Chi è Irma Testa, prima donna pugile alle Olimpiadi che fa coming out

Irma Testa a soli 25 anni ha conquistato tanti traguardi, da lei raggiunti per prima nella storia della boxe femminile.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Irma Testa è una campionessa italiana di pugilato, che combatte nei pesi leggeri. Soprannominata “butterfly” per l’agilità e l’eleganza nel combattimento è stata la prima pugile donna a partecipare a un’Olimpiade ai Giochi di Rio de Janeiro 2016, e anche a ottenere un riconoscimento aggiudicandosi la medaglia di bronzo ai Giochi di Tokyo 2020.

Nel 2019 Irma è stata campionessa europea nei pesi piuma.

Irma Testa, l’eccellenza femminile nelle boxe italiana

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Irma Testa è nata nel 1997 a Torre Annunziata, comune della provincia di Napoli. A 12 anni inizia a praticare pugilato e due anni dopo intraprende un percorso di formazione presso la palestra “Boxe Vesuviana”, sotto la guida di Lucio Zurlo.

Dal 2012 inizia a collezionare vittorie e trofei nei vari Campionati giovanili dell’Unione europea, italiani e mondiali, che la porteranno a ottenere la qualificazione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Quatto anni dopo si qualifica per le Olimpiadi di Tokyo 2020 dove conquisterà la medaglia di bronzo, prima nella storia del pugilato femminile italiano. Ai mondiali di Instanbul conquista la sua prima medaglia d’oro contro la taiwanese Lin Yu-Ting.

Nel 2015 si arruola nella Polizia di Stato e nel 2018 è protagonista del docufilm Butterfly, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione “Alice nella Città”, che narra l’ascesa dell’atleta fino al raggiungimento della qualificazione alle Olimpiadi.

Irma Testa, il pugilato femminile e l’approdo in Nazionale

Irma Testa è consapevole che in Italia la boxe femminile deve fare notevoli passi avanti. Ecco cosa ha dichiarato a riguardo, come riportato dal Corriere della Sera:

Mi piace l’idea di aver gettato il seme del cambiamento. In molti Paesi la boxe femminile è più importante di quella maschile. In Italia siamo un po’ indietro ma ci arriviamo, con i nostri tempi.

Da sei anni, le medaglie provengono solo da noi ragazze. Ci alleniamo più dei maschi, abbiamo una grinta pazzesca. Il pugilato in fondo è un gioco di testa: e chi può pensare meglio di una donna?

Poi ripercorre gli anni della sua formazione, e le difficoltà riscontrate, fino all’approdo in Nazionale:

Ho iniziato a 12 anni, a Torre Annunziata non ci sono tante possibilità per i giovani. O vieni da una famiglia perbene e benestante, che ti fa studiare, ma se hai i genitori assenti perché devono lavorare dalla mattina alla sera è difficile prendere strade che ti portino lontano.

Io ho avuto il maestro Lucio Zurlo che ha sostituito i miei genitori. Sono entrata in palestra, mi sono subito divertita, è scattato l’amore per il pugilato. A 14 anni, in Nazionale, è arrivata la proposta: vuoi trasferirti ad Assisi? Ho detto sì. Quando non hai nulla, è più facile. Anche mia madre mi ha dato un calcio nel sedere: ‘vai, scappa, tu che puoi’.

Irma Testa e la scelta di fare coming out

La campionessa di Boxe ha fatto coming out e ha spiegato quale fosse il suo intento nel rendere pubblica la sua omosessualità:

Nel mondo dello sport è una scelta rara. Sono stata la prima donna pugile italiana a andare alle Olimpiadi, la prima medaglia olimpica: aveva senso fossi la prima pugile a fare coming out.

Pensavo di portarmi dietro altre ragazze, così non è stato. E poi ci fu il ddl Zan, l’applauso dei senatori quando non passò in Parlamento… Osservavo chi combatteva questa battaglia per aiutare i più deboli, ho voluto espormi. Mi sarei sentita una codarda, se non l’avessi fatto. Vorrei dei figli, una famiglia non lo so, ma per me famiglia è anche una madre e un figlio.

Leggi anche: Chi è Dybala, il nuovo acquisto della Roma e perché ci si aspetta tanto da lui

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