“A cuor leggero”, la mamma di Filippo: “Adesso il mio supereroe può camminare”

Il dispositivo, utilizzato per la prima volta in Italia, si chiama “Driving Unit Excor”. Grazie ai suoi 9 kg ha reso possibile che il piccolo potesse di nuovo camminare da solo.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Un cuore artificiale e più leggero, trasportabile in un carrello, ha permesso a Filippo, un bambino affetto da cardiomiopatia dilatativa congenita di uscire dal reparto di Cardiochirurgia Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, diretto dal Professor Gaetano Gargiulo, dopo ben 120 giorni di ricovero.

Il comunicato dell’Ospedale emiliano in cui, per la prima volta, a livello nazionale, è stata adottata questa novità, recita:

Filippo ha 6 anni e un paio di scarpe che si illuminano quando cammina. Oggi per la prima le ha portate fuori dal reparto, che è stata casa sua dallo scorso 25 dicembre quando è stato necessario attaccarlo a un cuore artificiale.

Filippo: la nuova vita con il nuovo cuore

Ottavia, la mamma di Filippo, esprime molto emozionata a “Repubblica” la gioia per suo figlio, che riesce di nuovo a camminare da solo, a piegarsi e anche a giocare a biliardino:

Oggi siamo andati al bar a fare colazione assieme Filippo, io e il suo papà. Sono cose banali, ma per noi sono straordinarie. La prima cosa che Filippo ha detto uscendo dal reparto è stato wow!

È bellissimo vederlo autonomo e indipendente.

Filippo adora Spiderman, ma io gli dico sempre che è lui il mio supereroe, perché ha molta più forza di me. Io mi sono girata un attimo, venerdì durante la nostra prima passeggiata, e lui era già scappato via con il suo trolley.

Ospedale San’t Orsola: “In quei loro sorrisi sta la nostra ricompensa”

Ma che cos’è il “Driving Unit Excor”? È uno strumento salvavita che è in grado di sostituire il cuore grazie a una pompa meccanica all’interno che riesce a simulare tutte le funzioni cardiache. Inoltre, è una rivoluzione in campo medico che garantisce una qualità di vita, per i bambini con patologie cardiache molto complesse, molto più alta, e fa in modo che siano liberi di muoversi più liberamente.

Si tratta di un investimento di circa 90mila euro all’anno per ogni piccolo paziente e di 14 milioni di euro solo in alta tecnologia per far vivere ai bambini delle esperienze che sono state loro negate per troppo tempo a causa dei problemi cardiaci. A tal proposito, il Direttore Generale dell’IRCCS ― Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico ― del Policlinico di Sant’Orsola ribadisce l’importanza di tale innovazione, affermando che l’ospedale aveva anticipato l’arrivo di queste nuove apparecchiature a dicembre.

E anche il Professor Gargiulo, che ha seguito e monitorato costantemente Filippo, sottolinea la funzionalità del “Driving Unit Excor”:

Grazie al costante miglioramento delle cure e delle possibilità terapeutiche per questi bambini, sono fortunatamente aumentati i casi di pazienti che pur con una grave patologia cardiaca riescono a sopravvivere e attendere la disponibilità di un nuovo cuore e questo spiega perché non sono più casi isolati.

Per un Centro di eccellenza in questo campo come l’IRCCS è fondamentale dotarsi della tecnologia più avanzata per poter assicurare e garantire le cure più appropriate e moderne ai bambini con patologie cardiache complesse.  

Filippo e i bambini che attendono un trapianto di cuore

In questi giorni la Regione Emilia-Romagna ha stabilito che ci sarà un finanziamento di ben 12,5 milioni di euro per realizzare una struttura di accoglienza antistante al Policlinico Sant’Orsola che fornirà sostegno e sicurezza per i bambini. Attualmente, nel reparto in cui si sono presi cura di Filippo dal 25 dicembre fino a due giorni fa, ci sono cinque bambini con patologie cardiache che richiedono l’utilizzo di un nuovo cuore e che riceveranno, anch’essi, un nuovo dispositivo salvavita.

I nuovi cuori artificiali sono molto più leggeri ― dai 90 kg dei vecchi modelli si passa agli attuali 9 kg ― e hanno una batteria con un’autonomia di 7 ore che può raddoppiare grazie alla riserva. Dunque, grazie a un semplice carrello, i bambini sono finalmente liberi di camminare e di giocare.

Leggi anche: Anna, operata a cuore fermo per un tumore: “Non fate come me che per due anni non ho fatto controlli”

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