Addio buoni pasto, supermercati e ristoratori non li accetteranno più: ecco perché

La minaccia arriva da commercianti e ristoratori, secondo cui i buoni pasto rappresentano "una tassa occulta di oltre il 20% per le imprese della ristorazione e della distribuzione commerciale”.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Addio ai buoni pasto? La minaccia arriva da commercianti e ristoratori, secondo cui i ticket rappresentano “una tassa occulta di oltre il 20% per le imprese della ristorazione e della distribuzione commerciale”.

Nello specifico, l’allarme è partito dalle principali associazioni dei settori interessati, ovvero Ancd Conad, Ancc Coop, Fiepet Confesercenti, Federdistribuzione, Fida e Fipe Confesercenti, che hanno voluto accendere un riflettore sulla questione alla vigilia della pubblicazione della gara BP10 indetta da Consip.

La minaccia è di “avviare azioni più drastiche”, che andrebbero a colpire in primis i 3 milioni di lavoratori (di cui un milione di dipendenti pubblici) che utilizzano i buoni pasto quotidianamente.

Dopo due anni di pandemia, e il rincaro delle materie prime e dell’energia, non sono accettabili livelli di commissioni sul livello di quelle precedenti”, ha spiegato il presidente di Fipe Lino Enrico Stoppani.

Buoni pasto, le richieste di imprese e ristoratori: “Serve riforma”

Buoni pasto, le richieste di imprese e ristoratori: "Serve riforma"

Addio ai buoni pasto, qual è la soluzione? Le imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione vogliono urgentemente una riforma e chiedono a Consip di ridurre le commissioni in occasione della prossima gara. Le priorità sono due:

La riduzione immediata dei ribassi sul prezzo richiesti in fase di gara alle società emettitrici dei buoni pasto, e la riforma complessiva del sistema, seguendo l’impianto in vigore in altri Paesi, per assicurare il rispetto del valore nominale del ticket ed eliminare le gravose commissioni pagate dagli esercizi presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati.

Nel corso delle ultime due gare Consip, 2018 e 2020, gli esercenti si sono trovati a pagare commissioni medie del 19,8% (BP8) e del 17,80% (BP9). Questo meccanismo finisce per scaricare il risparmio della pubblica amministrazione sui pubblici esercizi e sulla distribuzione commerciale.

Codacons: “Pronti ad avviare una class action”

Se ristoratori ed esercenti rifiuteranno di accettare buoni pasto, Codacons è pronta a patrocinare una class action e a dare battaglia legale. Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori, ha spiegato:

I buoni pasto rappresentano un diritto acquisito dei lavoratori e sono parte integrante dei contratti di lavoro. Qualsiasi limitazione o impedimento al loro utilizzo costituisce un ingiusto danno a chi ne beneficia, e apre la strada ad azioni risarcitorie contro ristoratori e imprese della distribuzione che rifiuteranno l’accettazione dei ticket.

Il problema delle commissioni eccessive a carico degli esercenti non può essere scaricato sui cittadini, ma vanno trovate soluzioni condivise che garantiscano l’esercizio dei diritti dei lavoratori.

Per tale motivo il Codacons è pronto a scendere in campo a tutela di 3 milioni di dipendenti che beneficiano dei buoni pasto e, se si arriverà allo stop da parte del settore della ristorazione e della Gdo, presenterà una valanga di denunce in tutta Italia e avvierà una formale class action a tutela dei lavoratori danneggiati volta a far ottenere loro il risarcimento dei danni patrimoniali subiti.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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