Le ultime ore di Silvio Berlusconi: sapeva di morire, le lettere e il loro contenuto

A distanza di quasi un anno dalla scomparsa di Silvio Berlusconi la primogenita, Marina, ha deciso di rendere pubbliche le ultime lettere scritte dal padre, suo testamento politico, qualche giorno prima di morire.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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A ricordare le ultime ore di Silvio Berlusconi in ospedale è la figlia Marina, ripercorrendo, nella prefazione del libro scritto da Paolo Del Debbio “In nome della libertà”, in libreria per Piemme dal 9 aprile, la cronaca di quei momenti.

Il testo affronta le idee, i valori e le convinzioni che hanno guidato e sono stati la bussola nell’esperienza politica di Silvio Berlusconi. Marina ha spiegato come questa sia stata l’occasione giusta per approfondire alcune questioni relative agli ultimi giorni di vita del padre.

Del Debbio, ricordiamo, insieme ad altri intellettuali ricordati nel volume, ha partecipato all’elaborazione delle tesi e alla stesura di quello che è stato, nel 1994, il “nocciolo culturale e filosofico” di Forza Italia, e che per l’autore è ancora attuale.

Il testamento politico di Silvio Berlusconi

Il 10 giugno 2023 Silvio Berlusconi si trovava in una stanza dell’ospedale San Raffaele. Seduto a un tavolo, penna alla mano, prova a immaginare un colloquio su Forza Italia, sua creatura politica e che tutt’oggi segna la vita del nostro Paese.

In quelle ore, drammatiche, la figlia Marina si trovava al suo fianco. Poco dopo, il 12 giugno, il padre “si separerà dalla vita”, come scrive lei stessa. Anche se la sera di venerdì 9 giugno sembrava stare meglio, lasciando sperare ai familiari che il male potesse concedergli ancora altro tempo, il giorno successivo la sofferenza lo rendeva cupo e affaticato.

Il documento scritto da Berlusconi in quelle ore è un testo che è stato concepito di getto, in un momento in cui si capiva chiaramente che si apprestava a congedarsi da questo mondo.

La coerenza del pensiero politico di Silvio Berlusconi: sempre lo stesso fino alla fine

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Marina, nella prefazione, sottolinea come il contenuto di quelle quattro pagine non si discosti per nulla dal programma con cui il padre decise di scendere in campo, nel 1994, evidenziando la continuità e la coerenza del suo pensiero.

Inoltre, prosegue la primogenita di Berlusconi, la grafia incerta, i periodi meno fluidi e le tante correzioni documentano la fragilità dell’uomo ma anche la tenacia di voler, con forza, fino alla fine esprimere le proprie idee, che lo avevano portato a fondare Forza Italia, la sua creatura. Poi lei stessa rivolgendosi al padre, per rispondere a “Vedi, Marina, la vita è così: vieni, fai fai fai… e poi te ne vai”, dice:

Papà, tu come tutti gli uomini potrai anche andare, ma non se ne andrà mai quello che hai fatto, non se ne andranno mai gli ideali per i quali ti sei battuto.

Resteranno qui con noi, a guidare il nostro cammino e il cammino di chi verrà dopo di noi, perché è di questi ideali che si nutrono gli uomini e le donne di buona volontà.

Leggi anche: Report, l’inchiesta sul Cav e Mangano: “C’era timore che rapissero i figli di Berlusconi”

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