Incendio Milano, gli inquilini: “Siamo come terremotati”. Adesso c’è il rischio indennizzo zero

Incendio Milano, la disperazione degli sfollati: "Vogliamo parlare col sindaco Sala, abbiamo perso tutto". Chi rimborserà i danni? C'è il rischio di indennizzo zero per i condomini.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Incendio Milano: il rogo scoppiato domenica scorsa ha bruciato in pochi attimi il grattacielo della Torre del Moro e, assieme a esso, le case di tante persone. Sono una 70ina gli sfollati, che ora sono disperati. Molti, senza più un tetto sopra la propria testa e privi di amici o parenti che possano ospitarli, sono stati costretti a prendere una casa in affitto o ad andare in albergo: 50 euro a notte, secondo quanto riportato da La Repubblica. E adesso c’è chi si chiede se quei soldi verranno prima o poi rimbosati da qualcuno. Questa, assieme a molte altre, è la domanda che gli sfollati hanno posto durante l’assemblea straordinaria tenutasi stamane assieme all’amministratore dello stabile.

Dalla riunione sono emerse diverse richieste. Stando a quanto riportato dall’ANSA, la principale è quella di poter parlare il prima possibile col sindaco di Milano Beppe Sala: “Va bene la gestione emergenziale, ma abbiamo bisogno di un dialogo con l’amministratore comunale. Stiamo affrontando noi tutte le spese e abbiamo bisogno di tutto, da un tetto sopra la testa a vestiti e pc per lavorare perché abbiamo perso tutto” questo è l’appello di Mirko Berti, proprietario di un appartamento al 16° piano della Torre e colui che si occuperà della comunicazione per conto degli inquilini.

Incendio Milano, gli sfollati pronti a una class action: “Non è il palazzo dei ricconi”

Incendio Milano, gli sfollati pronti a una class action: "Non è il palazzo dei ricconi"

Molti lo hanno immediatamente ribattezzato “il palazzo dei ricconi”. Ma la Torre del Moro non era un luogo che ospitava solo ricchi: alcuni appartamenti, stando a un’indagine di Fanpage.it, erano stati rivenduti a poco più di 5mila euro al metro quadro, un prezzo alto ma certamente non fuori mercato a Milano. Il fatto che il palazzo ospitasse anche l’appartamento del cantante Mahmood aveva fatto immediatamente passare il messaggio che gli sfollati non avessero bisogno di alcun tipo di aiuto. Ma i racconti degli inquilini del palazzo dicono il contrario. Una di loro ha detto a un cronista di Repubblica: “Non è il palazzo dei ricconi, come ho letto in certi commenti ad articoli stampa. Siamo come dei terremotati, abbiamo perso casa, abbiamo perso tutto.

Adesso gli sfollati della Torre del Moro sono pronti a procedere con una class action in vista di un eventuale processo sulle cause del rogo. Ma l’inchiesta per disastro colposo aperta dalla Procura di Milano non avrà tempi brevi: basti pensare che i vigili del fuoco saranno dentro al grattacielo ancora per alcuni giorni, così da concludere le ultime operazioni.

Anche perché il custode dello stabile ha fatto sapere che l’elettricità dell’appartamento del 15°piano, quello da cui potrebbe essersi sviluppato l’incendio, era stata staccata dal proprietario prima di partire per le vacanze. Tale evidenza escluderebbe che il rogo sia scoppiato per un cortocircuito o un malfunzionamento di un impianto attaccato alla corrente, come si era ipotizzato, anche se resta possibile che il proprietario avesse staccato la luce del contatore escludendo però dal blocco alcuni elettrodomestici (come il frigorifero). Rimane in piedi anche l’ipotesi di autocombustione di batterie o altro. L’inchiesta, coordinata ora dal pm Marina Petruzzella e guidata dall’aggiunto Siciliano, vuole verificare se le fiamme e il fumo che si vedono uscire dall’appartamento siano partite effettivamente da quell’abitazione.

Incendio Milano, il presidente Anaci: “Per il risarcimento dell’assicurazione ci vorranno almeno due anni”

Incendio Milano: la questione più spinosa rimane quella dei rimborsi. L’amministratore di condominio ha detto di aver attivato l’assicurazione condominiale, ma ha pure chiesto agli inquilini di intervenire attraverso quelle personali. E a Milano, l’incendio del grattacielo ha scatenato la preoccupazione di molti altri cittadini ospiti di palazzoni, che ora si chiedono se i loro rivestimenti siano davvero ignifughi, in regola, oppure se sia garantita la copertura assicurativa in caso di eventi come quello di via Antonini.

