Logopedia e disturbi del linguaggio: quando è necessario intervenire

I disturbi del linguaggio possono rappresentare una barriera con il mondo. La logopedia fornisce un sopporto prezioso in grado di abbattere questo muro. Vediamo di cosa si occupa e quando iniziare un percorso logopedico.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Sempre più spesso si sente parlare di logopedia, ma risulta ancora difficile comprendere di cosa si tratti e soprattutto quando è il giusto momento per intervenire.

La logopedia è un supporto prezioso e indispensabile non solo per i bambini e i ragazzi, ma anche per gli adulti che presentano problemi nella comunicazione, nel linguaggio e più in generale in tutti quei casi di situazioni cliniche complesse come sindromi genetiche, paralisi cerebrali infantili, sordità e disturbi dello spettro autistico.

Ma quando bisogna iniziare un percorso logopedico? Prima di rispondere alla domanda, è importante approfondire che cos’è e di cosa si occupa la logopedia nello specifico.

Logopedia: che cos’è e come funziona

La logopedia è una disciplina paramedica della diagnosi, della valutazione e della terapia dei disturbi della comunicazione, del linguaggio, della voce e della deglutizione.

Il termine “logopedia” deriva dalle parole greche “logos” parola e “paideia” educazione, quindi letteralmente significa “educazione della parola“. I logopedisti possono affrontare una vasta gamma di situazioni, tra cui:

  1. Disturbi del linguaggio: comprendono problemi con la produzione, comprensione o uso del linguaggio che possono manifestarsi come ritardo o disturbo specifico come l’afasia, dovuta a lesioni cerebrali e la disartria, difficoltà nella produzione del linguaggio causata da tensioni neuromuscolari
  2. Disturbi della voce: coinvolgono problemi relativi alla produzione della voce, come afonia, disfonie, noduli alle corde vocali e altri disturbi che possono influenzare la qualità e l’efficacia della voce
  3. Disturbi della comunicazione non verbale: includono difficoltà nella comunicazione attraverso gesti, espressioni facciali e linguaggio del corpo
  4. Disturbi della deglutizione: riguardano problemi nella masticazione e nella deglutizione causati da condizioni come la disfagia

La logopedia si fa carico quindi di una serie di problematiche che interessano gli adulti di ogni età. Oltre ad intervenire nei casi che interessano direttamente il linguaggio, “l’educazione della parola” fornisce anche un supporto in presenza di disturbi specifici come la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia.

Logopedia: quando è necessario intervenire nei bambini

I disturbi del linguaggio comprendono alcune difficoltà per il soggetto, come comprensione e nella formulazione di frasi e fonemi. Ma quando bisogna affidarsi a un logopedista?

I primi campanelli d’allarme per un genitore arrivano dal pediatra, dalle insegnanti della scuola oppure direttamente dal confronto con gli altri bambini. I segnali più importanti sono: mancanza di lallazione, scarsa o assente conoscenza del lessico, tendenza ad esprimersi con gesti, isolamento durante le fasi di socializzazione con gli altri bambini e difficoltà ad articolare i suoni.

Cerchiamo di capire meglio quando è importante ricorrere alla logopedia.

  1. Ritardo: se un bambino non sta raggiungendo i normali traguardi nello sviluppo del linguaggio, potrebbe essere opportuno consultare un logopedista. Ad esempio, se il bambino non comincia a babblare entro i 6-9 mesi, a pronunciare parole singole entro i 12-18 mesi o a costruire frasi complesse entro i 2-3 anni, potrebbe essere indicativo di un ritardo nel linguaggio
  2. Problemi nella comprensione: si verifica quando il soggetto presenta difficoltà a comprendere il linguaggio parlato. Questo può manifestarsi attraverso l’incapacità di seguire istruzioni semplici, rispondere alle domande o comprendere concetti di base
  3. Difficoltà nella produzione: avviene quando il bambino non pronuncia correttamente i suoni del linguaggio o non riesce a formare parole. Questo può includere omissione o sostituzione di suoni o altri errori nella produzione del linguaggio
  4. Incapacità di fluenza: nei casi di balbuzie o di clonica potrebbe essere utile un intervento logopedico per aiutare il bambino a migliorare la fluidità e la naturalezza del linguaggio
  5. Impedimento nella comunicazione non verbale: alcuni bambini possono avere problemi nella comunicazione non verbale, come il contatto visivo, i gesti o le espressioni facciali.

