Indagato per droga Morisi. “Non c’è alcun problema politico, in questo periodo ho solo la necessità di staccare per questioni familiari”, così Luca Morisi, guru della comunicazione salviniana, ha motivato il 23 settembre scorso l’addio alla “Bestia”, il potente gruppo di social media manager della Lega. Con gran sorpresa di tutti, parlamentari e non, che non riuscivano a venire a capo di una scelta simile. Di fatto, Morisi non aveva raccontato tutta la verità. Stamattina è arrivata la notizia di un’indagine a suo carico per cessione e detenzione di stupefacenti: Morisi compare nel registro degli indagati della Procura di Verona, dato che i Carabinieri, durante una perquisizione, hanno trovato della droga a casa sua.
“Non ho commesso alcun reato, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo”, ha commentato Morisi stamane. L’ex gestore dei profili social della Lega ha aggiunto: “Chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega a cui ho dedicato gli ultimi anni del mio impegno lavorativo, a mio padre e ai miei famigliari, al mio amico di sempre Andrea Paganella a fianco del quale ho avviato la mia attività professionale, a tutte le persone che mi vogliono bene e a me stesso”, continua la lettera.
Le dimissioni di Morisi sono in realtà arrivate già a inizio settembre: “Ho rassegnato il 1°settembre le dimissioni dai miei ruoli all’interno della Lega: è un momento molto doloroso della mia vita, rivela fragilità esistenziali irrisolte a cui ho la necessità di dedicare tutto il tempo possibile nel prossimo futuro, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che più mi sono vicine”, ha concluso oggi l’indagato per droga Morisi, inventore della “Bestia”.
Indagato per droga Morisi: la vicenda e la perquisizione di agosto
Indagato per droga Morisi, che si definiva il “social megafono” di Salvini: tanto è stato importante per il boom della Lega sui social media. Il re dei social del Carroccio, classe 1983, è nato a Mantova e dal 2013 si occupava della “Bestia” leghista, oltre ad essere stato docente a contratto dell’Università di Verona fino al 2015 (insegnava alla Facoltà di Lettere). Morisi abita in un casolare restaurato nelle campagne di Belfiore, comune poco distante da Verona: proprio qui avrebbe avuto luogo il fatto, dai contorni non ancora chiari, che rischia di compromettere la sua carriera politica.
Come riportato da La Repubblica, intorno a Ferragosto i Carabinieri del comando locale fermano un’auto con a bordo tre ragazzi per un normale controllo di routine. Ma il nervosismo dei giovani fa insospettire le forze dell’ordine, che li invitano a scendere dalla macchina. Qui troveranno un flacone con del liquido dentro: per i Carabinieri si tratta di una sostanza stupefacente. Così chiedono spiegazioni ai ragazzi, che immediatamente fanno nomi e cognomi: “Ce l’ha data Luca Morisi, che abita a Belfiore…”. Da qui nasce l’indagine ai danni dell’ex spin doctor di Salvini: adesso rimane da appurare la veridicità del racconto.
Ma non è finita qui. Dopo la testimonianza dei tre ragazzi, le forze dell’ordine decidono di dirigersi immediatamente verso l’abitazione di Luca Morisi per perquisirla. Qui troveranno un modesto quantitativo di droga, compatibile con l’uso personale, ma la cui detenzione determina comunque illecito amministrativo e sanzione. Così la procuratrice di Verona Angela Barbaglio apre un fascicolo con l’ipotesi di reato per “produzione, traffico, detenzione illecita di sotanze stupefacenti o psicotrope”, iscrivendo Morisi nel registro degli indagati: l’inchiesta è affidata al pm Stefano Aresu. Non si conosce ancora la natura della sostanza liquida ritrovata: potrebbe trattarsi di Ghb (ecstasy liquida) o di Gbl (la cosiddetta “droga dello stupro”).
Indagato per droga Morisi, Salvini: “Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri”. Dadone: “Chissà se qualcuno citofonerà a Salvini”
Indagato per droga Morisi. In tarda mattinata, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha commentato la vicenda con un post su Facebook e ha scritto: “Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita. In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre”. Sullo sfondo, la foto di loro due sorridenti e, più tardi, un nuovo commento di Salvini, stavolta più pungente di fronte ai giornalisti: “Se dovessi commentare le vicende private e personali di casa Grillo, staremmo ancora qua a parlare” avrebbe detto.
Mentre il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha commentato: “Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Noi siamo orgogliosamente rispettosi della persona umana e della civiltà della politica. Morisi è stato il cervello ideatore di tutte le aggressioni personali contro di me e contro di noi nella scorsa legislatura. Gli attacchi sono spesso stati carichi di odio in modo similare a quelli dei Cinque Stelle: non a caso, l’alleanza giallo verde, prima che a Palazzo Chigi, è nata sui social. Oggi Morisi è in difficoltà per vicende private e giudiziarie, si è dimesso dalla dirigenza della Lega e ha chiesto rispetto per le proprie questioni personali. Invito tutti a mostrarsi per quello che siamo: diversi da chi sparge odio sui social”.
Meno “pacifica” la reazione della pentastellata Fabiana Dadone, ministra per le Politiche giovanili, che ha commentato su Facebook la vicenda dell’ex spin doctor di Salvini facendo riferimento al noto episodio in cui il leader del Carroccio aveva citofonato a uno spacciatore di Bologna:
Luca Morisi ha fatto del perbenismo provocazione, dell’aggressione digitale mestiere. Sono queste le cose che lo hanno contraddistinto, le “qualità” che gli hanno dato fortuna, non a caso il suo sistema comunicativo è chiamato “Bestia” di Salvini. Il suo problema è l’ambivalenza, come quella di molti personaggi a destra.
Mi chiedo se qualcuno citofonerà a casa di Salvini, spero non succeda perché le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda. Insieme possiamo affrontare nel merito ogni questione morale, senza che nessuno si senta superiore ad altri. La superiorità morale è una barzelletta. L’Italia aspetta risposte concrete, non propaganda.
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