Tra le altre cose, è emerso che il sistema antincendio della Torre del Moro presentava, a una prima analisi, diverse criticità, come riportato dagli investigatori: “Le bocchette dell’impianto da attivare manualmente funzionavano fino al quinto piano, non erano attive tra il quinto e il decimo, mentre hanno funzionato in parte tra il decimo e il diciottesimo piano”. Evidenza, questa, che potrebbe essere rilevante ai fini assicurativi.

Ma è ancora presto per parlare di rimborsi: solo una volta chiariti dinamica, modalità e malfunzionamenti del palazzo, si potrà procedere con l’individuazione di responsabili, risarcimenti e obblighi da parte delle assicurazioni. Leonardo Caruso, presidente milanese dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali (Anaci), prevede tempi lunghi: “Le famiglie rischiano di rimanere per anni in attesa dell’assegno. Per ottenere un eventuale risarcimento dall’assicurazione, in un caso come questo, potrebbero servire almeno due anni”. Non si è fatto attendere il commento alla tragedia di Massimo Boeri, architetto progettista del Bosco Verticale, grattacielo simbolo di Milano, che ha dichiarato:

Trattandosi di materiali che costano meno di quelli invece più ignifughi e considerando il grande successo del superbonus 110%, c’è il rischio serissimo che in assenza di regole chiare e cogenti, molti privati e operatori immobiliari preferiscano oggi utilizzare rivestimenti più economici e meno sicuri.

Ed è un rischio che non possiamo correre, come dimostra non solo l’incendio della Torre del Moro, ma anche la terribile tragedia della Grenfell Tower a Londra 4 anni fa.

Incendio Milano, rischio indennizzo zero per i condomini: “Manca una norma ad hoc”

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Ma, oltre il danno, gli inquilini della Torre del Moro rischiano davvero la beffa. La possibilità di indennizzo zero per gli sfollati è concreta, come ha spiegato a Il Corriere della Sera l’avvocato Nicola Frivoli del Comitato Scientifico del portale Condominio e Locazione Giuffrè Francis Lefebvre, che ha detto: “anche se abbiamo la disciplina sull’antincendio che in teoria dovrebbe coprire anche situazioni come questa, di fatto manca una norma ad hoc”. E ha specificato:

L’art. 1669 del codice civile stabilisce proprio la responsabilità dell’appaltatore per la rovina o i gravi difetti di edifici o immobili di lunga durata, che si manifestino però nel corso di 10 anni dal loro compimento. La Torre dei Mori è stata costruita tra il 2006 e il 2011, sono già trascorsi dunque i 10 anni dalla fine dei lavori. Dunque, potrebbe esserci in questo caso la prescrizione.

Potrebbero essere considerati responsabili anche le ditte che hanno fornito i materiali, che nel capitolato dei lavori depositato in Comune sembra siano stati definiti ignifughi, ma i video che hanno ripreso l’incendio hanno mostrato come la torre si sia trasformata in breve tempo in una torcia.

Le responsabilità dell’amministratore del condominio? Si deve chiarire se vi è stata una mancata manutenzione dell’antincendio all’interno dello stabile. L’amministratore condominiale ha infatti nelle sue competenze anche la responsabilità della sicurezza dell’edifico che amministra.

Poi, sulla possibilità di rimborsi assicurativi, Frivoli ha chiarito:

La riforma del 2012 e introdotta nel giugno 2013 non ha reso obbligatorio l’assicurazione per gli edifici condominiali. Le polizze assicurative comunque escludono i danni per dolo o per colpa grave. Inoltre, lo stabile non è più considerabile “nuovo” e dunque l’eventuale polizza potrebbe avere delle franchigie che comporterebbero un indennizzo minore.

Nel caso poi di un indennizzo parziale, se l’incendio fosse cominciato da una parte comune o in conseguenza di una mancata manutenzione, allora le differenze dovranno essere pagate dall’intero condominio, dunque dai proprietari.

Leggi anche: Incendio Milano: chi sono davvero gli inquilini di Torre dei Moro: “Casa comprata con sacrifici”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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