tu lo sai fare?”.

Leggi anche: Fioretta Mari: “Molestata 30 volte ma non ho denunciato. Oggi invece sono una guerriera”

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