mercoledì, 8 Ottobre 2025
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“Tutti indossano le Jordan”: la moda genderless veste contro gli stereotipi

Moda genderless, stile neutral e nessuna etichetta: da Armani e Gucci al fast fashion.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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Diversi brand della moda genderless hanno intrapreso delle scelte commerciali finalizzate ad abbattere qualsiasi tipo di barriera e di stereotipo, oltrepassando il concetto di abbigliamento maschile e femminile. Uno dei nomi di spicco da citare è Gucci. Alessandro Michele, ex direttore creativo del Brand ha posto fine alla dittatura dell’immagine, che divideva l’uomo e la donna, attraverso la scelta del Gucci Mx, piattaforma di shop con capi che vengono indossati da modelli gender neutral.

Moda genderless: la mascolinità e la femminilità sono concetti relativi

L’uomo è libero di scegliere come vestirsi in base a ciò che lo identifica di più e non in base al sesso a cui appartiene: intere collezioni di capi neutrali sono finalizzati all’autoespressione.

Quattro categorie per Gucci Mx: ready-to-wear, borse, valigie, scarpe e accessori. I modelli e le modelle del brand rappresentano l’espressione di sé libera da pregiudizi e stereotipi di genere, etnia e bellezza.

Anche Armani vuole trasmettere il proprio messaggio etico. Infatti, nella sua collezione Giorgio’s propone la fluidità di genere adattando la giacca maschile al corpo femminile e utilizzando tessuti morbidi per i completi da uomo. Dietro questa customizzazione vi è un’attenta osservazione della realtà in cui viviamo, dove le differenze fisiche e mentali tra uomo e donna sono sempre più assottigliate da stili di vita progressivamente più simili.

I consumatori non comprano “il brand” ma il messaggio e l’etica che questo trasmette

Questa scelta nasce da un’attenta analisi della contraddizione tra la creatività e le ricerche del mercato. Sono le tendenze a indicare agli stilisti quali strade intraprendere, confrontandosi con gli uffici marketing. I consumatori grazie ai social e ai mezzi di informazione, ormai accessibili a tutti non comprano “il brand”, ma il messaggio e l’etica che questo trasmette.

La moda è portavoce di una rivoluzione contro la società che vuole costringerci a comprare prodotti emulativi di un modello irraggiungibile, sfruttando l’insoddisfazione e l’acquisto compulsivo volto all’eterno miglioramento. La rivoluzione del fashion è la liberazione dall’oppressione estetico sociale.

Gucci e Armani verso una Gen Z sempre più rivendicativa di una libertà sessuale e identitaria

La moda parla di “nessun genere”, di inclusività e neutralità. Dopo Gucci diversi brand come Converse, Nike, Jordan hanno proposto un abbigliamento sportivo gender neutral. L’elemento più innovativo più attuale è che questi marchi per la prima volta annullano i prodotti di genere, dando la possibilità a chiunque di indossare un certo tipo di scarpa, donna o uomo che sia. Inoltre la scelta di creare collezioni indossabili da tutti sdoganata dal luxury è inseguita poi dal fast fashion, i cui marchi più famosi sono H&M, Zara, Pull & Bear, Bershka, Primark.

Il self-confidence come emancipazione dalle etichette

È la chiave futura del fashion industry, che evolve nella direzione di essere sempre meno etichettati da schemi e nella volontà di rimanere neutrali ma con stile. Una personalità di spicco che è diventata icona della fluidità di genere delle nuove generazioni è Harry Styles, il 28enne cantante britannico, oggi testimonial di Gucci, in piena sintonia con la visione di Alessandro Michele ed è oggi simbolo di una creatività senza limiti. L’espressività del cantante durante i concerti è diventata l’icona della moda genderless.

L’artista, anche durante i suoi concerti, con disolvoltura esterna il proprio modo di concepire l’abbigliamento, mettendo al centro l’espressione della propria personalità e creatività, ponendo l’accento sulla libertà di scegliere cosa indossare al di là degli stereotipi e liberi da ogni tipo di condizionamento. In questa nuova dimensione della moda non esistono vincoli di abbinamento tra colori e tessuti. Le paillettes possono essere accostate alla seta e i colori sovrapporsi liberi da criteri tradizionali. La creatività prevale a favore della personalità unica e individuale di chi indossa.

Leggi anche: Il cinema è green: Avatar 2 vuol salvare il pianeta

di Ilaria Mari




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Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.

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