Collaboratrici “sfruttate” in casa Boldrini, l’attacco di Lucarelli: “Nessuna empatia per una madre lavoratrice”

La giornalista Selvaggia Lucarelli con un articolo sul Fatto Quotidiano da voce a due ex collaboratrici di Laura Boldrini, ex Presidente della Camera, che parlano di sfruttamento e mancati pagamenti.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Laura Boldrini è stata accusata da alcune sue ex collaboratrici, sia domestiche che parlamentari, di non aver adempiuto ai doveri nei loro confronti.

A riportare il fatto ci ha pensato Selvaggia Lucarelli, tramite il Fatto Quotidiano.

Tra la Boldrini e la Lucarelli poi c’è stato un botta e risposta a mezzo stampa in cui l’ex Presidente della Camera difendeva il comportamento che aveva avuto con le collaboratrici mentre la giornalista fino alla fine vuole screditare la sua posizione.

Chi sono le ex collaboratrici di Laura Boldrini?

Tra le collaboratrici in questione c’è un’ex colf moldava che sta attendendo una liquidazione di 3000 euro. Dopo dieci mesi dalla fine del contratto e non aver ricevuto ancora nulla si è rivolta al patronato.

La collaborazione sarebbe durata 8 anni. Ma a maggio dello scorso anno Laura Boldrini le avrebbe ridotto le ore lavorative giornaliere e chiesto di lavorare anche il sabato. Richieste difficili da realizzare provenendo ogni giorno da Nettuno.

Roberta invece, sua ex-collaboratrice parlamentare, racconta di aver ricevuto mansioni che esulavano dai propri compiti contrattuali, come pagare gli stipendi alle colf o ritirare le giacche dal sarto, descrivendo un lavoro stressante e impegnativo per una paga non altrettanto adeguata. Con uno stipendio di 1200, 1300 euro doveva pagarsi personalmente per tre giorni a settimana anche il costo dei treni e dell’alloggio, provenendo da Lodi.

A maggio scorso la richiesta di rimanere in smart working per stare vicino al figlio, malato seriamente e che doveva essere operato, le è stata negata. La risposta della Boldrini sarebbe stata quella di aver risparmiato durante il lockdown.

Leggi anche: Insulti sessisti a Giorgia Meloni, il rettore: “Sospendo Gozzini per tre mesi”

La risposta di Laura Boldrini alle accuse delle due collaboratrici

Laura Boldrini

Laura Boldrini ha fatto sapere all’Adnkronos che la ricostruzione non corrisponde alla realtà delle cose. E ha aggiunto:

Sono davvero dispiaciuta: si tratta di due collaboratrici valide, in ambiti ovviamente totalmente diversi.

E mi aspettavo da loro che, se ritenevano che ci fosse con me qualche problema, me ne parlassero direttamente e non tramite un giornale, tutte due insieme poi…

Mi pare che abbiano fatto ricorso a un metodo quanto meno improprio, che lascio agli altri giudicare e commentare.

Cosa ha detto Laura Boldrini sulle sue collaboratrici

Inoltre Laura Boldrini ha cercato di spiegare le proprie ragioni al Fatto. Ecco cosa ha scritto:

Riguardo la mia ex collaboratrice domestica Lilia stiamo trovando un accordo per formalizzare la chiusura del rapporto di lavoro, purtroppo con un ritardo da me non voluto ma causato da una difficoltà oggettiva a contattare la persona del Caf referente della vicenda.

Il punto è che ci sono delle discrepanze da verificare sui saldi finali del Tfr da me già versato per ogni anno di lavoro.

Dunque è in corso una verifica che sta terminando, da parte della mia commercialista e del Caf.

Su Roberta, ex collaboratrice parlamentare, ha aggiunto:

La retribuzione corrispondeva a criteri stabiliti dall’amministrazione della Camera.

Devo dire che ha svolto un buon lavoro in anni intensi e complessi, sempre manifestandomi la volontà di voler far parte della mia squadra, nonostante le difficoltà logistiche che doveva affrontare ogni settimana, venendo da Lodi, e che io stessa fin dall’inizio le avevo fatto presente.

Per questo sono rimasta stupita e dispiaciuta nel leggere quanto da lei dichiarato, visto il rapporto che si era sviluppato.

Replica di Selvaggi Lucarelli: “Un pò di empatia per una lavoratrice madre”

Laura Boldrini_Lucarelli

Selvaggia Lucarelli non crede al fatto che per Laura Boldrini, essendo terminato 10 mesi fa il rapporto di lavoro con la colf, non sia stato possibile contattare il commercialista del Caf e si dice meravigliata del fatto che l’ex collaboratrice domestica si sia dovuta rivolgere a un avvocato.

Riguardo l’ex collaboratrice parlamentare, la Lucarelli precisa:

È vero che gli accordi economici iniziali con lei erano quelli, ma è anche vero che la pandemia, la malattia del figlio e, semplicemente, un po’ di empatia per una condizione di difficoltà economica di una lavoratrice madre di tre figli avrebbero potuto comportare un adeguamento almeno per il rimborso delle spese.

Inoltre, se è vero che gli accordi sullo stipendio erano quelli, forse non era altrettanto chiaro fin dall’inizio che tra le mansioni richieste a una collaboratrice parlamentare potessero esservi anche la prenotazione di parrucchieri e il ritiro abiti in lavanderia.

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