LeCoVax2: cosa sappiamo sul nuovo vaccino italiano anti-Covid, il primo a uso orale

LeCoVax2 è un siero anti-Covid tutto made in Italy. Ecco perché il vaccino italiano, somministrabile anche per via orale, è così innovativo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Dopo la fallimentare odissea del vaccino anti-Covid italiano Reithera, considerato un “investimento improduttivo” e perciò bloccato dalla Corte dei Conti, sembra arrivare una nuova speranza per il nostro Paese in tema di vaccini. Si tratterebbe di una nuova tipologia di siero immunizzante sviluppata dall’Università Statale di Milano in collaborazione con VisMederi Research.

Il vaccino in questione si chiama LeCoVax2. Il primo studio sperimentale preclinico, effettuato sui topi, ha avuto risultati incoraggianti, dimostrando l’efficacia del siero nell’introdurre anticorpi in grado di combattere e neutralizzare il virus SARS-CoV-2.

Vaccino italiano LeCoVax2: ecco perché è così innovativo rispetto ai vaccini disponibili

Il vaccino italiano LeCoVax2 sarebbe efficace nel combattere il Covid-19. A dimostrarlo è stato un lavoro di ricerca coordinato da Claudio Bandi, Sara Epis e Gian Vincenzo Zuccotti del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo e da Enrica Invernizzi dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con Emanuele Montomoli, responsabile scientifico di VisMederi Research srl (nonché docente presso l’Università di Siena). I risultati dello studio si sono già tradotti in due brevetti, depositati lo scorso febbraio. Le caratteristiche di LeCoVax sono molto innovative: il siero anti-Covid italiano si differenzia per diversi aspetti dai vaccini attualmente in uso, sia per meccanismo d’azione, sia per modalità di conservazione e distribuzione.

In Europa, attualmente, i vaccini agiscono con 2 diversi meccanismi di azione. Alcuni (come Pfizer e Moderna) sono “sieri ad mRNA”: in breve, somministrano RNA all’interno di piccole particelle lipidiche. Altri (come Vaxzevria di Astrazeneca e Janssen di J&J) sono invece “vaccini a vettore virale”: agiscono con virus modificati, incapaci di determinare infezione, contenenti frammenti genici del virus SARS-CoV-2. Ma tutti i vaccini disponibili hanno una cosa in comune: prevedono che la produzione delle proteine del virus (cioè gli antigeni, quelli che scatenano la risposta immunitaria) avvenga all’interno delle cellule della persona vaccinata. LeCoVax2, invece, è stato prodotto utilizzando una piattaforma vaccinale completamente diversa.

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LeCoVax2: come funziona la tecnologia del microganismo unicellulare modificato

LeCoVax2: come funziona la tecnologia del micorganismo unicellulare modificato
Il team di ricerca della Statale che ha sviluppato la nuova tipologia di vaccino anti Covid LeCoVax2: al centro Claudio Bandi e Sara Epis del dipartimento di Bioscienze

A rendere così diverse le modalità di produzione di LeCoVax2 rispetto agli altri sieri è il fatto che la sua piattaforma vaccinale si basa su un microrganismo unicellulare modificato, in grado di trasportare e di produrre le proteine virali che fungono da antigeni, stimolando così la risposta anticorpale del soggetto che si vaccina.

Il microorganismo, che agisce come una sorta di “micro-fabbrica di proteine”, si chiama Leishmania tarentolae. Tale Leishmania non è ovviamente patogena per l’uomo e, anche se il nome potrebbe suggerire collegamenti, non ha nulla a che fare con quella che provoca la leishmaniosi nei cani: può essere tranquillamente somministrata in forma inattivata. A spiegarne il funzionamento in modo esaustivo è stata Sara Epis del Dipartimento di Bioscienze della Statale, che ha detto:

Leishmania tarentolae rappresenta una sorta di micro-fabbrica, utilizzabile per la produzione di proteine molto simili a quelle prodotte nelle cellule di un mammifero, ad esempio da un virus durante l’infezione o da un vaccino a RNA.

Una volta inoculate in un mammifero, le proteine virali prodotte in Leishmania hanno la capacità di agire come le proteine prodotte dal virus stesso durante l’infezione naturale. Quindi come antigeni virali in grado di stimolare la produzione di anticorpi.

LeCoVax2, Zuccotti: “Il vaccino può essere utilizzato per via mucosale, ad esempio orale”

Ma il microrganismo Leishmania presenta molte altre peculiarità, che rendono il vaccino italiano LeCoVax2 particolarmente innovativo. Stando alle parole di Claudio Bandi del Dipartimento di Bioscienze della Statale, un’altra importante caratteristica di Leishmania sarebbe “una spiccata tendenza a penetrare all’interno delle cellule che intervengono nelle prime fasi della risposta immunitaria, le cellule dendritiche”. Perciò l’utilizzo di Leishmania come produttore e trasportatore di antigeni permetterebbe di “veicolare queste molecole direttamente alle cellule che giocano un ruolo centrale nell’induzione della risposta immunitaria, rendendo il vaccino particolarmente efficace.

LeCoVax2 si è dimostrato un progetto promettente sin dalle prime fasi di sviluppo, ma, come affermato da Emanuele Montomoli di VisMederi Research, i risultati sperimentali decisivi sono arrivati nelle ultime settimane di lavoro, quando è stata provata l’efficacia del vaccino come induttore di una risposta anticorpale specifica. “Lo studio è stato effettuato su modello murino ed ha permesso di rilevare la produzione di anticorpi in grado di neutralizzare il SARS-CoV-2”, ha aggiunto Montomoli.

Parole di entusiasmo e fiducia nei confronti del promettente siero italiano sono arrivate anche da Gianvincenzo Zuccotti, preside della Facoltà di Medicina e afferente al Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L.Sacco dell’Università Statale dI Milano. Zuccotti ha sottolineato che le peculiarità di LeCoVax2 lo rendono un siero particolarmente promettente per l’applicazione nei paesi in via di sviluppo, dato che la tecnologia necessaria a produrlo è relativamente semplice.

Oltre a questo, aggiunge Zuccotti, il fatto che il siero venga somministrato in forma inattivata fa in modo che possa essere sviluppato in preparati liofilizzati reidratabili, perciò semplici da conservare e distribuire. Un’altra novità di LeCoVax2, spiega Zuccotti, è che “può essere sviluppato per una somministrazione per via mucosale, ad esempio orale, cosa che ne faciliterebbe l’utilizzo, aspetto molto importante se la vaccinazione anti-Covid dovesse essere ripetuta nel corso degli anni. Nelle prossime settimane procederemo con le indagini precliniche su LeCoVax2, soprattutto per la definizione della formulazione più idonea per l’utilizzo negli studi clinici”.

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