La spietata legge dei followers strappa la vita di un bambino: “Diciamo basta”

Serve un'educazione al web, serve tracciare in profondità il confine tra bravata e azione che mette a rischio la vita altrui.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Troppo il dolore, insostenibile la sofferenza di Marco Proietti, padre di Manuel, il bambino di 5 anni rimasto vittima dell’incidente di Casal Palocco. Oggi l’uomo ha rotto il suo silenzio per ringraziare sui social le persone che hanno “pregato, donato e anche solo pensato al nostro Manuel”.

Ma la verità – amara – è che nulla può attutire quel dolore infinito, provocato dalle scelte sciagurate di un gruppo di giovani youtuber alla ricerca disperata di “mi piace” e visualizzazioni sul web. Nessun genitore può reggere alla consapevolezza che la vita così acerba del proprio bambino sia stata strappata via in nome di una cosa tanto sciocca, inutile, dichiaratamente pericolosa.

Incidente di Casal Palocco, un like ha strappato la vita del piccolo Manuel

Possiamo dirlo, anche se col dolore nel cuore: il piccolo Manuel, vittima dell’incidente di Casal Palocco, è morto in nome di un like. Come una dittatura, i social funzionano in base a implicite imposizioni: per avere successo serve il colpo di genio, il contenuto divisivo, l’impresa estrema.

Ed è l’utlima opzione quella che i The Borderline, questo il nome del gruppo degli youtubers, avevano scelto per diventare virali. Disposti, in nome della notorietà, a passare 50 ore in macchina, che fosse una Lamborghini o una Tesla.

Perché se è vero che oggi i social rappresentano per i giovani una strada in più per tentare di trovare lavoro, è anche vero che molti finiscono per farsi prendere la mano, rimanendo come intontiti da quel numero di followers in continua crescita, da quel guadagno che deriva dal divertimento e non dal sacrificio. E di guadagno per i The Borderline ce n’era eccome: basti pensare che la loro società nel 2022 aveva un fatturato di ben 188.333 euro.

Incidente di Casal Palocco: la pericolosità del concetto di “bravata”

Senza contare che, stando ad alcune indiscrezioni riportate da vari media, i genitori dei The Borderline avrebbero liquidato la faccenda dell’incidente di Casal Palocco come una “bravata”, termine ombrello sotto al quale ormai finisce qualsiasi cosa, dall’alzare il gomito all’uccidere un bambino innocente mentre si è alla guida in situazioni altamente pericolose.

In ogni caso, resta una consapevolezza: quei giovani youtubers potevano permettersi di affittare macchine così costose per le loro sfide solo e soltanto grazie al loro ampio seguito, fatto soprattutto di ragazzini della loro età, se non più piccoli.

Ed è questo ciò su cui oggi occorre primariamente riflettere. Serve un’educazione al web, serve tracciare in profondità il confine tra bravata e azione che mette a rischio la vita altrui. Serve rispetto per la vita altrui. Perché forse, senza tutto quel seguito e quell’applaudire, oggi il piccolo Manuel sarebbe ancora vivo.

Leggi anche: Alessandro Venturelli, si riaccende la speranza della madre: “Riconosciuto in Olanda”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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