Fico, inizia il dopo Conte!

Mandato esplorativo a Roberto Fico: si andrà al voto anticipato? Cosa succederà nel dopo- Conte.

Aldo Torchiaro
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Aldo Torchiaro, giornalista da quando si usavano le macchine da scrivere, si occupa oggi di innovazione digitale, nuovi media, e-democracy.
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Fico. Come nome: quello di chi oggi ha in mano il boccino della crisi, con mandato esplorativo. Ma anche fico come aggettivo. Come espressione. Che forse è quella che hanno fatto i sostenitori di Renzi alla notizia appresa dal presidente della Repubblica: niente incarico a Conte, almeno non per ora.

Via a un secondo turno di consultazioni, questa volta condotte dal presidente della Camera con la sola maggioranza uscente. E con una novità in più: la ripresa del dialogo tra i due litiganti dell’ex maggioranza, Movimento e Italia Viva, per fermare il precipitare della crisi e preparare un ritorno insieme al governo, potrebbe costare cara. “C’è qualcuno che vuole far fuori Conte, anche nel Movimento. Stanno cercando il modo di nascondere le impronte digitali”, aveva detto solo due giorni fa Di Battista. 

Terremoto a Cinque Stelle 

L’apertura di Vito Crimi verso i renziani ha avuto l’effetto di una detonazione, Alessandro Di Battista non ha atteso molto per pubblicare sul suo profilo Facebook un messaggio che suona come un addio: “Se si torna a dare spazio a Renzi, arrivederci e grazie”. Di Battista, che non è in parlamento, ha annunciato di essere in procinto per fare un altro viaggio. “È uno che fa reportage”, è pronto a giustificarlo Antonio Padellaro. Peccato non averli ancora visti su Netflix, perché uno così deve essere davvero bravo. Intanto a creare atmosfera. 

Per Di Battista l’apertura dei Cinquestelle a Renzi:

Significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore” professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. Ed ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie.

E sarebbe pronta ad abbandonare il Movimento, con lui, una pattuglia di otto deputati e quattro senatori. Barbara Lezzi ha già prenotato il viaggio di sola andata. 

Leggi anche: Conte si è dimesso, la crisi di Governo è aperta: quali i possibili scenari

Il paradosso dei dibattistiani 

Il venir meno dei quattro senatori dibattistiani avrà un effetto paradossale: renderà ancora più prezioso, e decisamente indispensabile, l’apporto del gruppo Italia Viva al Senato che infatti accoglie con grande soddisfazione la disponibilità del M5S: “Le cose dette da Crimi vanno nella direzione che abbiamo chiesto” – dice il presidente di Iv Ettore Rosato- “Avevamo chiesto un atteggiamento chiaro da parte dei partiti di maggioranza per sapere se c’è la volontà di costruire una maggioranza politica seria, mi sembra che la risposta di M5s sia coerente con questa richiesta, ora verificheremo i passaggi successivi”, aggiunge.

Si andrà al voto anticipato?

Nell’ultima giornata di consultazioni, prima della delegazione del M5S, era stata l’opposizione a incontrare il Capo dello Stato: il centrodestra ritrova unità nella richiesta a Mattarella di valutare l’opzione del voto politico anticipato. La corposa delegazione del centrodestra, 13 in tutto, tra leader e capigruppo, aveva chiesto di arrivare presto a una soluzione “rapida” della crisi che porti alla formazione di un “governo coeso”. La via indicata, nel rispetto e riconoscimento delle prerogative di Mattarella, è quella del voto politico anticipato e nessuno del centrodestra sosterrà mai un governo riedizione della maggioranza uscente. Nel caso in cui, invece, non si arrivasse al voto, viene precisato, tutti i componenti della coalizione “si riservano” di valutare le decisioni che prenderà il capo dello Stato. 

Leggi anche: Crisi di Governo, Conte è pronto alle dimissioni. Ora cosa può succedere?

Mandato a Fico, cosa succede adesso

Ora cosa succederà? Può accadere ancora di tutto: può essere riproposto Giuseppe Conte, ma può essere anche individuato dagli incontro di Fico un nuovo presidente del Consiglio, da individuare all’interno del perimetro dei partiti. Ma se martedì 2 febbraio le richieste di Italia Viva non saranno soddisfatte, Fico rimetterà il mandato senza consegnare al presidente della Repubblica la soluzione del rebus.

E sarà necessario un ulteriore nuovo giro di consultazioni, con un altro incaricato (o incaricata) dal Colle, questa volta con mandato più ampio, per risentire tutti i gruppi. A quel punto la tempistica della crisi imporrà di mettere intorno al tavolo i grandi nomi che possono concorrere a formare un governo di unità nazionale. Il centrodestra ha già detto di essere disponibile. E a quel punto lo diventerebbero tutti, anche quelli che oggi non possono ammetterlo. 

di Aldo Torchiaro 

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