Manovra, oggi in Senato alle 14: cosa dobbiamo aspettarci

La manovra è approdata a Palazzo Madama: il Senato ha 4 giorni per approvare in via definitiva la legge di bilancio per il 2023.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Alla Camera la manovra ha concluso l’atterraggio nonostante le turbolenze, come ha affermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Il testo della manovra da 35 miliardi, formato da 21 articoli e 488 pagine, oggi è stato trasmesso a Palazzo Madama, dove è stata convocata l’aula alle ore 14. L’obiettivo è approvarlo entro sabato 31 dicembre, evitando così l’esercizio provvisorio di bilancio. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni conta che il Senato entro giovedì mattina approvi il via libera definitivo sul testo blindato. Poi, nella conferenza stampa di fine anno tirerà le somme, consapevole che l’inizio del 2023 non si annuncia più semplice degli ultimi mesi. Vediamo quali sono i prossimi step.

L’iter per l’approvazione

La conferenza dei capigruppo è convocata per le 13 per definire i tempi della discussione e delle votazioni. L’esame partirà dalla commissione Bilancio, che si riunirà in sede referente a partire dalle 15. La stessa commissione è convocata, anche con sedute notturne fino a mercoledì 28 e anche giovedì mattina, se necessario.

Il proposito è chiudere tra giovedì e venerdì, ricorrendo, come alla Camera, al voto di fiducia.

Manovra: la visione dell’esecutivo

È certo che dentro la maggioranza ripartirà il pressing dei partiti per migliorare alcune misure incluse nella legge di bilancio da 35 miliardi, ripescando quelle rimaste fuori. Come conseguenza, l’esecutivo ha scelto di mettere da parte un paio di miliardi di euro, alla fine non stanziati durante l’esame alla Camera: potranno essere utili in vista di un nuovo decreto aiuti.

Al di là delle misure contro il caro energia, secondo la maggioranza, nella manovra sono presenti una serie di novità che danno un segnale della visione dell’esecutivo. Tra queste, possono annoverarsi:

  1. Flat tax per gli autonomi
  2. Stop alla legge Fornero con l’introduzione di Quota 103
  3. La stretta al reddito di cittadinanza

Il pressing dei partiti

Qualche capitolo, tuttavia, è saltato strada facendo. Per esempio, la soglia di 60 euro per l’obbligo del Pos o le modifiche a Opzione donna. Non a caso, un ordine del giorno di FdI, approvato assieme alla manovra, impegna il governo ad ampliare la platea e anche la Lega ritiene che si potesse fare di più. Dal canto loro, invece, le opposizioni hanno giudicato la legge di bilancio iniqua e piena di condoni.

Ai piani alti del Governo, fra le variabili da tenere sotto osservazione ci sono anche i rapporti nella coalizione, soprattutto con Forza Italia. “Tutto è bene quel che finisce bene”, hanno commentatogli azzurri, che, nella manovra, rivendicano l’aumento delle pensioni minime a 600 euro (mirando a raggiungere i mille euro nell’arco della legislatura) e la decontribuzione fino a 8mila euro per chi assume a tempo indeterminato dipendenti under 35.

Resta il fatto che in FI ci si aspettava maggior coinvolgimento sin dall’inizio delle operazioni per costruire la prima legge di bilancio del governo. Il prossimo banco di prova rischia di essere il Mes. Nel partito di Berlusconi si registra un’ apertura alla valutazione dello strumento del Meccanismo europeo di stabilità. La premier, invece, ha chiarito che l’Italia non vi ricorrerà, se anche alla fine il Parlamento dovesse decidere la ratifica.


  

Leggi anche: Sorpresa di Natale: chi sono gli scontenti della prima Manovra di Giorgia Meloni

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Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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