La poesia complessa spiega la vita in modo semplice

Attraversiamo l'amore e la vita con la poesia magnetica ed essenziale di Rosario Romeo: i suoi versi, specchi esistenziali per l'anima.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

La poesia si frammenta in piccoli spazi infiniti, e tanti piccoli universi di significati in un gioco di parole che spiazza il lettore: sta a ognuno di noi decifrare, sta alla personale sensibilità. Così il poeta Rosario Romeo, nella raccolta MULTI-VERSI, pubblicata nel 2022, ci fa percorrere un sentiero in cui, attraversando l’amore, attraversiamo la poesia, fino a trovare scolpita in essa la sua visione della vita.

È un po’ “sognatore”, un po’ “profeta”, come si evince a partire dalla sezione RACCONTI DI-VERSI e da una poesia così intitolata. Procedendo il lettore si addentrerà poi in AMORI DI-VERSI: il nobile sentimento viene evocato e rappresentato in ogni sua forma. Per poi approdare all’epilogo: PERCORSI DI-VERSI, andando A piedi, imbattendosi ne Il bivio, Finché sorte non ci separi, un insieme di versi in cui il poeta mette in luce esperienze personali tempranti e storie che lo hanno ispirato a scrivere.

Le parole hanno un effetto immediato, scatenano reazioni e sentimenti di-versi, grazie al suono eufonico delle rime, ma sarebbero ancora più potenti se accompagnate da note musicali o anche dalla loro controparte grafica in una sinestesia di percezioni. E questo accade proprio in MULTI-VERSI, in quanto si dispone di un’immagine specifica di ciò che abbiamo letto e, quindi, immaginato. Il viaggio mentale si concluderà, allora, con delle illustrazioni che fungono proprio da accompagnamento ai nostri pensieri.

Rosario Romeo e i suoi RACCONTI DI-VERSI

poesia

Con un linguaggio semplice, diretto, che cerca di cogliere al meglio la “dimensione emotiva” del quotidiano, Rosario Romeo inizia il suo cammino con la poesia Racconti di-versi, eccone un breve, emblematico brano:

Racconti di domani
uguali a quelli di oggi
e a quelli di ieri:
il tempo ha percorsi strani,
non guarda gli orologi
e si ripete volentieri.

In questo componimento realtà vissuta e finzione poetica si fondono in immagini verosimili, degli “esempi di realtà”, che vanno lette e scrutate a fondo per poter comprendere il vero significato, che si rivelano agli occhi multiformi. Sono dei ritratti del possibile, di storie uniche e irripetibili, o anche momenti che si ripetono, ma non sono mai uguali a se stessi.

E il tempo non guarda l’orologio…

Passando al rapporto che l’autore ha con la dimensione della temporalità, riscontriamo, come suggerisce Rosario Romeo, il tempo non guarda l’orologio quando l’ispirazione lo colpisce e gli fa prendere in mano la matita per poter scrivere e dare una voce a quei punti di vista.

Addentriamoci adesso, con un piacevole saltellare random tra le parole, in una poesia dal titolo arguto e sagace Un prete… nzioso, qui il poeta si paragona a un prete, o meglio, un prete-scrittore che vuole portare in giro il verbum, la parola poetica e diffonderla. Qui preziosamente si scruta il sentimento di tutti coloro che la sua attenzione ha sfiorato e di di cui ha scritto:

Di ciascun peccatore
io scrutavo il pensiero
e osservavo se il cuore
fosse o meno sincero.

Si va a fondo, scavando nei pensieri dell’altro, nella sua anima, fino a che non si ha più voce, consumata da quel dire e quell’ardire e da quella punta di ambizione che talvolta non viene ben ricompensata.

La poesia a volte è “onde o ruscelli” a volte “foreste”

Poi è la volta di Due barbieri, qui vi è in atto una conversazione, sembrerebbe tra due uomini, ma, ad un livello traslato sembrerebbero due poeti che parlano, o anche modi di-versi di scrivere. Non importa se sono le otto di mattina o di sera, di sapere in che stagione ci troviamo: la poesia a volte è “onde o ruscelli”, “a volte foreste, tutt’altro che deserto”, o anche distesa infinita del mare.

