Il killer di Alessandra Matteuzzi ai pm: “Aiutatemi, l’ossessione di lei ancora mi assale”

Quello che legava Giovanni Padovani ad Alessandra Matteuzzi era un legame fatto di ossessione. Un'ossessione che il 27enne ha sempre ammesso, anche di fronte ai pm della Procura di Bologna. Ecco cosa ha detto.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Giovanni Padovani, l’assassino reo confesso di Alessandra Matteuzzi, dopo averla uccisa in modo disumano e cruento non si è allontanato dal corpo, ma le ha sfilato il cellulare per consultarlo e continuare a ripetere ai passanti: “Guarda, mi tradisce”.

Questo emerge dalle dichiarazioni di alcuni testimoni che, la sera dello scorso 23 agosto, si sono trovati di fronte a quella scena raccapricciante. “Non mi era mai capitato in vita mia di assistere a una scena così cruenta”, ha raccontato uno di loro, le cui parole sono ora agli atti dell’indagine della Procura.

Il processo partirà il prossimo 3 maggio davanti alla Corte d’Assise e Padovani risponderà del reato di omicidio aggravato da premeditazione, stalking, futili motivi e legame affettivo.

Omicidio Alessandra Matteuzzi, il killer: “Sono ancora ossessionato da lei”

Quello che legava Giovanni Padovani ad Alessandra Matteuzzi era un legame fatto di ossessione. Un’ossessione che il 27enne ha sempre ammesso, anche di fronte ai pm della Procura di Bologna, negando però che ci sia stata premeditazione. Durante l’interrogatorio del 15 febbraio scorso ha detto:

Adesso che ho ben compreso che Alessandra Matteuzzi è morta, riferisco di essere cosciente che il mio gesto è stato gravissimo e che ne devo pagare le conseguenze, vi chiedo anche di aiutarmi a liberarmi dall’ossessione per Alessandra che tutt’ora mi assale.

Omicidio Alessandra Matteuzzi, killer in psichiatria. Ma per i testimoni era lucido

Insomma: Giovanni Padovani ha confermato la “relazione tossica” con Alessandra Matteuzzi. Ma ha cercato pure di ridimensionare le sue responsabilità parlando di “morbosità reciproche” e negando di essere “un persecutore”. Stando al suo racconto, il controllo dei telefoni era “un’iniziativa reciproca e in ogni caso non continuativa”. E anche “l’impossessarsi delle password degli account social era una cosa condivisa”.

Il ridimensionamento della posizione di Padovani passa pure per la negazione della premeditazione dell’omicidio. E ai pm che gli contestano ambigue ricerche sui telefoni relative a “come uccidere a sprangate” o “pena omicidio volontario”, il 27enne dice che si trattava di “sfoghi virtuali”.

Recentemente l’uomo è stato trasferito nel reparto psichiatrico dell’istituto penitenziario di Piacenza, ma secondo i testimoni che hanno assistito alla scena dell’omicidio il 27enne avrebbe agito con estrema lucidità.

Per me le condotte che il ragazzo portava avanti erano quelle di una persona scossa, ma comunque centrata, presente e attenta a quello che stava facendo”, ha raccontato il testimone che si era frapposto tra l’omicida e la vittima. Un’altra vicina, anche lei intervenuta richiamata dalle urla di Alessandra Matteuzzi, ha confermato che “Lui era lucido, freddo e continuava a dire ‘Non ce l’ho con voi, tanto in carcere ci vado’”.

Omicidio Alessandra Matteuzzi, cosa era successo

Alessandra Matteuzzi aveva già denunciato per stalking Giovanni Padovani, l’uomo che lo scorso agosto l’ha uccisa. Il 27enne, calciatore con una discreta militanza in Serie D, aveva pure ricevuto il divieto di avvicinamento dal giudice. Ma, come spesso accade, quel provvedimento non è bastato: dopo aver atteso la donna per un paio d’ore sotto casa, il ragazzo l’ha uccisa appena è rientrata attorno alle 21.

Un residente, sentendo le urla di strazio della vittima, ha avvisato i Carabinieri che sono giunti sul posto quando la donna era ormai agonizzante. Le volanti hanno trovato la vittima riversa a terra e ferita alla testa in stato di incoscienza. Trasportata in ospedale, è morta per il grave trauma cranico. Sul posto anche l’aggressore, arrestato per omicidio.

Il racconto della sorella di Alessandra Matteuzzi

Al Il Resto del Carlino, la Stefania Matteuzzi ha raccontato quanto la relazione della sorella con Giovanni Padovani fosse burrascosa:

Hanno avuto una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte era poco più di un anno che si conoscevano, però è dallo scorso gennaio che ha cominciato ad avere delle ossessioni verso di lei.

Si vedevano una volta al mese, poi hanno passato qualche giorno insieme, durante il periodo di pausa calcistica, lui è stato qua con lei. A quel punto però le sono successe delle brutte cose, lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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