Marilyn Manson: “Rinchiudeva le vittime in una stanza insonorizzata e abusava di loro”

La maxi inchiesta su Marilyn Manson mostra un'altra faccia del divo, fatta di abusi e soprusi, che caratterizzerebbe la sua persona fin dai primi anni '90.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Secondo l’indagine del Tribunale, approfondita anche da Rolling Stone, Marilyn Manson, era un violentatore. Sarebbero tante le ragazze ad aver raccontato di essere state vittime dei gioghi perversi e violenti della rock star. La rivista in nove mesi di ricerche avrebbe raccolto 55 testimonianze, tra documenti giudiziari e interviste.

Gli abusi però partono da molto lontano e risalirebbero almeno ai primi anni ’90. Pare che anche il rapporto con la madre fu caratterizzato da atteggiamenti violenti. L’immagine che ne viene fuori è quella di un predatore sessuale seriale che per 25 anni ha operato nascondendosi dietro il personaggio di Marilyn Manson e l’industria musicale che ne ha tratto profitto.

Da parte sua invece Manson nega con forza qualsiasi aggressione sessuale o abuso.

Marilyn Manson: la casa degli orrori

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Pare che l’appartamento sopra il negozio di liquori di West Hollywood, acquistato nel 2010, come studio di registrazione, divenne teatro di torture e violenze verso le donne che Manson avvicinava. Una di queste è Ashley Walters, un’ex assistente che ha citato in giudizio il cantante per molestie sessuali e detenzione illegale.

L’appartamento era decorato con sangue, svastiche e immagini ritagliate da riviste porno. I tappeti e i mobili erano neri e persino le tende avevano questo colore per evitare che entrasse la luce del sole. Anche la temperatura doveva risultare gelida. Una ex lo ha definito “frigorifero nero” mentre un’altra “armadietto della carne”.

Proprio in questo luogo sarebbero stati inflitti atti di abuso mentale, fisico e sessuale, che avrebbero provocato nelle vittime episodi di depressione, ansia, attacchi di panico e disturbo post traumatico da stress.

Marilyn Manson, l’accusa di Esmé Bianco

Tra le accusatrici c’è anche l’attrice di Game of Thrones, Esmé Bianco, la quale è una delle tre donne che hanno intentato una causa civile nei confronti di Marilyn Manson, il cui vero nome è Brian Warner.

Esmé Bianco, avrebbe accusato Manson di aver usato droghe, forza fisica e minacce, per estorcere atti sessuali. L’attrice di Game of Throne ha intentato causa non solo nei confronti del cantante ma anche verso il manager di quest’ultimo, Tony Ciulla.

Inoltre tra le accuse della Bianco nei confronti della rock star e del suo manager compare anche il traffico di esseri umani, in quanto l’attrice sarebbe stata attratta con l’inganno negli Stati Uniti per apparire in un video di I Want to Kill You Like They Do in the Movies e in un film horror mai realizzato.

Leggi anche: Parla il pugile che ha salvato la vicina dallo stupro: “Quel bestione le stava addosso, l’ho steso”

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