Cos’è l’immunità parlamentare e come funziona nell’ordinamento italiano ed europeo

Tutto quello che devi sapere sull'immunità parlamentare. Viaggio nella storia dell'articolo 68 della nostra Costituzione.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Immunità parlamentare. Durante il ventennio di Mussolini numerosi parlamentari dell’opposizione furono ridotti al silenzio con l’esilio, la prigione o l’omicidio. Possiamo citare, a titolo di esempio, Giacomo Matteotti. I padri costituenti si adoperarono per garantire la piena libertà dei rappresentati del popolo evitando l’uso politico e fazioso della giustizia per perseguire l’espressione delle loro opinioni. Fu con questo spirito che l’assemblea scrisse l’articolo 68 della Costituzione, quello che, fino al 13 novembre del 1993 ha garantito la cosiddetta immunità parlamentare ai membri delle camere. L’articolo fu riscritto, in conseguenza dello scandalo di Tangentopoli per cercare di limitare la copertura e l’impunibilità di eventuali collusioni dei membri del Parlamento.

L’immunità parlamentare: cosa dice esattamente la Costituzione?

L’immunità parlamentare propriamente detta non esiste più dal 14 novembre 1993, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo articolo 68 della Costituzione. Per capire le differenze basta leggere il testo dell’articolo scritto nel 1947 e quello del 1993. Il primo recita:

I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento puo’ essere sottoposto a procedimento penale; né  può  essere  arrestato,  o  altrimenti  privato  della libertà personale,  o  sottoposto  a  perquisizione  personale o domiciliare, salvo  che  sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l’ordine di cattura. Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile.

Immunità parlamentare, ricapitolando

Dunque tutti i membri del Parlamento, vale a dire 945 persone più eventuali senatori a vita, non possono essere:

  1. Perseguiti per l’espressione delle loro opinioni.
  2. Sottoposti a processo penale.
  3. Arrestati, o perquisiti nemmeno nel loro domicilio.
  4. Arrestati nel caso di sentenza definitiva senza autorizzazione della camera di appartenenza.

L’articolo era scritto in modo da impedire qualsiasi intimidazione dei membri delle camere. Non solo. Era impossibile trarli in arresto anche per reati commessi prima di assumere il mandato ma per il quale la condanna fosse stata pronunciata durante il mandato. L’unica causa per la quale un parlamentare poteva essere tratto in arresto o perquisito era la flagranza di reato.

Dunque immunità parlamentare significa impunità?

I padri costituenti scrissero l’articolo nel 1946-47, lo scopo era quello di garantire regolarità e indipendenza dei parlamentari in quanto rappresentanti del popolo. Erano garantite l’insindacabilità delle opinioni e l’impossibilità di perseguitarli con un uso politico della giustizia al punto che, per iniziare un procedimento a carico di un parlamentare, anche in presenza di indizi consistenti, era necessaria la cosiddetta autorizzazione a procedere.

Immunità parlamentare: la riforma del 1993

immunità parlamentare

Lo scandalo di Tangentopoli del 1993 ha mostrato i limiti di questa norma. I padri costituenti volevano dare, per quanto possibile, indipendenza al Parlamento e non impunità ai suoi membri. All’indomani di Tangentopoli, il 29 ottobre 1993, il Parlamento approvò la legge costituzionale n.3 per riscrivere l’articolo. Il nuovo testo recita:

I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto

L’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza.

L’articolo del 1993 da un lato limita anche le indagini che potrebbero fare uso delle nuove tecnologie come qualsiasi forma di intercettazione, dall’altro però riduce la portata delle garanzie. Infatti con questo nuovo testo è possibile iniziare le indagini su un membro del parlamento senza chiedere l’autorizzazione alla camera alla quale appartiene. Resta fermo, invece, il divieto di arresto senza lo stesso permesso.

L’immunità parlamentare in Italia e nel mondo

Negli altri paesi del mondo si fa un uso più moderato dell’immunità parlamentare. In Spagna, Germania, Belgio e Francia vi è un sistema che si basa su una duplice immunità parlamentare: In primo luogo i parlamentari non sono responsabili né civilmente né penalmente e non possono essere soggetti a nessuna inchiesta a causa delle loro dichiarazioni o dei voti espressi nell’esercizio delle loro funzioni di rappresentanti. In Germania la calunnia è espressamente esclusa dai reati non perseguibili. Anche in questi paesi vi è la possibilità di arresto soltanto in caso di flagranza di reato o di autorizzazione del Parlamento.

