James Naismith e la passione per lo sport che fa nascere la pallacanestro

Oggi il doodle di Google è dedicato a James Naismith, che il 15 gennaio 1892 pubblicava le regole del gioco decretando ufficialmente la nascita della pallacanestro.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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È a James Naismith, classe 1861, insegnante di educazione fisica nonché fin da giovanissimo appassionato di sport, che oggi dobbiamo la nascita della pallacanestro.

In 130 anni divenuto uno degli sport più praticati al mondo, il basket nacque ufficialmente sulla carta il 15 gennaio del 1892, sulle pagine di The Triangle, il giornale scolastico dello Springfield College, quando il suo creatore ne pubblicò le regole.

Oggi il doodle di Google è dedicato proprio a lui, all’inventore dello sport internazionale, secondo solo al calcio e giocato in oltre 200 paesi.

James Naismith e la nascita del “basket ball”

James Naismith

Nato il 6 novembre del 1861 nella provincia canadese dell’Ontario, vicino alla città di Almonte, James Naismith, soprannominato Jim e The Doc, si laurea in educazione fisica presso alla McGill University. Divenuto ben presto istruttore presso l’YMCA International Training College di Springfield, nel Massachusetts, gli viene affidato il compito di inventare un gioco al coperto che potesse intrattenere gli studente duranti i gelidi inverni del New England, nonché tenere in allenamento i giocatori di football durante la stagione invernale.

Principale fonte di ispirazione fu un gioco diffuso all’epoca tra i bambini che consisteva nel tirare delle pietre su un’altra pietra posta su un sasso o su un tronco, con lo scopo di farla cadere: il duck-on-a-rock.

Il 15 dicembre del 1891, con due cestini, un pallone da calcio e due squadre da nove giocatori venne disputata la prima partita sperimentale di quello che proprio un alunno di Naismith, Frank Mahan, chiamò “basket ball”. Lo scopo dell’attività era tirare la palla dentro dei cesti appesi su una balconata, un obiettivo che richiedeva innanzi tutto abilità e precisione. Con il canestro non bucato e inizialmente all’altezza della tribuna, ogni volta che si segnava un punto bisognava recuperare la palla usando un scala.

La pallacanestro nasce ufficialmente il 15 gennaio 1892, quando sul giornale del college di Springfield vengono pubblicate le tredici regole fondamentali del nuovo gioco, che oltre a proibire di colpire la palla con il pugno e a spiegare cosa fare quando usciva dal campo, prevedevano due tempi da quindici minuti. Lo stesso giorno venne disputata la prima partita che, con il canestro di William Raimond Chase, terminò 1 a 0.

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James Naismith e l’eco internazionale della pallacanestro

Allo scetticismo iniziale segue l’entusiasmo che porta il nuovo sport a divenire popolare non solo negli Stati Uniti, ma ben presto nel mondo. E sarà proprio in nome di questa crescente popolarità che proprio James Naismith lancerà la palla che darà inizio allo storico match destinato a segnare l’ingresso della pallacanestro tra le discipline delle Olimpiadi di Berlino del 1936, nonché la prima medaglia d’oro degli USA nel basket.

Con lo scopo di organizzare le squadre professionistiche e diffondere la pratica della nuova disciplina, nel 1946 a New York viene invece istituita la NBA, la National Basketball Association, la principale lega della pallacanestro degli Stati Uniti e del Canada, cui campioni, almeno inizialmente, solo l’Unione Sovietica riuscì a competere.

La dedica di Google a James Naismith

James Naismith

Oggi, proprio a celebrare la nascita di uno degli sport più seguiti e praticati al mondo, Google dedica il suo doodle a James Naismith che immaginava il basket come uno strumento attraverso cui gli studenti potessero migliorare sé stessi, non solo fisicamente, ma anche mentalmente.

Seppure istituita al tempo della segregazione scolastica, la pallacanestro non aveva a che fare con il colore della pelle dei giocatori, il suo inventore vedeva in tutti del potenziale. Come “un fenomeno globale che supera le barriere razziali e di genere”, come dichiarato da Google stesso, oggi questo sport e il suo creatore meritano un riconoscimento per aver saputo e per tutt’ora unire all’insegna del divertimento fisionomie, tradizioni e culture diverse.

Non solo, già ben consolidato dal 1895 anche in diverse scuole superiori femminili, oggi il basket è una passione che accomuna non solo popoli, ma anche, indistintamente, uomini e donne.

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