Caso Luca Morisi: i due rumeni erano escort gay, indagato per droga uno di loro

Uno dei due rumeni fermati all'uscita di casa di Luca Morisi , è stato inserito nell'elenco degli indagati per droga. Entrambi erano escort gay trovati dall'ex collaboratore di Salvini su un'app di incontri omosessuali.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Il caso per cessione di droga che ha coinvolto Luca Morisi, l’ex responsabile nonché creatore della macchina di comunicazione social di Matteo Salvini, la cosiddetta “Bestia”, pare non sia l’unico iscritto nel registro degli indagati riguardo il suo coinvolgimento diretto nella cessione di stupefacenti.

Caso Luca Morisi: nell’indagine coinvolto anche uno dei due rumeni che avrebbero acquistato la droga dall’ex collaboratore di Salvini

Caso Luca Morisi: nell'indagine coinvolto anche uno dei due rumeni che avrebbero acquistato la droga dall'ex collaboratore di Salvini

Le indagini su Luca Morisi attualmente lo vedrebbero sotto accusa per spaccio di sostanze stupefacenti. Una svolta delle ultime ore ha però scosso il caso: pare infatti che la stessa accusa sia stata contestata a uno dei due rumeni che la sera del 14 agosto furono ospitati dell’ex guru social di Salvini nell’appartamento di Palazzo Moneta a Belfiore, in provincia di Verona.

Fermati dai carabinieri subito dopo essere andati via dalla casa di Luca Morisi, i due rumeni una volta interrogati fanno subito mettere a verbale che il flacone con il liquido all’interno che uno dei due nasconde nello zaino contiene Ghb, la famosa “droga dello stupro”. Secondo la versione dei due rumeni, la droga è stata data loro gratuitamente da Luca Morisi, motivo per il quale l’artefice del successo social di Salvini è oggi indagato.

Ma c’è di più. I due non si limitano a raccontare solo il dettaglio riguardante la cessione gratuita del Ghb, ma aggiungono pure che la conoscenza con lo spin doctor di Salvini (dimessosi agli inizi di settembre) sarebbe avvenuta su un’app di incontri omosessuali (Grindr). I due rumeni, escort gay, sono stati invitati a passare la serata da Morisi dietro compenso e, secondo quando dichiarato da entrambi, alla serata tenutasi nella casa di Verona non c’erano solo loro ma anche un’altra persona, un italiano sui 50 anni.

La serata in questione è quella del 14 agosto: quella notte sarebbe stato organizzato il più classico dei festini a sfondo sessuale (sempre stando alla versione dei due rumeni) poi, la serata si sarebbe conclusa con il flacone omaggio, di cui però lo stesso Morisi giura di non sapere nulla. È il suo avvocato, Fabio Pinelli, a dire:

Quel flacone con il liquido non era di Luca Morisi, il quale evidentemente non può averlo ceduto a terzi.

Luca Morisi è attualmente indagato per cessione di sostanze stupefacenti, nonostante la perquisizione della sua casa abbia portato a individuare una quantità di cocaina di quasi due grammi. Quantità che prevede un illecito amministrativo (con la conseguente segnalazione in prefettura) ma che non comporta conseguenze penali.

Le analisi sul contenuto del flacone sono attualmente affidate a un laboratorio di Verona e cominceranno nei prossimi giorni, per avere l’esito ci vorranno settimane. Come anticipato, i due rumeni hanno parlato ai carabinieri anche di un quarto uomo, ma al momento la difesa di Morisi ha smentito la presenza di un 50enne all’interno dell’appartamento.

Riguardo al fermo dei due rumeni da parte dei carabinieri, si è discusso nelle ultime ore se i due fossero stati fermati per un controllo di routine o se fossero oggetto di osservazione nell’ambito di una specifica indagine, a a tal proposito uno degli inquirenti ha voluto fare chiarezza:

Sono due persone che risultano senza fissa dimora e che sono incappati in un controllo di assoluta routine. Non risulta nessuna attività pregressa sul loro conto.

In questa storia sul fronte penale al momento c’è la loro parola contro quella di Morisi. Non ci sono adesso né ci sono stati telefoni sotto controllo. Per ora non abbiamo evidenze per avere delle certezze, a cominciare dalla sostanza nel flacone sulla cui natura non abbiamo ancora il risultato scientifico.

Attualmente i carabinieri stanno cercando di risalire al fornitore delle sostanze, sia quella del flacone, sia la cocaina trovata a casa dell’ex social media manager. E stanno verificando se in realtà il giro dei ragazzi che frequentavano l’appartamento di Morisi dietro compenso possa essere ben più ampio.

Leggi anche: Matteo Salvini dice sì al nucleare: “Una centrale in Lombardia? Nessun problema”

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