Ma la poesia ci sorprende: alle volte fa venire dubbi agli stessi autori, e un pensiero scritto magari non convince più. Si mette in stand-by quell’idea, e ci si mette subito all’opera, a tagliare con le forbici l’altra, definita come un “collega”. Tagliare i capelli per traslitterazione, tagliare e cesellare le parole, è un’arte raffinata, che a volte sconfina anche nell’arcaico, essendo talvolta “spettinata”:

Ai miei clienti non offro tagli speciali:
accorcio e pettino in base ai loro mali.

L’originaria interpretazione dell’intera poesia è quella di immaginare il purgatorio come una barberia, in cui il barbiere “acconcia” l’anima del peccatore per far sì che sia pronta per il paradiso. A fine poesia il barbiere del purgatorio è alle prese con il “barbiere terreno”, che intanto è morto e che è il maestro delle “acconciature” materiali, le quali servono in qualche modo a far stare bene l’umano nel mondo terrestre.

L’amore ha preso forma tra le righe

Questo significa dare un ordine al caos, che batte forte le ali come una rondine, lo si vede già dal titolo di questa poesia. Un amore cresce, si espande, diventa aulico e alto, ingrandito dall’immensità delle parole, che rendono il pensiero più insistente. E come suggerisce l’autore, “come andrà a finire già lo sappiamo”:

È arrivato piano piano,
è partito da lontano.
Il tempo lo ha reso denso
e presto sarà immenso…

Ogni autore ha una musa, che, per quanto invisibile, traspare sempre nei versi. Quando si scrive, si pensa sempre a qualcuno o qualcosa di inarrivabile, spesso intangibile, e più si è lontani, più lo sentiamo vicino e più saremo ispirati.

L’amore diventa un paese lontano, con sapori mai immaginati, colori mai esplorati, mai visti: una novità che forse è allucinazione. Un abbaglio, un errore. Un errore di valutazione, di statistica, ma l’amore è una probabilità, accade nel momento in cui non abbiamo fatto calcoli. Consapevolezza che si fa nitida tra i versi di Se non mi sbaglio:


Se è soltanto un abbaglio
sarà solo l’ennesimo errore,

ma se non mi sbaglio
sarà il primo vero amore.

La poesia inebriante di Rosario Romeo, un intimo confronto tra sé e sé

Giunti quasi alla fine, Rosario Romeo si confronta tra le suggestive righe di Io e l’altro. Nei versi di questa poesia il poeta torna bambino o in una dimensione di fanciullezza. E appare diviso, in due anime: il bimbo che crede nella poesia, ma ancora non sa di possederla, e l’uomo “che ha prove” che essa esista davvero dentro di sé. Questi due aspetti sembrano confliggere tra loro, chi avrà ragione? La risposta è semplice:

Una volta eravamo uguali:
stessi pensieri e stessi ideali.
Poi il tempo ci ha resi diversi:
menti lontane e corpi dispersi.


… e in mezzo a noi una questione:
domani chi dell’altro avrà ragione?

Qualcosa non è sbocciato? Capirlo poeticamente

E poi in questa degustazione antologica assaporiamo ora Due piante, un componimento ermetico che lascia adito a più interpretazioni. Qualcosa non è sbocciato. Può essere un amore, un’amicizia, un’idea. Oppure, anche se il fiore ha dato i suoi frutti, talvolta può marcire o rivelarsi, improvvisamente, marcio:


Due piante coetanee e vicine
non sempre fioriscono insieme,
e quella che va a buon fine
non sempre è migliore per seme.

Poesia come universo emozionale

Dulcis in fundo approdiamo a Sincronismi, dove l’universo è emozionale, fa cogliere l’attimo che sta per essere bagnato dalla pioggia, in quegli spazi umidi che rivelano trame segrete, e non rendono mai il poeta sazio e mai fermo. Essendo colto da “ansie anaerobiche”, ha una fame e una sete di immaginazione, placate dalla voglia, mai sazievole, sempre costante, di scrivere. Di questa bellissima poesia ne proproniamo i versi salienti:

La pioggia non copre tutto il cielo
e non bagna ogni spazio di terreno,
rimane uno squarcio di sereno
negli attimi che ho colto per un pelo.

MULTI-VERSI è un macrocosmo di riflessioni su cosa vuole essere la poesia, un verso d’amore, un’ora di vita, un’esperienza terapeutica che non ha mai una fine. Vale la pena esplorarlo.

Leggi anche: Poeti nell’era digitale: come i versi sconfinano la dimensione analogica

A cura di Silvia Buffo e Ilaria De Santis

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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