In altri paesi come la Svezia, i Paesi Bassi ed il Regno Unito l’immunità parlamentare ha una portata più contenuta ed è limitata esclusivamente ai procedimenti parlamentari. In questo caso l’immunità non copre eventuali dichiarazioni fatte alla stampa prima e dopo il dibattito parlamentare e nemmeno la ripetizione all’esterno dell’aula delle stesse dichiarazioni rese nell’aula parlamentare può essere coperta da tale immunità.

In particolare nei Paesi Bassi, in Belgio e Svezia, i parlamentari possono essere sottoposti a procedimenti civili. Altri tipi di immunità riguardano i membri del Governo e anche le più alte cariche dello stato che, vale la pena ricordarlo, non necessariamente devono coincidere con membri eletti in Parlamento.

Immunità parlamentare, l’indipendenza del Parlamento e della magistratura

La separazione dei poteri è alla base dello Stato moderno. Il potere esecutivo, che generalmente è detenuto dal governo, deve essere separato da quello legislativo, che nel caso italiano è detenuto dal Parlamento, ed entrambi devono essere separati dal potere giudiziario. La magistratura è, per definizione stessa della Costituzione, indipendente. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.

Ecco perché non è corretto dire, quando la magistratura avvia un’inchiesta su un Parlamentare, che sono i giudici a voler governare. La divisione dei poteri, teorizzata da Montesquieu e da Locke, sta proprio ad indicare un sistema di pesi e contrappesi che permettano ai tre poteri di bilanciarsi a vicenda senza prevaricare l’uno sull’altro. Esiste perlomeno la necessità della divisione tra il potere esecutivo e legislativo da una parte e quello giudiziario dall’altra.

Leggi anche: La strana coppia, Salvini difende Renzi: “Mi interessa la politica, non da dove arrivano i suoi soldi”

Le criticità dell’immunità penale 

Quello che abbiamo visto, dunque, è che i padri costituenti non avevano certo intenzione di garantire l’impunità di tutti i membri del Parlamento per tutti i reati. La necessità di scrivere l’articolo 68 della Costituzione nasceva dall’esigenza di tutelare i rappresentanti del popolo dai soprusi che avevano subito nell’epoca fascista. L’articolo fu scritto nel miglior modo possibile per cercare di evitare il ripetersi dell’affermazione di un potere totalitario. Quello che l’assemblea costituente non poteva fare però era prevedere una maggioranza “bulgara” che prendesse il potere e mettesse nel parlamento tutti e soli uomini di propria fiducia.

Durante l’epoca fascista, infatti, il Parlamento era monocolore ed era impossibile trovare qualche dissenso. Certo, dal punto di vista storico, si potrebbe guardare alle scelte di Achille Grandi e Pietro Badoglio ma, in generale, durante il ventennio fascista e comunque sotto una dittatura, nessun parlamentare avrebbe chiesto ad un suo collega di ritrattare le proprie affermazioni per il semplice fatto che in dittatura erano tutti d’accordo.

L’articolo 68 aveva il delicato compito di bilanciare l’esercizio della democrazia con l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Lo scopo era quello di permettere ad animi nobili di esercitare con serenità il proprio mandato per volontà del Popolo. Con il passare degli anni, vi è stata una degenerazione dell’attività parlamentare che ha condotto all’utilizzo dell’immunità non soltanto per gli scopi previsti ma per tutti i tipi di reato.

La magistratura farebbe fatica a perseguire un parlamentare che non fermandosi per dare la precedenza ad altre persone dovesse tamponarle e rifiutarsi di denunciare l’accaduto all’assicurazione. Non potrebbe perseguire un parlamentare che commette un furto in una abitazione senza suscitare un dibattito, più o meno fazioso, sulla validità del rispetto delle norme costituzionali. Il pericolo è quindi quello di generare delle disuguaglianze e delle disparità tra i cittadini, dividere il popolo tra punibili ed intoccabili e questo, un moderno stato civilizzato non può permetterselo. 

Leggi anche: Matteo Renzi, pubblicato online il suo conto corrente: “Violate la Costituzione e le leggi”

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