La recente dimostrazione di centinaia di ambientalisti all’aeroporto di Amsterdam ha rilanciato la polemica sui jet privati, un lusso dai rovinosi effetti sul clima. Il messaggio reca chiaro l’inutilità di questo status symbol dal forte impatto ambientale.
Come dimostrano alcune ricerche condotte da un gruppo di Ong europee, Transport & Environment, una sola ora di volo con un jet privato provoca l’emissione di circa due tonnellate di CO2, una quantità pari a circa un quarto delle emissioni di anidride carbonica prodotte da un semplice cittadino europeo in un anno.
Lo stesso Greenpeace afferma che i jet privati sono il mezzo più deliberatamente inquinante del pianeta, che “causano mediamente emissioni di gas serra 10 volte superiore a quelle di un volo per passeggero per chilometro, e addirittura 50 volte superiori a un viaggio in treno in Europa”.
Il fenomeno riguarda tre grandi nazioni in particolare: Italia, Francia e Gran Bretagna. È ancora Greenpeace a denunciare che un singolo jet privato emette più particelle di un intero Boeing 737 e che le emissioni di particolato, un mix di particelle solide e goccioline che si trovano nell’aria, per passeggero sono 72 volte superiori per i jet privati rispetto ai voli di linea.
La questione che suscita clamore è il fattore tempo: i jet privati vengono “spostati” in larga misura per brevissimi tratti, addirittura per viaggi della durata di 10 minuti. Non potrebbe quest’uso disinvolto e smodato lasciare il posto all’impiego di mezzi meno inquinanti?
Vip e i jet privati
Di recente la Yard, società di marketing digitale, ha pubblicato uno studio basato sul monitoraggio dei voli effettuati dai personaggi famosi. Il tracker utilizzato, Celebrity Jets, decretava la cantante americana Taylor Swift come la più attiva in termini di voli e chilometri e, soprattutto, per emissioni di CO2.
E che non solo la cantante utilizza il suo jet per spostarsi negli Stati Uniti.
Se l’ex campione di motociclismo Valentino Rossi, per andare in vacanza da Barcellona a Ibiza in solo mezz’ora, affittava un jet privato che emetteva 1,4 tonnellate di CO2, l’imprenditore Gianluca Vacchi faceva decollare un Dassault Falcon 2000LX per andare all’inaugurazione del suo nuovo ristorante a Taranto.
Cosa si puo fare per ridurre l’uso dei jet privati?
I jet privati che dovrebbero essere usati solo se non ci sono alternative come nel caso di emergenze sanitarie e voli “di stato”, dovrebbero essere vietati urla a gran voce Greenpeace. Ma nel frattempo alcune strategie per ridurne l’uso possono essere adottate.
Una tassa sulle loro emissioni potrebbe aprire la strada al cambiamento: una tassa sul cherosene assicurerebbe al consumo di carburante dei jet privati il prezzo che merita, mentre i proventi generati potrebbero essere utilizzati per accelerare la transizione ecologica del settore. In questo modo si incentiverebbero le alternative di trasporto rispettose del clima.
Ancora, il trattamento preferenziale degli utenti di jet privati negli aeroporti dovrebbe essere limitato: ad esclusione di diplomatici e visite di Stato, l’accesso Vip negli aeroporti dovrebbe essere eliminato. In particolare, in un momento storico come quello attuale, dove i cittadini sono chiamati a fare un uso parsimonioso dell’energia, gli ultra ricchi continuano a sprecarla con i loro jet in uno scenario drammatico di crisi energetica e climatica.
Eliminare il trattamento preferenziale degli utenti dei jet privati porterebbe grandi benefici in termini di riduzione dell’inquinamento.
Si potrebbe applicare inoltre il divieto dei voli brevi: in Francia entra in vigore lo scorso anno la legge “Loi climat” che abolisce i voli di linea su cinque tratte domestiche. Questo divieto viene introdotto poiché tale tragitto può essere realizzato in treno, senza cambi, con una durata inferiore alle due ora e mezza.
Ci si auspica che simili restrizioni possano essere applicate anche nel nostro Bel Paese e non solo.
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