Logopedia e il ruolo del caregiver

La giornata europea della logopedia, celebrata lo scorso 6 marzo, è dedicata appunto al caregiver. Pilastro fondamentale del percorso logopedico, questa figura si occupa di contribuire alla rieducazione e alla prevenzione dei disturbi della comunicazione e della deglutizione.

Tiziana Rossetto, Presidente della Federazione Logopedisti Italiani, in un’intervista a Repubblica, ha spiegato:

I logopedisti riconoscono il ruolo cruciale del caregiver nella gestione del paziente e della persona fragile con disturbi del linguaggio.

La nostra collaborazione con queste figure di riferimento è una pratica consolidata già da ben prima del 2020, anno della pandemia, in cui è emerso a pieno titolo il loro valore nel tessuto sociale, e che si è incrementata nel tempo.

La collaborazione con il caregiver comincia dunque dal primo incontro, con la stesura dell’anamnesi e la valutazione indiretta tramite interviste e questionari, e prosegue via via fino ai follow-up e alle dimissioni.

Il ruolo del caregiver, che può essere genitore, tutore o qualsiasi persona che assiste il bambino, è estremamente importante nel percorso logopedico dal momento che stimola:

  • La partecipazione alla valutazione iniziale: fornisce informazioni importanti sullo sviluppo del linguaggio, sulle abitudini alimentari e comunicative utili per il logopedista
  • La collaborazione: è essenziale per questa figura lavorare in stretta collaborazione con il medico per comprendere le necessità del soggetto e sviluppare un piano di trattamento personalizzato
  • La pratica e rinforzo a casa: incoraggia il bambino a praticare gli esercizi e le strategie di terapia logopedica a casa. Questo può includere la ripetizione di esercizi di pronuncia, attività per migliorare la comprensione del linguaggio o altre attività consigliate
  • L’osservazione dei progressi e segnalazione di eventuali preoccupazioni: il caregiver dovrebbe osservare da vicino i progressi del bambino durante il percorso logopedico e segnalare eventuali preoccupazioni o sfide incontrate durante le attività a casa
  • Il sostegno emotivo: questa figura svolge anche un ruolo importante nel fornire sostegno emotivo all’individuo durante il percorso logopedico. Questo può includere incoraggiamento, rassicurazione e celebrare i successi durante il processo di apprendimento

Il caregiver è un membro fondamentale del team logopedico, il suo coinvolgimento può avere un impatto significativo sui risultati della terapia.

Quando ricorrere a un logopedista?

Ci sono dei campanelli di allarme a cui bisogna fare particolarmente attenzione per intervenire tempestivamente sul problema. Tra i disturbi che richiedono l’intervento di questo professionista c’è sicuramente la balbuzie. 

In questo caso la persona ha problemi nel ritmo delle parole. Di solito la balbuzie fa la sua comparsa intorno all’età di tre anni del bambino. In alcuni casi si può avere un vero e proprio ritardo nel linguaggio, cioè quando questo ha un vocabolario sotto le 50 parole a 24 mesi o quando a 30 mesi non è in grado di formulare una frase completa di due o più parole. 

In questi casi non bisogna mai sottovalutare il problema, ma ricorrere subito a un professionista, senza scoraggiarsi troppo nell’organizzazione e gestione della terapia. 

Ad esempio, ci sono anche servizi di logopedista a domicilio a Roma, dove lo specialista si reca direttamente a casa per analizzare la situazione prima di avviare il percorso.

Nel caso degli adulti invece il professionista è fondamentale per aiutare con problemi della fluenza verbale o anche nei problemi di deglutizione. Il logopedista si occupa anche delle dislalie, cioè quando non si riesce ad articolare o pronunciare le parole. 

Il logopedista dopo aver individuato il problema fa pianifica delle sedute settimanali per riabilitare la persona e aiutarla a eliminare i suoi problemi o perlomeno a ridurli.

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