Le fasi della scarcerazione di Patrick Zaki: “Al più presto in Italia”

ll ricercatore egiziano dell'Università di Bologna si trovava in carcere dal 7 febbraio 2020, quando fu arrestato al suo ingresso nel Paese africano. Nonostante la scarcerazione è ancora accusato di aver diffuso notizie false. Appena uscito dal carcere ha abbracciato la mamma e la sorella.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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La scarcerazione di Patrick Zaki è finalmente realtà. Appena uscito dal commissariato di Mansura, la stessa città dove si svolge il processo e dove era detenuto dopo essere stato trasferito li dal carcere di Tora, Patrick ha abbracciato la madre e poi la sorella.

Lo studente e attivista dell’Università di Bologna era in carcere dal 7 febbraio 2020, quando fu arrestato appena arrivato in Egitto dove era tronata per una breve visita alla famiglia:

Voglio dire molte grazie agli italiani, a Bologna, all’Università, ai miei colleghi, a chiunque mi abbia sostenuto. Voglio essere in Italia il prima possibile.

Dopo 22 mesi di attesa è arrivata la scarcerazione di Patrick Zaki

Dopo 22 mesi di attesa è arrivata la scarcerazione di Patrick Zaki

La scarcerazione di Patrick Zaki è stata disposta durante l’udienza che si è tenuta a Mansura, martedì 7 dicembre. Zaki, 30 anni compiuti lo scorso 16 giugno on carcere, purtroppo non è ancora stato assolto dalle accuse di aver diffuso notizie false “dentro e fuori” dall’Egitto, il suo Paese d’origine. La prossima udienza si terrà il 1° febbraio 2022.

Dopo la scarcerazione di Patrick Zaki queste sono tate le sue prime parole Tutto bene. Quando è uscito dal commissariato di Mansoura, Patrick era vestito di bianco, il colore simbolo degli imputati nei processi egiziani, in uno dei video che hanno ripreso la scarcerazione si vede Patrick abbracciare i suoi cari e subito dopo alzare le mani con l’indice e il medio in segno di vittoria.

Interpellato dai giornalisti fuori dal commissariato, Zaki ha dedicato un pensiero anche al Bologna, la sua squadra del cuore in Italia: “Forza Bologna”. Sui suoi profili ufficiali la società ha subito risposto: “Patrick ti aspettiamo presto al Dall’Ara”.

Una delle prime cose che Patrick Zaki ha fatto non appena arrivato a casa dopo essere stato scarcerato è stato indossare una maglietta dell’Università di Bologna, che l’ateneo gli aveva fatto recapitare.

La scarcerazione di Patrick Zaki è arrivata alla fine, ma non è ancora conclusa la vicenda che lo vede imputato davanti al Governo egiziano. Lo studente è stato rinviato a giudizio alla fine della scorsa estate. La sua permanenza in carcere, da febbraio 2020, era stata rinnovata di volta in volta sulla base di ordinanze di custodia cautelare.

Zaki era stato arrestato inizialmente con le accuse di “propaganda sovversiva” per il contenuto di alcuni post pubblicati sul suo profilo Facebook, post che in realtà non sono mai esistiti.

Cadute le accuse legate ai post, la magistratura egiziana ha comunque deciso il rinvio a giudizio con l’accusa di aver diffuso informazioni che la magistratura ritiene false attraverso tre articoli giornalistici. In uno di questi denunciava la condizione dei cristiani copti in Egitto, discriminati da alcune frange musulmane e perseguitati dall’Isis

Zaki si trovava in una prigione di Mansura, dove era da poco stato trasferito dal carcere di Tora, nei pressi del Cairo. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato l’abbraccio tra lo studente e la madre, gesto che è già diventato il simbolo della scarcerazione di Patrick Zaki: “Un abbraccio che vale più di tante parole. Bentornato Patrick!”, ha scritto in un post su Facebook.

Poi è stata la volta del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che ha commentato così la scarcerazione di Patrick Zaki: “L’abbraccio è l’immagine di un giorno bello, di speranza.

Chiunque si è unito in un abbraccio generale nel commentare la scarcerazione di Patrick Zaki: “Accogliamo con favore la decisione del tribunale egiziano di rilasciare lo studente egiziano Patrick George Zaki”, ha dichiarato in una nota Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, precisando che questa decisione segna un importante passo in avanti per il suo caso.

Stano ha voluto ricordare che “dalla detenzione di Zaki nel febbraio 2020, l’Ue ha seguito da vicino gli sviluppi, ha osservato le udienze e ha sollevato il suo caso a livello bilaterale e in consessi multilaterali e continuerà a seguire da vicino il suo caso”.

Sulla scarcerazione di Patrick Zaki, non poteva ovviamente mancare l’abbraccio di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, che dal primo giorno di detenzione ha tenuto alta l’attenzione sul ragazzo:

Aspettavamo di vedere quell’abbraccio da 22 mesi e quell’abbraccio arriva dall’Italia, da tutte le persone, tutti i gruppi e gli enti locali, l’università, i parlamentari che hanno fatto sì che quell’abbraccio arrivasse

Ora che abbiamo visto quell’abbraccio aspettiamo che questa libertà non sia provvisoria ma sia permanente. E con questo auspicio arriveremo al primo febbraio, udienza prossima.

Oggi è una giornata di festa, anche se non bisogna abbassare la guardia fino al completo proscioglimento dalle accuse, ha detto il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari – che ha poi aggiunto – Speriamo che Patrick possa mettersi alle spalle questi due anni dolorosi e possa tornare presto ai suoi studi qui a Bologna, nella sua università. Il suo posto è qui, nella nostra comunità, assieme ai suoi compagni e ai docenti che non vedono l’ora di riabbracciarlo.

Leggi anche: L’Italia si tinge di giallo: solidarietà per Patrick Zaki in 50 piazze italiane

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